🔍L'interrogatorio🔎

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Gordon era seduto davanti a me.
"Vuoi qualcosa da bere?" chiese gentilmente, mentre controllava delle carte che teneva in mano.
"Gradirei un caffè...nero...due zollette."
"Te lo faccio portare..." disse, poi ordinò ad un suo collega di prendere la mia bevanda.

Mi guardava mentre sorseggiavo il caffè.
"Ti chiami Clelia, giusto?"
"Non devi fare il poliziotto gentile. Ho visto chi sei veramente. Te ne sei altamente fregato quando quello stronzo di Galavan stava uccidendo Jerome."
"Da quanto tempo conoscevi Valeska?" mi chiese, facendo finta di non aver sentito le mie parole precedenti.
"Da tanto tempo..."
"Eravate molto legati?"
"Ma che razza di domanda è?! Hai visto con i tuoi occhi tutto quello che mi stai domandando!
Certo che eravamo molto legati!
Lo stavo baciando quando THEO GALAVAN L'HA UCCISO SENZA UNA RAGIONE!!!"
"Calmati, Clelia." disse cercando di parlarmi con un tono tranquillo.
Io mi calmai un po'.
"Perché non hai fatto nulla?!"
"Era un assassino. Ha ucciso molt.."
Non gli lasciai neanche finire la frase che gli urlai contro:
"E PER QUESTO SI MERITAVA DI MORIRE?!"

Non disse nulla. Allora riformulai la mia domanda:

"SI MERITAVA DI MORIRE?!"
"No." rispose Gordon rigidamente.
"Allora perché? PERCHÉ?!"
"Non so dirtelo.
Abbiamo finito, ti darò un telefono per chiamare a casa." disse mentre si alzava.
"Non sprecare tempo detective. Non risponderà nessuno."
"Chi si occupa di te?"
"Nessuno. E mi sta bene così!"
"Hai dei parenti a Gotham?"
"No. Ora vorrei andarmene." dissi anche io alzandomi dalla sedia.
"Clelia, non diventare come lui." sembrava quasi che mi stesse implorando. Patetico.
"Tranquillo Jimbo, non commetterò lo stesso errore. Non darò mai le spalle."
E così dicendo uscii dalla stanza.



<Il Re e la Regina dell'Inferno> (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora