😈Jerome❤️

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"drinnn" "drinnn" "drinnn"

La sveglia continuava a suonare ed io continuavo a dormire.
Non avevo la minima voglia di alzarmi, ma chi ha voglia di alzarsi il Lunedì mattina?
Nessuno, ed io non sono un'eccezione.

"drinnn" "drinnnn" "drinnnn"

Che palle! Ho capito, mi alzo...
Spengo quel cazzo di oggetto infernale. E mi dirigo verso l'armadio con una dolorante camminata da zombi, mi vesto, prendo lo zaino, guardo l'ora e...

SONO IN RITARDOO!!!

Scendo le scale e mi dirigo il più velocemente possibile alla fermata dell'autobus.

*ce la faccio, ce la posso fare, dai cazzo...* continuavo a ripetere e ripetere le stesse parole nella mia mente mentre cercavo di prendere quel fottutissimo autobus di merda!
Per fortuna riuscì a prenderlo proprio all'ultimo secondo.

*Beh, la giornata inizia favolosamente...*

Arrivo in classe, mi siedo al mio posto, ovviamente ultima fila accanto alla finestra.
"Buongiorno ragazzi!" ci saluta entrando il prof. di italiano.
"Buongiorno!" un coro di voci ricambiano alzandosi in piedi in segno di educazione.
"Bene, mentre aspettiamo che arrivi l'autobus che ci porterà alla caserma di polizia, finite di leggere il capitolo 7."ci disse il professore sedendosi alla cattedra.
Cazzo, oggi c'è la gita alla G.C.P.D! Me ne ero dimenticata, menomale che non bisognava portare nulla.
Faccio un respiro di sollievo e inizio a leggere.

Dopo un po'...
"Bene ragazzi, mi hanno appena comunicato che l'autobus è arrivato.
Formate una fila ordinata e cominciamo a scendere."
Il prof. non sembrava molto entusiasta di andare alla caserma di polizia, anzi sembrava scocciato all'idea di andarci.

Arrivammo alla G.C.P.D.
Entriamo e riesco a vedere Annie e Bruce che chiaccherano mentre entrano nella centrale.

"Buongiorno! Mi chiamo Norman. Sarò la vostra guida all'interno della G.C.P.D, ovvero la centrale di polizia della nostra amata città: Gotham."
"Buongiorno." dissero 22 voci in coro.
"Bene, iniziamo il tour."disse la guida anch'essa un po' scocciata...
"Prima di entrare però vi devo elencare le regole che non dovrete ASSOLUTAMENTE infrangere, intesi?" ci chiese.
"Si..." rispose un coro scocciato.
"Bene, allora, non potete entrare non accompagnati da un'apposita guida nelle stanze della centrale, non dovete disturbare i poliziotti e non dovete ASSOLUTAMENTE avvicinarvi ai criminali, capito?!" disse con tono fermo.
"Si..." rispondemmo ancora seccati.
"Favoloso, seguitemi."disse cominciando ad entrare nella centrale.

Passò un po' di tempo...quando...

Stavamo passando per un corridoio, per andare verso l'archivio della centrale, quando sentii una voce chiamarmi da una stanza buia...

"Ciao Clelia, è bello rivederti..." disse quella voce proveniente dal fondo della stanza.
Mi staccai dal gruppo che stava proseguendo e decisi di entrare nella stanza. Mossa avventata lo so, ma hey, quello conosce il mio nome.
"Chi sei?" chiesi con fermezza alla sagoma poggiata in fondo alla stanza.
Era buio e non riuscivo a vedere bene così decisi di accendere le luci...
Ero dentro ad una stanza piccola, in fondo c'erano delle sbarre. Era una cella, una cella lontana dalle altre, una cella di isolamento presumo...
"Non mi riconosci?Che delusione..."mi disse con finta tristezza.
Mi avvicinai sempre di più finché non fui davanti alla gabbia...
"Jerome...."dissi con aria confusa e sorpresa.
" Esatto dolcezza, hai indovinato!"
" Perché sei qui? "chiesi incredula e confusa.

Jerome seriamente?! Mi sa che la mia vita mi sta pigliando per il culo ma alla grande!

"Ti ricordi il nostro primo incontro?"
"Si..."
"Beh...se ti ricordi bene, stavo piangendo, ero stato picchiato da quella puttana di mia madre e dal suo
uomo della serata.
Passarono gli anni e lei continuava a picchiarmi e a comandarmi a bacchetta come più le faceva comodo. Ed io non lo sopportavo più...così, beh...diciamo che l'ho uccisa. Ed ho goduto ogni singolo momento di quella sera."
Rimasi pietrificata, non me lo aspettavo, pensavo fosse così innocente, così gentile, così indifeso. Ma mi sbagliavo, mi sbagliavo alla grande! Ed ora ero in una stanza da sola con un pazzo psicopatico.
"Cosa vuoi da me?" dissi guardandolo ancora incredula di quello che avevo davanti.
"Fammi uscire." mi disse seriamente, invece che con il suo tono ironico e divertito con cui mi aveva parlato prima.
"N..no, io n..non posso."
"Fammi uscire e ti prometto che non ti ucciderò."
"Fai sul serio? Ti ho detto di no! Non posso farti uscire non dovrei neanche trovarmi qui." dissi cominciando a dirigermi verso l'uscita della stanza.
"Eh va bene...ma ci rivedremo tesoro...te lo prometto." disse minacciosamente iniziando a ridere.
La sua risata, non era una risata normale, la sua metteva i brividi, la sua risata era qualcosa di inquietante e coinvolgente allo stesso tempo.
Controllai di non essere osservata ed uscii dalla stanza per non voltarmi più in dietro.

<Il Re e la Regina dell'Inferno> (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora