18. Non puoi nasconderti per sempre

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«Cosa è successo là dentro, di preciso?» brontolò Thomas una volta all'esterno della locanda, sgranchendosi le spalle irrigidite. Il sole era alto all'orizzonte e le temperature si erano alzate in modo gradevole, nonostante il vento. Per strada, tuttavia, non c'era anima viva.

Calum sbuffò, mentre le sue guance riprendevano lentamente colore. «Secondo te? Abbiamo organizzato una festa, non te ne sei accorto?»

«Smettila, Cal» lo riprese Haley. Aveva lo sguardo fisso davanti a sé, opaco, come ogni volta in cui si perdeva fra i suoi pensieri. Si stava torturando le labbra con i denti, ma Calum non era certo che se ne rendesse conto. «Il problema si fa sempre più grosso. Se ciò che Alder mi ha detto è vero, il nostro caro assassino ha a sua disposizione un intero esercito di creature assetate di sangue. Questo complica le cose. Senza contare la difficoltà che avremo nel rintracciarlo, dato che sembra non sporcarsi le mani in prima persona, siamo solo in cinque, compreso Rhys. Dobbiamo trovare un modo per mettere fuori gioco i suoi servitori.»

Il Seelie si schiarì la voce. «Non hai contato Cedar. Sempre se non consideri il Cacciatore qui presente come un animale da compagnia.»

L'Unseelie posò lo sguardo assente sul biondo, un sopracciglio inarcato, mentre Thomas si esprimeva in una smorfia offesa. «Devo ancora decidere se coinvolgerlo. Sai quale sarebbe il rischio» disse, sottolineando con il tono l'ultima frase. Non poteva rivelare davanti ai due Cacciatori che la Regina gli aveva vietato di lasciarli intromettere nella missione o l'alleanza sarebbe saltata, insieme alle sue bugie. Per fortuna Calum capì senza bisogno di altre parole. Haley se ne accorse dal modo in cui il suo sguardo si rabbuiò, indeciso sul da farsi. Lo conosceva abbastanza da sapere che mantenere un segreto, per lui, non era mai stata una cosa semplice.

«Quindi cosa avete intenzione di fare?» domandò Willow, sistemandosi lo zaino in spalla. Aveva ancora una questione in sospeso a cui pensare e non vedeva l'ora di lasciare quel posto inquietante e sottrarsi allo sguardo insondabile di Haley. Le faceva provare una strana sensazione e non capiva ancora se ciò le facesse piacere o la spaventasse. Forse entrambe le cose. «Stasera devo andare a vedere Fionn suonare al Silver Dome. Ho bisogno di prepararmi mentalmente.»

Haley chiuse gli occhi per un istante, come per raccogliere i suoi pensieri. Infine annuì, riaprendo piano le palpebre. «Va bene. Ne parleremo domani, allora.»

Will si morse un labbro, la mano ancora a stringere la cinghia dello zaino. Cercò di trattenersi, ma alla fine le parole vennero fuori da sole dalla sua bocca. «Potremmo andare tutti al festival stasera e discutere lì. È un posto abbastanza tranquillo e mi aiutereste a superare due ore di agonia. Fionn si impegna davvero tanto, ma suona malissimo.»

«Glielo hai mai detto? Magari gli eviteresti ulteriori brutte figure, sai» commentò ironico Calum. Si era seduto sul limite del marciapiede, con le gambe magre distese davanti a sé. Sembrava un bambino annoiato.

La Cacciatrice si produsse in un'espressione colpevole. «Non ce la faccio proprio a rovinare i suoi sogni.»

«Posso farlo io! Posso, vero?» esclamò allora il Seelie, improvvisamente eccitato all'idea di infastidire qualcuno.

«No, Calum, non puoi. Ti prego, comportati bene» lo bloccò però Haley, implorante. E, beh, Calum non riusciva a resistere alle suppliche. Aveva un ego troppo smisurato per farlo.

«Okay. E dove sarebbe questa bettola?»

«No, no e poi no. È fuori discussione. Will, questa cosa non fa parte degli accordi» si intromise in quel momento Thomas, ripresosi dallo shock causato dalle parole della sorella. Non poteva credere che avesse appena invitato quelle due creature a fare un'uscita di gruppo. Di cosa avrebbero potuto parlare, loro quattro? Del metodo migliore per lucidare una spada? Di come caricare una pistola più rapidamente? No, Willow poteva pure scordarselo.

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