🔫Ritorno a Gotham🌆

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Dopo la colazione andai nell'ufficio di Carmine.
"È permesso?" Chiesi aprendo leggermente la porta.
"Certo mia cara, accomodati."
Mi sedetti sulla solita sedia davanti a lui.
"Di che cosa volevi parlarmi?"
"Io vorrei che tu tornassi a Gotham."
"C..Cosa? Vuoi che me ne vada via?"
"No, assolutamente no. Darei di tutto per farti rimanere qui con me, ma la città ha bisogno di te."
"Ma...io sono un'assassina. A Gotham nessuno mi aiuterà!"
"Sono sicuro che troverai il modo di prendere le redini. Hai ragione, per loro sei un'assassina, ma forse possiamo fargli cambiare idea."
Quando Falcone finì la frase nella stanza entrò un signore alto, magro e pelato.

"Quando Falcone finì la frase nella stanza entrò un signore alto, magro e pelato

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"Ciao Victor, ti presento Clelia. Vorrei che ti occupassi di lei."
Alle sue parole il signore mi portò via.
"Cosa? Hey, aspetti! Nonno!"
"Mi spiace Clelia. Ma ti assicuro che ti farà bene. Ti guarirà."

Ho già sentito troppe volte quella frase...

Ero in una stanza buia, legata ad un una sedia. Sembrava un déjà vu.
Victor accese un macchinario a cui erano collegati dei cavi attaccati alla mia testa. Era identico a quello di Arkham.

Sentii una leggera scossa poi..

Buio, solo buio.

Mi svegliai in un bellissimo bosco fiorito.

Camminavo tra i fiori senza sapere dove andare, ma non mi importava quale fosse la meta, perché dentro di me sentivo una forte attrazione che mi costringeva ad andare avanti.

Passeggiavo tranquillamente finché vidi un bellissimo lago dalle acque cristalline

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Passeggiavo tranquillamente finché vidi un bellissimo lago dalle acque cristalline. Andai vicino per osservare meglio. Più mi avvicinavo, più il paesaggio intorno a me cambiava.
Le foglie verde acceso cambiavano colore e cadevano dolcemente sul suolo creando una bellissima atmosfera autunnale.

Rimasi ad ammirare le variazioni di colore che si creavano nell'acqua

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Rimasi ad ammirare le variazioni di colore che si creavano nell'acqua.
Ad un certo punto le sfumature si fecero sempre più rosse.
Un rosso acceso e denso.
Poi dal profondo del lago venne qualcosa a galla.
Jerome.

"Jerome!!!" Urlai disperatamente mentre cercavo di attirare il suo corpo a riva

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"Jerome!!!" Urlai disperatamente mentre cercavo di attirare il suo corpo a riva.
"No, no, no!! Perché? Perché?!"
Riuscii ad avvicinarlo a me e abbracciai il suo corpo senza vita più forte che potevo.
"Mia Regina, ma che solare visione.'' Disse il mio Re concludendo con una debolissima risata.
"J..Jerome! Tu...tu sei vivo!''
''No, non lo sono. Io sono morto. Non potrò mai più abbracciarti, guardare i tuoi bellissimi occhi, accarezzare le tue guance delicate, baciarti....
Io sono solo più un ricordo, un' errore. Non devi trattenermi, ora puoi lasciarmi andare. Devi lasciare che io continui a galleggiare."
"No! Non posso! Non voglio!"
"Clelia..."
"No, io posso farcela."
"Ti amo. Lo sai e se anche tu mi ami, lasciami andare."
"No. Io non ti lascerò andare costi quel che costi!"

Ci fu una luce abbagliante e mi risvegliai.
"Basta! Me ne vado!" Dissi arrabbiata mentre mi asciugavo le lacrime camminando verso l'uscita della stanza.
"Mi spiace signorina, ma lei non se ne può andare finché la terapia non funziona. E le assicuro che io esaudisco sempre alla lettera gli ordini di Don. Falcone." Disse Victor stringendo forte il mio braccio.
"Lasciami!"
Cercai di liberarmi, ma senza successo. Allora tentai l'impossibile: feci finta di arrendermi e lui alleggerì di poco la presa, poi con uno scatto presi una pistola dalla sua cintura e gli sparai a un piede. Victor mi lasciò andare ed io scappai.

Corsi verso lo studio di Carmine, ma non c'era.

Perché mi ha fatto questo?! Perché mi ha torturata?!

Continuavo a farmi mille domande e a ciascuna di esse non sapevo rispondere.
Correvo per i corridoi con la costante paura di essere presa.
Mi girai un attimo per controllare che non ci fosse nessuno alle mie spalle, quando andai a sbattere contro una persona. Non sapevo chi fosse e mi spaventai, ma alla fine vidi che era solamente Mario.
"Mario! Mi hai spaventata!"
"Scusami Clelia, non volevo."
"Non fa niente, scusami tu. Sai mica dove sia Carmine?"
"Si dovrebbe essere nel salone."
"Grazie." Quando passai di fianco a Mario notai delle valigie, ma non avevo intenzione di chiedergli cosa avesse in mente.

Mi avviai verso il grande salone. Voglio fare due chiacchere con Don. Falcone.

Aprii la porta della sala e vidi Carmine seduto sul divano al centro della stanza.

"Clelia, ma che piacere vederti."
"Carmine." dissi freddamente.
"Allora com'è andata la tua terapia? Ti sei liberata dei tuoi demoni interiori?"
"Tornerò a Gotham. Questa sera stessa." Dissi non considerando la sua domanda.
"E cosa farai a Gotham?"
"La farò diventare il mio regno, perché io sono la Regina."
"A quanto pare la terapia non ha funzionato."
"No."
"Peccato, saresti stata una così brava leader."
"Peccato."
"Perché vuoi tornare a gotham?"
" Non so perché ma devo."
"Capisco."
"Un'ultima domanda: perché? Perché tutto questo?"
"Volevo far finire il tuo dolore. So cosa vuol dire perdere delle persone molto vicine."
"Non importa, tanto non ha funzionato. Arrivederci Don. Falcone."
"Arrivederci."

La sera partì per Gotham.
Si torna a casa!

<Il Re e la Regina dell'Inferno> (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora