3 extra (Riferimento a Capitolo 7) (Revisionato✔️)

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Oggi ho un'importante intervista alla quale avrei voluto presentarmi fresco e riposato, ma le cose non sono andate secondo i miei piani, visto che sono le sei e sono già sveglio da mezzora. Sono rimasto a letto nel tentativo di riaddormentarmi e farmi un'altra oretta di sonno, ma come al solito la mia mente ha iniziato a vagare tenendomi sveglio.

Sbuffo, mi porto le mani sul viso, poi decido di alzarmi, mi infilo un maglione pesante e, con la sigaretta in bocca, mi affaccio al balcone della camera d'albergo.

C'è un'alba meravigliosa e il mare è di uno straordinario azzurro. Mi chino e appoggio le braccia alla ringhiera, guardando distrattamente la piscina sottostante. Fa freddo, ma il panorama da qui è stupendo, il sole che sorge tra i colori pastello è sempre uno spettacolo degno di essere visto.

Sono passate già due settimane dal primo concerto, il tour sta andando molto bene, sono felice, anche se devo ammettere che comincio a sentire una certa stanchezza, ma ci sta, fa parte del gioco e va benissimo così.

In questi giorni mi è capitato di ripensare a quella ragazza. Onestamente non capisco perché, dopo il concerto ho creduto che col passare dei giorni non ci avrei più pensato, che quell'immagine sarebbe sbiadita andando avanti col tour, ma forse mi serve più tempo. Che idiota che sono!

Spengo la sigaretta ormai finita, torno in camera e mi dirigo verso il bagno, ho bisogno di una doccia. Mi sfilo il maglione e alzo lo sguardo verso lo specchio: ho un aspetto orribile stamattina e i capelli sono la cosa peggiore. Mi avvicino al mio riflesso e mi passo una mano sulla barba, oggi non ho voglia di sistemarla.

Poi mi spoglio del tutto, entro in doccia, avvio il getto d'acqua e ripenso inevitabilmente a lei.

Ok, mettiamo il caso che, per assurdo, io fossi interessato a conoscerla, come potrei mai cercarla? Ho il suo indirizzo, ma non posso mica presentarmi sotto casa sua e citofonare dicendo "Ciao, sono Ermal Meta, scendi?". Sarebbe troppo strano, senza contare che potrei trovare un post su chissà quale social in meno di un minuto.

Non posso espormi così, ne va della mia immagine e poi che diavolo mi prende? Sono single da un bel po', le avventure non mi mancano e non sento nemmeno il bisogno di una persona fissa al mio fianco, quindi perché proprio una fan? No, nessuna fan, devo smetterla! È una tipa qualsiasi, per quel che ne so potrebbe anche non piacermi, potrebbe essere vuota, stupida e chissà che altro.

E se non lo fosse?

Scuoto velocemente la testa per scacciare via questi inutili pensieri, passo diversi minuti sotto la doccia, poi mi asciugo, cerco di domare i miei capelli che oggi non sembrano darmi molto filo da torcere e infine mi vesto.

Incontro due dei miei collaboratori nella hall e facciamo colazione insieme prima di andare agli studi in cui si terrà l'intervista. Seduto al tavolo del bar, seguo distrattamente le loro chiacchiere mentre mi metto gli occhiali da sole per cercare di coprire l'aspetto delle mie occhiaie.

Improvvisamente vedo arrivare un tipo con un mazzo di rose che si dirige verso una donna, lei si porta le mani sul viso sorpresa e lo abbraccia, mentre un'idea malsana inizia a balenarmi nella mente: e se le mandassi dei fiori?

No aspetta, che cazzo dico? Dei fiori, come mi salta in mente?

Mi fermo a pensarci per qualche istante, in fondo che male ci sarebbe? In forma anonima non saprà mai che sono stato io e l'idea di confonderla mi fa sorridere, mi diverte.

- Perché sorridi? - mi chiede Cristian.

- Cosa? Niente. - mi volto verso lui come se fossi appena cascato dalle nuvole e in effetti...

Ci beviamo un altro caffè, dopodiché decidiamo di dirigerci verso l'auto e mentre li seguo, cerco su internet un buon fioraio nella sua città e lo trovo in poco tempo. Senza nemmeno starci a pensare più di tanto, schiaccio sul numero di telefono e parte la telefonata.

Mi isolo per qualche istante e ordino dei fiori, per poi cambiare idea e decidere per una rosa rossa. Eseguo il pagamento sotto falso nome e sorrido tra me e me, mentre mi avvio nuovamente verso la macchina in cui mi aspettano.

L'auto parte, quindi blocco il telefono e guardo fuori dal finestrino. Improvvisamente mi pento di ciò che ho appena fatto, che bisogno c'era? E se avesse un fidanzato? Potrei metterla nei casini, crearle dei problemi ed è l'ultima cosa che avrei voluto.

Ma ormai è andata, la verità è che questa ragazza mi ha colpito più di quanto io stesso voglia ammettere, quindi cerco di convincermi di averlo fatto solo per ringraziarla di avermi fatto sentire bene in sua compagnia, solo per omaggiarla.


*****


Questo weekend sarò libero per tre giorni, degli amici mi hanno invitato a fare un giro in barca e ho subito accettato. Anche se è già novembre, amo il mare e sicuramente questa gita mi regalerà un po' di meritato relax.

Stasera ci siamo fermati in una località molto carina, ci sono già passato diverse volte e ho un caro amico musicista che ci vive, così decido di chiamarlo e lui mi invita a passare il pomeriggio insieme.

Lascio la barca, affitto una macchina e lo raggiungo nella sua villetta. Così passiamo qualche ora tra musica e risate, buttiamo perfino giù qualche frase per un ipotetico testo e beviamo del vino che proviene dalle sue cantine... Beh, forse ne beviamo un po' troppo, non è neanche ora di cena e sono già brillo.

Quando decido di tornare in barca, lui insiste perché io eviti di guidare, vuole chiamare il suo autista perché mi riporti sano e salvo al porticciolo.

- Ti ho invitato e ce la siamo spassata, non voglio averti sulla coscienza! - mi dice ironico.

Non sono un incosciente, so bene quando non sono in grado di guidare e in questo momento sono perfettamente capace di badare a me stesso, ma continua a insistere e decido di dargliela vinta.

- Va bene, chiama il tuo fottuto autista se ti fa stare meglio! - dico alzando gli occhi al cielo e lui sorride soddisfatto.

Così salgo in macchina e, visto che stasera ho un autista, ne approfitto per stare dietro.

Ci fermiamo a un semaforo, abbasso il finestrino per prendere un po' d'aria, ma un gruppo di ragazzine mi vede e comincia a urlare il mio nome.

- Cazzo! - esclamo mentre l'autista sghignazza.

Richiudo velocemente il finestrino, il semaforo diventa verde e l'auto riparte spedita, ma dopo qualche istante rallenta di colpo. Una ragazza sta per attraversare la strada, ma rendendosi conto che forse la macchina non si sarebbe fermata, fa un passo indietro, spaventata.

- Aspetta, fermati! - dico all'autista.

Non ci posso credere, è lei? Che ci fa qui? E quante probabilità c'erano che attraversasse la strada proprio in questo punto, nel momento esatto in cui io passavo da qui?

- Ma allora mi segui! - le dico dopo aver abbassato il finestrino.

Solleva lo sguardo, mi vede, schiude le labbra e rimane immobile, fissandomi incredula. Il suo stupore mi fa sorridere, ma non riesco a capire se è impaurita o semplicemente imbarazzata.

- Scusami, ti ho spaventata? - le domando, mi dispiace che quell'idiota dell'autista l'abbia quasi messa sotto.

- N-no... Io... Sto bene. - dice con incertezza.

- Sei sola? Hai bisogno di un passaggio? - le chiedo, perché se ne va in giro tutta sola?

- No, stavo solo attraversando la strada. - risponde con mia grande delusione.

- Allora ti va di fare un giro? - le chiedo gentilmente.

Non mi do per vinto, non posso lasciarla andare così, vorrei farmi perdonare per averla quasi investita, nonostante la colpa non fosse mia.

Ania Abbassa lo sguardo e si prende del tempo per pensarci.

Pensavo fosse contenta di vedermi, ha davvero bisogno di pensarci tanto? Dai, non può dirmi di no, è una coincidenza strana e lasciarla sfuggire sarebbe da stupidi.

A un tratto solleva lo sguardo, sorride ed è bellissima, le sorrido anch'io di riflesso.

- Mi piacerebbe fare un giro! - dice con mio grande sollievo.

Senza un Graffio e Senza PaureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora