Capitolo 25 (Revisionato✔️)

474 15 0
                                    

I giorni seguenti furono duri per Ania, molto più di quelli trascorsi. Ciò che era successo la sera della festa l'aveva scossa, l'aveva spaventata a morte e la vicinanza di Mauro si rivelò molto più utile di quanto avesse immaginato.

Ania faceva fatica a mangiare, ad addormentarsi e a concentrarsi sullo studio, sebbene continuasse a seguire regolarmente le lezioni. Il ricordo di quella sera la terrorizzava, il rumore dei passi di Luca che la seguivano su per le scale, la sua mano che si aggrappava alla caviglia, la sensazione di essere ormai spacciata... Si chiedeva cosa avesse fatto di male per meritare una simile punizione, si sentiva in trappola, stretta tra le mura di casa e costretta a farsi sempre accompagnare da qualcuno, anche se Mauro sembrava farlo più che volentieri.

Il ragazzo si era sentito in colpa per non averla accompagnata fino al pianerottolo di casa quella sera, si era scusato molte ed Ania aveva cercato di spiegargli che non era stata colpa di nessuno, che non sarebbe stato possibile immaginare ciò che sarebbe accaduto.

Quella sera, dopo che Ania era riuscita a sfuggire dalle grinfie di Luca, aveva chiamato la polizia, piangendo aveva detto di essere stata seguita fino a casa da un uomo che le aveva messo le mani addosso. Ma all'arrivo dei poliziotti, Luca si era già dileguato e Ania aveva preferito non rivelare il suo nome, dicendo di non averlo mai visto prima.

La sua speranza era che le cose si placassero da sole, che Luca riuscisse a farsi aiutare senza costringerla a denunciarlo, ma aveva la netta sensazione che ciò non sarebbe accaduto, che la prossima volta che lo avrebbe incontrato, sarebbe andata molto peggio.

Anche Marta si era sentita in colpa per la storia di Sara, in fondo era stato a causa della sua ingenuità se la riccia aveva avuto la possibilità di conoscere gli spostamenti di Ania, così passò le giornate a cercare di far svagare l'amica, di farla evadere in qualche modo da quella routine fatta di studio e divano.

La bionda smise di vedere altri ragazzi, si concentrò solo su Flavio, rendendosi conto che era l'unico in grado di farla sentire amata e al sicuro.

Ania, invece, abbandonò l'idea di Ermal. Marta aveva ragione, non avrebbe mai più chiamato e rassegnarsi alla sua assenza sarebbe stata la cosa più giusta da fare... Se solo fosse stato facile.

In fondo era stata lei a spaventarlo, a chiedergli di più ed Ermal le aveva spiegato che non era pronto a darglielo, ma è difficile stare ad aspettare che la persona che si ama si innamori di noi, c'è il rischio che questo non accada e correre quel rischio non è semplice, non è da tutti, Ania non si sentiva così tanto coraggiosa da affrontarlo.

Provò piano piano ad accontentarsi solamente dell'Ermal cantante, cercando di capire tramite i social come stesse andando la sua vita. Una sera, infatti, si imbatté in una foto che lo ritraeva accanto a delle donne a un evento che sembrava essere di beneficenza. Erano modelle, conduttrici televisive e radiofoniche ed erano belle, eleganti, lo tenevano stretto mentre lui sorrideva all'obbiettivo.

Ermal era bello in quel completo elegante ed Ania si chiese cosa diavolo avesse da sorridere, così sbuffò, bloccò il proprio telefono e lo lanciò irritata sulla scrivania.

Ma un attimo dopo, quello stesso telefono prese a vibrare ed Ania si voltò di scatto verso esso. Non conosceva il numero che apparve sullo schermo, si impaurì, ma decise di rispondere comunque, sarebbe potuto essere importante.

- Pronto? - rispose incerta.

- Ciao!

Si stupì, il suono della voce era simile a quello di Ermal e ciò l'aveva sicuramente colta di sorpresa.

- Ermal?

- Aspettavi qualcun altro? - chiese ironico.

- Beh... Non mi aspettavo te. - replicò la ragazza.

Senza un Graffio e Senza PaureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora