Il naso freddo, le labbra di ghiaccio, le guance attraversate da fiumi ghiacciati, gli occhi prosciugati completamente.
E il viso, il viso era pallido.Immobile.
Ero ferma a guardare quel dannato blocco di pietra...
"Nonna..."
Le lacrime scivolavano giù per il mio viso, per poi cadere come gocce di pioggia.Io speravo che le lacrime che cadevano e sprofondavano nella terra sotto ai miei piedi potessero in qualche modo arrivarle.
Speravo potesse sentirle, volevo farle sapere che io la sto pensando e non smetterò mai di farlo.Tenevo un fiore in mano, una rosa.
Una rosa rossa, come piacevano a lei.
La posai dolcemente accanto alla lapide."È davvero un bel fiore.
Le rose sono affascinanti.
Così belle e così spinose.
Ti somigliano." disse una voce molto famigliare.
"J..Jerome?"
"Salve mia Regina!" disse come al solito...
"Jerome ti ho già detto di non chiamarmi così...ed ora vattene. Non sono in vena delle tue stupidaggini."
"Tranquilla, non sono qui per infastidirti, almeno per ora.
Mi spiace per la tua perdita." disse con tono dispiaciuto.
"Smettila di fingere che t'importi e tornatene da dove sei venuto." dissi stufa.
"Ti giuro che sono serio."
"Come no...ora piantala..." dissi mentre pian piano stavo ricominciando a piangere.Jerome non disse nulla, si avvicinò semplicemente e mi abbracciò.
Io ricominciai a piangere, ma ricambia l'abbraccio.Non riuscivo a smettere di piangere.
Ora ero tra le braccia di Jerome e continuavo a piangere.
Lui, vedendo che non smettevo di versare lacrime provò a consolarmi."Perché piangi?" disse simulando la voce di una bambina.
"Io..."
"Chi ti ha ferito?" continuò ad imitare la voce di prima.
"Veramente..."
"Sai...oggi...è il mio compleanno.." disse, questa volta con la sua voce.
"A...auguri..." dissi asciugandomi le lacrime.
"Questa volta te lo farò io un regalo..."
Si girò dandomi le spalle, mi disse di chiudere gli occhi.
Poi, mi prese la mano, ci mise una cosa dentro, la richiuse, la baciò, fece un inchino e disse:
"Tenga mia Regina."Io aprì la mano e con mia sorpresa dentro ci trovai la collana che mi avevo regalato mia nonna quando ero appena nata e che poi avevo donato a Jerome tanti anni fa.
"Jerome..." dissi con le lacrime agli occhi.
"Grazie.
Grazie di avermela data quel giorno, da quel momento non l'ho più tolta.
E non ho mai smesso di pensare alla bambina che me l'aveva donata.
Nei momenti più difficili la stringevo forte.
Mi ha dato la forza e la certezza di cui avevo sempre avuto bisogno.
E spero che sia utile anche a te."
Mi ero rimessa a piangere.
Come facevo a trattenere le lacrime?Non dissi nulla mi avvicinai e lo abbracciai.
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<Il Re e la Regina dell'Inferno> (in revisione)
أدب الهواةClelia è un'adolescente molto curiosa e testarda. Abita a Gotham city, una cittadina "tranquilla". La sua vita è normale, al quanto monotona. Ma presto i suoi problemi non avranno fine!