Capitolo 4 (Revisionato✔️)

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Quella sera il White Club era pieno di gente, al punto che Ania riuscì a trovare il tavolo dei suoi amici solo quando Marta sollevò un braccio agitandolo per segnalare il punto esatto in cui erano seduti. Così li raggiunse, salutò tutti in maniera generale e prese posto vicino all'amica.

Luca, seduto qualche sedia più in là, non aveva alzato nemmeno lo sguardo, anzi, sembrava non essersi proprio accorto della sua presenza.

- Allora? Dov'eri finita? - chiese Marta.

- Da nessuna parte, non mi ero resa conto di essere in ritardo. - rispose Ania.

- A me non la racconti giusta! - Marta ammiccò con fare malizioso.

- In che senso? - la mora aggrottò la fronte.

- So che oggi Luca è passato da casa nostra. - fece l'occhiolino.

- E come lo sai?

- Il suo succhiotto sul collo la dice lunga! - esclamò. - E poi dicono che oggi ha liquidato il gruppo, so fare due più due, sai?! - disse Marta ridacchiando.

Ania rimase di stucco. Se c'era una cosa certa, era che Luca le aveva mentito quando le aveva detto di dover andare alle prove, la storia del succhiotto ne era la conferma. Non c'era altro da pensare se non che fosse andato con un'altra e ciò non avrebbe nemmeno disturbato Ania se solo fosse stato sincero, se solo non l'avesse incolpata di averlo trascurato, mentre lui aveva già trovato conforto in qualcun'altra.

- Marta, Luca è venuto a casa nostra per pochi minuti, ci siamo dati solo un bacio e poi ha detto di dover andare alle prove. Non so dove sia andato. - spiegò la ragazza incredula.

Marta si stupì di quelle informazioni, spalancò gli occhi.

- Allora dov'è andato? - chiese, come se l'amica potesse saperlo.

Le due ragazze rimasero in silenzio per qualche secondo, dopodiché Ania si voltò a guardare Luca, ignaro della loro scoperta e ancora intento a chiacchierare con gli amici.

- È uno stronzo! - esclamò la bionda incrociando le proprie braccia sul petto.

A quel punto, Ania si alzò di scatto dalla sedia.

- Dove vai? - domandò l'altra.

- Ho bisogno d'aria. - si incamminò verso l'uscita e ignorò la voce di Marta che l'aveva di nuovo chiamata tra la folla.

In quel momento, Luca si accorse finalmente della sua presenza e si precipitò fuori dal locale, camminando a grandi passi e cercando di raggiungerla.

- Ania, eri qui? - chiese.

- Ero! - precisò lei continuando a camminare.

- Che succede? - si piazzò di fronte a lei, costringendola a fermarsi.

Ania fissò i suoi occhi in preda alla rabbia.

- Mi prendi per il culo? - gli chiese retorica.

- Cosa? Perché? - domandò il ragazzo con aria perplessa.

- Guardami negli occhi, Luca: oggi sei andato alle prove? - tentò di testare la sua sincerità.

- Oggi? - Luca prese tempo, improvvisamente nervoso.

- Dove sei stato oggi? - ribadì allora lei, impaziente di ricevere una risposta.

- Non vedo perché debba darti spiegazioni. - disse lui, assumendo un tono improvvisamente sicuro.

- D'accordo, non darmele, ma sparisci per sempre dalla mia vista! - esclamò Ania, poi riprese a camminare.

- Ania, non fare così! - la supplicò seguendola.

- Vattene! - ringhiò la ragazza fermandosi nuovamente. - Vieni a casa mia a farmi la predica perché non ho risposto a qualche messaggio e poi vai a letto con le altre?

- Hai detto che non siamo impegnati, pensavo non ti importasse... - cercò di giustificarsi.

- Come diavolo ci riesci a mettermi le mani addosso sul tavolo di casa mia e farti un'altra nell'arco di un'ora?

- Senti, è successo solo una volta... - provò a dire.

- Vaffanculo! - urlò lei e si allontanò furiosamente.

Non era innamorata di Luca, questo era certo, ma quello di lui non era stato per niente un comportamento corretto. Se avesse voluto vedere altre ragazze, non avrebbe dovuto fare altro che dirlo, lei avrebbe capito, si sarebbe fatta da parte e avrebbero chiuso quella specie di relazione una volta per tutte. Invece Luca aveva scelto di agire alle sue spalle, forse nella speranza di poter avere lei e chissà quante altre allo stesso tempo, recitando perfino la parte del ragazzo trascurato a cui venivano riservate scarse attenzioni.

Ania era furiosa e stava camminando in fretta per non perdere l'ultimo tram che l'avrebbe riportata a casa, quando qualcosa attirò la sua attenzione: un manifesto diceva "Ermal Meta in concerto, 15 ottobre ore 21:30".

Fu un colpo al cuore, quella notizia era arrivata come una manna dal cielo, proprio quando ne aveva più bisogno. Le sembrò un segno, come se il suo cantante preferito fosse arrivato in suo soccorso, a salvarla come faceva inconsapevolmente tutti i giorni.

Osservò ancora per qualche minuto la sua immagine, i ricci perfettamente definiti, l'espressione gioiosa sul suo volto e si dispiacque che gli occhi non fossero ben visibili. Quegli occhi erano ciò che l'avevano maggiormente colpita, lei li aveva incontrati, li aveva scrutati, aveva anche provato a studiarli. Erano occhi profondi e li aveva sognati una notte intera, cercando di cancellarli il mattino seguente, con scarsi risultati.

Lui era lì adesso, su un innocuo manifesto, del tutto ignaro di aver appena fatto sorridere una ragazza che, fino a un attimo prima, stava sbraitando contro l'oggetto della sua rabbia. Ania rilesse la data altre dieci volte, fissandola nella sua mente come uno degli avvenimenti più importanti della sua vita.

*****

Le lezioni universitarie ebbero inizio pochi giorni dopo, Ania e Marta furono molto impegnate, ma nonostante ciò non passava giorno senza che parlassero dell'imminente concerto. Marta, addirittura, disegnò un enorme cuore rosso sulla data riportata dal calendario e stilava spesso una lista con tutte le canzoni che Ermal avrebbe potuto cantare, nell'ordine d'uscita che lei stessa si era immaginata.

I messaggi da parte di Luca ricominciarono ad arrivare sul cellulare di Ania, ma stavolta erano messaggi pieni di scuse, in cui continuava a chiederle un incontro che gli permettesse di chiarire quello che lui chiamava "un malinteso". Ma lei sapeva bene che non c'era stato nessun malinteso, dal momento che lui stesso aveva ammesso di essere stato con un'altra ragazza.

Per Ania era semplicemente arrivato il momento perfetto per chiudere quella specie di avventura a lungo termine che, tra l'altro, non l'aveva mai del tutto convinta. Una semi-relazione senza alcun sentimento, senza alcun interesse e, da com'erano andate le cose, perfino senza alcun rispetto, non le serviva a nulla se non a perdere tempo e lei non aveva nessuna intenzione di buttare via il proprio tempo.

Con l'arrivo dell'autunno, Marta iniziò a frequentare sistematicamente un ragazzo di nome Flavio, il batterista della stessa band di cui Luca faceva parte, nonché uno dei migliori amici di quest'ultimo.

A ottobre Luca sembrò smettere di contattare Ania, il che fu un vero sollievo per lei che non gli aveva mai risposto e che, a un certo punto, aveva anche pensato di bloccarlo.

Si sentì libera di guardare avanti, di chiudere per sempre coi rapporti tossici e magari cominciare a frequentare qualcuno che le piacesse davvero e che tenesse realmente a lei. Le piaceva vedere Marta così presa da Flavio e desiderava anche lei avere una persona speciale, una di quelle che diventano il primo pensiero al mattino e l'ultimo alla sera.

Ma adesso era il momento di concentrarsi sullo studio, l'amore forse sarebbe arrivato da sé perché, nonostante lo desiderasse, non aveva alcuna intenzione né voglia di mettersi a cercarlo.

Si rese conto che l'esperienza con Luca non si era rivelata del tutto inutile, anzi, l'aveva aiutata a capire cosa voleva e, soprattutto, cosa non voleva.

Senza un Graffio e Senza PaureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora