3:30 Arkham Asylum.
Sento dei passi lenti nel corridoio che si stavano facendo sempre più vicini.
Jerome? Mi chiesi nella mente, ma sapevo già che era molto improbabile che lui fosse a ruota libera per i corridoio, visto che qualche giorno fa l'hanno portato in una cella d'isolamento per aver cavato un occhio ad una guardia con una mia forcina per capelli. Beh, la guardia se l'è andata a cercare! Come osa sottrarmi al mio Re! E poi, come se non bastasse mi teneva anche a braccetto! Eh, peggio per te amico....
Mentre ero persa nei miei pensieri un uomo aprii velocemente la porta della mia cella.
''Detective?!" Sobbalzai alla vista di Gordon.
"Clelia."
"Cosa ci fai qui?"
"Ho bisogno del tuo aiuto." Disse cercando di fare un tono risoluto, ma sembrava piuttosto imbarazzato.
"Hahaha! Il mio aiuto?! Scordatelo! E perché mai dovrei aiutarti?!"
"Sconto della pena."
"Quale pena? Io non ho fatto nulla! Ho ucciso giusto 2 o 3 persone durante tutta la mia vita! Questa è Gotham! Uccidere è la prima legge per chi qui vuole sopravvivere! E no, non provare a dirmi che solo perché sto con Valeska allora sono pazza quanto lui! Forse un po'...ma non è questo il punto! Io vi ho aiutati e voi mi avete rinchiusa qui senza motivo!" Dissi mettendomi davanti a lui e guardandolo dritto negli occhi.
"Hai ragione. Questa è Gotham! E Gotham non è giusta. Ma se non vuoi aiutare il tuo unico ''parente" ancora in vita, io me ne andrò tranquillamente."
"Di chi stai parlando?" Dissi confusa.
"Carmine Falcone."
Carmine? Cosa mai sarebbe potuto capitare al capo mafioso più forte che Gotham abbi mai visto?
"Cosa è successo?" Chiesi stupita e confusa.
"Te lo spiego in macchina, ora muoviti. Andiamo!"
"Aspetta. Ma, le guardie sanno che mi stai portando via?"
"Beh, diciamo che ti sto prendendo in prestito."
"Oh, beh. Perché non l'hai detto subito! Un'evasione con il detective Gordon! Hahaha! Wow, che figata!"
"Se non ti tappi subito la bocca ti riporto immediatamente dentro."
"Agli ordini!" Dissi facendomi scappare una risatina.Riuscimmo ad uscire tranquillamente e raggiungemmo la macchina.
"Okay Jimbo. Ora mi devi raccontare tutto! Oh, non vedo l'ora di sentirti! Adoro le storie, soprattutto quelle che non hanno un lieto fine!"
"Sei quella pazza ora, eh?"
"Di cosa stai parlando? Non mi sembra l'inizio di una storia!"
"È come se avessi tante piccole personalità diverse che a volte prevalgono sulle altre, modificando il tuo carattere a loro piacere."
"Okay, ho capito. Hai bevuto."
"No. Riflettici bene. L'ultima volta che ci siamo visti volevi aiutare Bruce e salvare Jerome, eri sempre un po' fuori di testa, ma oggi sei più pazza."
"Sei serio? Secondo te come avrei dovuto diventare dopo che mi hanno rinchiusa ingiustamente in un manicomio?! Beh, sicuramente ora non sono più e non sarò mai più miss. Santarellina. Ma questo lo sai già da tempo."
Jim rimase in silenzio.
"Lasciamo stare, okay? Non mi va di discutere della mia sanità mentale con uno sbirro. E poi...non avevi una storia da raccontare?"
"Hai ragione, scusami. Allora, qualche settimana fa sono andato a parlare con Falcone per chiedergli aiuto. Gotham è sotto il controllo di Pinguino e la città sta andando in malora..."
"Wow, che novità!'' Dissi interrompendolo. Jim mi guardò un po' storto, ma in fondo sapeva che avevo ragione.
"...come stavo dicendo, ho chiesto aiuto a Falcone, ma lui ha rifiutato..."
"Perché? Il Carmine che conosco io morirebbe per Gotham!" Dissi interrompendolo una seconda volta.
"Beh, non se glielo chiede la persona che ha ucciso suo figlio." Disse con gli occhi bassi, sebbene gli tenesse sulla strada.
"Mario...."
"Si, ho ucciso Mario, era stato infettato dal virus di Alice e quindi..."
"Il virus di chi? Cos'è una specie di droga?" Chiesi io confusa.
"Diciamo di sì. Il sangue di questa ragazza fa comparire la parte peggiore delle persone e...no aspetta, non è sicuro che io ti dia delle informazioni così importanti. Soprattutto perché..."
"Sono la fidanzata di uno dei pazzi criminali più incredibili che Gotham abbia mai visto." Dissi come se fosse una filastrocca che ormai sapevo a memoria e con la quale completavo gran parte delle frasi di Gordon.
"Beh, si. Anche se incredibile non è l'aggettivo che avrei usato io."
"Ah, si? E quale avresti usato?"
"Beh, aggettivi che si intonano alla perfezione con Jerome sono:
sadico, psicopatico, crudele, inquietante..."
"...ferito, furbo, divertente, intelligente, teatrale, spettacolare..." Aggiunsi.
"Si, alcune le potrei accettare." Disse Jim tenendo sempre gli occhi fissi sulla strada.
"Beh, la storia?"
"Ok. La continuo se tu la smetti di chiamarla storia!"
"Va bene. Allora va pure avanti a raccontare la fiaba." Dissi con un sorrisetto di sfida. Che lui però non vide perché non si degna di rivolgermi nemmeno uno sguardo.
Ma poi con un sospiro di rassegnazione il detective continuò il suo racconto.
"Praticamente, quando ho chiesto a Falcone il suo aiuto e lui ha rifiutato, sua figlia Sofia si è offerta di venire a Gotham per risolvere tutto e riprendere il controllo della famiglia Falcone...."
"Scusa, ma prima non stavi parlando di un virus?"
"No, cioè si, ma non era inerente alla vicenda, beh...non totalmente. Comunque sia vuoi farmi finire si o no?!" Disse un po' seccato.
"Scusami tanto." Dissi con sarcasmo e lui ricominciò a parlare.
"Alla fine praticamente lei vorrebbe rubare la scena a Oswald e sedersi sul trono di Gotham per sempre."
"Non mi è mai stata simpatica quella puttana." Dissi.
A Jim scappò un sorrisetto e io ne approfittai.
"Wow,Il grande Jim Gordon che sorride!"
"Piantala." Disse tornando serio.
"Ma...c'è una cosa che non capisco ancora..."
"Cosa?"
"Che cazzo c'entro io in tutto sto casino?!"
"Beh, sei la ''nipote'' di Falcone, il trono potresti tranquillamente prendertelo tu. E così Sofia sarebbe sconfitta."
"Mi hai preso per stupida? Quindi scusa, se ho capito bene, io, la pazza criminale, fidanzata di Jerome Valeska, dovrei prendere il trono di Gotham con il consenso del detective più in gamba di tutta la città? A me suona male questa faccenda. Guarda che ho capito che vuoi solo che io ti aiuti per poi farmi rigettare da te e i tuoi amichetti sbirri in quel buco di Arkham! Ma sai una cosa Jimbo? Io ti aiuterò lo stesso. Ricorda però di non sottovalutarmi, MAI. E che, beh...potresti pentirti del fatto di avermi liberata."
"Per te sarebbe meglio che io non me ne penta. Se no, ti riporto li dentro e mi assicurerò che tu ci rimanga per il resto della vita."
"Touchè."
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<Il Re e la Regina dell'Inferno> (in revisione)
Fiksi PenggemarClelia è un'adolescente molto curiosa e testarda. Abita a Gotham city, una cittadina "tranquilla". La sua vita è normale, al quanto monotona. Ma presto i suoi problemi non avranno fine!