🎡Vecchi ricordi🎠

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Mi chiamo Clelia e ho 16 anni, persi mio padre qualche anno fa e mia madre scappò via con un altro uomo per coprire il suo dolore. Io andai ad abitare dalla mia nonna paterna Clara a Gotham.
Viviamo in una casina vicino al centro della città, è molto piccola ma accogliente.
Voglio molto bene a mia nonna, quando ero più piccola io e i miei genitori venivamo spesso a trovarla. Mi ricordo in particolare di una volta in cui ci siamo fermati per un paio di giorni in occasione del circo che si era fermato in città, io avevo circa 7 anni e non vedevo l'ora di andarci!
Allo spettacolo c'era veramente un sacco di gente e uscendo dal tendone in cui si era tenuto lo show mi persi. Camminai tra le roulotte in cerca dei miei genitori finché non vidi un bambino che stava piangendo.
"Perché piangi?" gli chiesi avvicinandomi un po'. Doveva avere qualche anno in più di me. Ma se ne stava in un angolino al buio e non riuscivo a vederlo chiaramente.
"M...m...mi...hanno...p...picchiato...m..mi...odiano...t..tutti"rispose singhiozzando.
"Chi ti ha ferito?" gli chiesi dimenticando completamente di essermi persa.
"una...d...donna..e..e..un..uomo...molto...c..cattivi.."rispose provando a smettere di piangere.
"S..sai..oggi..è..il..m..mio compleanno.."disse continuando ad asciugarsi le lacrime.
"Auguri!" non sapevo cosa dirgli mi dispiaceva molto per lui, così mi tolsi la collanina che portavo sempre con me, era un ciondolo d'oro che mi regalò la nonna quando nacqui per augurarmi fortuna durante la mia vita. Non potevo fare altro avevo solo 7 anni e pensavo che donandogli un po' di fortuna l'avrei fatto sentire meglio.
"Tieni è per te." dissi con un sorriso.
"Che cos è?" mi disse alzando la testa che prima teneva poggiata sulle ginocchia sbucciate.
"È un portafortuna!"gli risposi sorridente.
"G..grazie mille, nessuno mi aveva fatto un regalo prima d'ora." disse alzandosi per abbracciarmi. Quando si avvicinò riuscì a vederlo più chiaramente. Aveva la pelle chiara e la faccia piena di lentiggini, i suoi occhi erano
verde-azzurro e i suoi capelli erano rossi e ricci.
"Come ti chiami?" mi domandò mentre si metteva la mia collanina.
"Clelia, e tu?" risposi contenta di avergli sollevato un po' l'umore.
"Io mi chiamo Jerome, lo so è un nome un po' buffo" disse con un tono leggermente imbarazzato.
"Io invece lo trovo bellissimo." risposi e lui arrossì.
Subito dopo sentii una voce chiamarmi da lontano.
"Cleliaaa, dove seiiii?" gridavano i miei genitori e mia nonna preoccupati. Mi guardai un po' attorno e anche se non volevo lasciare Jerome da solo dovevo andare.
"Devo andare i miei genitori mi stanno cercando." dissi tristemente a Jerome.
"Va bene, ma prometti che ci rivedremo." mi disse un po' dispiaciuto.
"Certo non vedo l'ora" gli risposi e subito dopo me ne andai.
Non so cosa sia successo a quel ragazzino, non riuscì più a rincontrarlo e mi spiace non aver potuto mantenere la promessa fatta, ma chi sa magari un giorno lo rivedrò.

<Il Re e la Regina dell'Inferno> (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora