Senza sbarre

376 17 0
                                    

"Clelia, che piacere vederti." disse Strange al mio risveglio.
"Buongiorno dottore."
"Come ti senti oggi?"
"Bene."
"Cos'è successo nella tua mente?"
"Ho solo chiarito alcuni dubbi."
"Sono molto felice per te. Credo che sia giunta l'ora di salutarci."
"Che vuole dire?"
"La mia è una struttura per i pazzi, lei mia cara è guarita."
"Quindi io, posso andare?"
"Certamente, le guardie ti aiuteranno con i tuoi bagagli. Addio." disse Strange uscendo dalla stanza.

Dopodiché mi ritrovai fuori dal cancello del manicomio in pochissimo tempo.

E ora che faccio? Sono da sola. Cosa posso fare? Nessuno accoglierà una "pazza assassina" dichiarata "sana" da un dottore inquietante.

Dopo un po' di tempo passato a riflettere decisi di andare a casa mia.
Andai solo per prendere tutte le mie cose e dare l'ultimo addio per poi non tornarci più.
Salì le scale per andare in camera mia. La casa era tutta distrutta, sicuramente i furfanti non avevano perso tempo e avevano portato via tutto.

Mi rendeva triste vedere la casa in quelle condizioni

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Mi rendeva triste vedere la casa in quelle condizioni.

Quando giunsi in cima diedi uno sguardo alla camera della nonna.
Mi scese una lacrima, ma non mi feci sopraffare dai sentimenti.
Presi due cose e scesi.

Prima di andarmene notai delle lettere, le raccolsi curiosa e uscii.

Volevo andare a trovare Bruce...ma non so.

Oh, fanculo facciamolo.
Così decisi di andare a villa Wayne.

Suonai il campanello.
Bruce mi accolse, ma non calorosamente come le altre volte.

Andammo nello studio di suo padre.

"È da tanto che non ci vediamo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


"È da tanto che non ci vediamo. Non ti ho mai ringraziato per avermi..."
"Non devi ringraziarmi." dissi interrompendolo.

Ci fu un momento di silenzio, nessuno dei due sapeva cosa dire.

"Bruce, ti dispiace se leggo una lettera?" dissi nella quiete della stanza.
"No, fai pure."

Presi la lettera con la data più recente e la aprii.

-Cara Clelia,

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

-Cara Clelia,

Sono addolorato per la tua perdita, ma non devi rattristarti, non sei sola.
Non ci siamo mai presentati a dovere, io mi chiamo Carmine Falcone, meglio conosciuto come Don. Falcone, il capo mafioso che governava Gotham.
Devi sapere che io ero un grande amico di tuo nonno e quando venne a mancare aiutai Clara a prendersi cura di tuo padre. Quando nacqui tu provai un'immensa gioia, ti ho sempre vista come una nipotina e quando ci siamo incontrati quel giorno ad Arkham ho sentito un forte calore nel mio cuore.
Vorrei rivederti, ora io mi sono trasferito in una casa al Sud. È una villa stupenda che si affaccia sul mare, potremo chiacchierare e tu mi potresti raccontare più cose su di te. Ti scrivo l'indirizzo, spero che tu accetti il mio invito.
                                              Carmine.-

Non avevo parole....
Salutai Bruce e me ne andai senza nemmeno dargli una spiegazione.
Dovevo riflettere un po'.

<Il Re e la Regina dell'Inferno> (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora