Prigioniera

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Le urla di dolore riempivano i muri grigi e deprimenti del manicomio.
I passi delle guardie si sentivano a malapena.

Io ero in un angolino e fissavo il vuoto, ascoltando i rumori intorno a me. Mi sentivo sola.

Pian piano i vigilanti furono davanti alla mia cella

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Pian piano i vigilanti furono davanti alla mia cella.
Gli aspettavo, avevo già percepito il loro arrivo.
Mi fissavano, ma io ero indifferente.
Sentii dei passi percorrere il corridoio. Il silenzio si creava al loro passaggio, finché il corridoio non fu totalmente calmo e taciturno.

"Buonasera, io sono il dottor. Strange, mi prenderò cura di te durante la tua permanenza nella mia struttura.
Ora se non le dispiace la vorrei portarla in un posto molto speciale, nel quale ci conosceremo meglio."

Al finir delle sue parole i vigilanti mi presero per il braccio e mi trascinarono via. Io non opposti resistenza, sarebbe stato solo uno sforzo inutile.

Mi portarono in una camera bianca. Nel centro c'era una sedia.
Mi fecero accomodare, ma quando mi sedetti mi legarono subito i polsi.
Cominciai ad agitarmi e provai a liberarmi, però le guardie mi drogarono con una siringa e mi calmai.
Strange si avvicino a me.
"Come ti chiami?"
"Clelia..."
"Che nome affascinante. Dimmi Clelia, perché sei qui?"
"Io...io non lo so..."
"Vedo molto dolore nei tuoi occhi, mia cara, che cosa ti è capitato?"
"Di tutto.."
"Tranquilla, ora stai per compiere un viaggio magnifico, viaggerai nella tua mente e farai un'esperienza totalmente unica! Ti invidio..."
Dopodiché mi mise una specie di casco e degli occhiali strani.
"Chissà cosa ti riserverà la tua mente.." disse il dottore azionando una macchina collegata agli aggeggi che mi aveva messo addosso.

Sentii una forte scossa, urlai dal dolore...poi buio.

<Il Re e la Regina dell'Inferno> (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora