Ho mollato la barca con una scusa qualunque e non dev'essere stata granché convincente a giudicare dal modo in cui mi hanno guardato gli amici. Il fatto è che ieri ho incontrato Ania, abbiamo passato una bella serata, sono stato bene e non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di rivederla, anche se probabilmente è la cosa più sbagliata che io abbia mai fatto.
Ma credo sia inutile ormai stare a pensarci dal momento che sono in macchina, davanti al cancello del luogo in cui alloggia, in attesa che arrivi.
Questo posto si trova in pieno centro, c'è un gran viavai di gente e l'idea che qualcuno possa vedermi insieme a lei mi dà noia, non mi va che si parli inutilmente della mia vita privata.
Così decido di spostarmi, metto in moto e mi inserisco in una stradina laterale all'edificio, abbastanza buia perché possa starmene tranquillo e accorgermi comunque dell'arrivo di Ania.
Beh, forse non proprio, visto che l'unica cosa che mi avvisa del suo arrivo è il rumore del cancello che si chiude. Il primo istinto è quello di scendere e raggiungerla, ma non avrebbe senso, visto che ho parcheggiato qui proprio per nascondermi. Allora faccio lampeggiare le luci dell'auto e, fortunatamente, si volta in questa direzione. Lo faccio un'altra volta, sperando che capisca e la vedo muoversi verso di me con fare incerto, così abbasso il finestrino.
- Sono solo io. - dico facendomi vedere.
La sua bocca si piega in un sorriso che basterebbe a illuminare questa stradina buia e ciò mi rincuora. Si incammina verso il lato passeggero, poi salta su.
- Mi dispiace, riesco sempre a spaventarti in qualche modo. - mi scuso per averla messa a disagio.
- Non fa niente, è solo che a un certo punto ho pensato che non saresti più venuto. - dice con espressione un po' delusa.
- Di solito non mi piace dare buca, ho solo cercato di parcheggiare in un posto appartato, onestamente non ho nessuna voglia di essere riconosciuto, spero tu possa capire. - le spiego, anche se so che può essere difficile da comprendere.
- Di solito? - estrapola quell'unica frase, quasi come se tutto il resto fosse stato semplice silenzio.
- Hai ignorato il resto. - le faccio notare.
- Ammetto che "di solito" è la parte che più mi ha colpita.
Bene, a quanto pare pesa ogni singola parola che le viene detta, praticamente basta una sillaba fuori posto a bacchettarmi.
- Interessante, quindi dovrò stare attento a ciò che dico. - la prendo in giro.
- Non mi sfugge niente. - risponde con sicurezza.
Ah però! Qui c'è del pepe, senza contare che stasera è molto carina... Ok, la sto guardando un po' troppo, me ne rendo conto quando si imbarazza e abbassa lo sguardo.
- Dove andiamo? - mi domanda per non darmelo a vedere.
- In un posto. - mi limito a dire.
Usciamo dalla stradina e ci immettiamo nel traffico.
- Molto generico! - esclama.
Dopodiché restiamo in silenzio, anche perché il posto che dobbiamo raggiungere è abbastanza vicino e preferisco parlare con lei in tranquillità, senza interruzioni, una volta che saremo scesi dall'auto.
In compenso però mi sento osservato, mi sta fissando e il fatto che lei pensi che non me ne sia accorto, mi fa sorridere inevitabilmente.
- Mi stai ancora guardando? - la sfotto.
- Io? Non ti sarai montato la testa! - cerca di negare ricorrendo all'ironia.
- Può darsi, ma tu mi stavi fissando. - ribatto ridendo di lei.
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Senza un Graffio e Senza Paure
FanfictionERMAL META FANFICTION ⚠️STORIA IN REVISIONE⚠️ Tengo molto a questa storia perché è la prima in assoluto che ho scritto. Mi rendo conto che alcuni fatti sono talvolta assurdi, ma tramite le mie storie potrete assistere alla piccola crescita di una s...