L'aereo era decollato da un quarto d'ora ed Ania era rimasta a fissare il cielo con la testa appoggiata alla sua mano.
Stava tornando a casa portando con sé dei ricordi e delle incertezze, forse qualche consapevolezza in più, ma di certo l'amaro in bocca per la discussione che aveva avuto con Ermal prima di partire.
Avrebbe voluto evitare di discutere, Ania aveva provato a fare finta di niente, ma per lei ogni situazione sarebbe dovuta essere bianca o nera, il grigio non era ammesso e tutto ciò che tendeva al grigio, aveva la necessità di essere trasformato o eliminato dalla sua vita.
Nell'ultimo paio d'anni non aveva avuto nessuna relazione stabile, per scelta sua o di altri aveva vissuto situazioni poco chiare e adesso ne aveva semplicemente il rifiuto.
La verità era che Ania non si era mai innamorata sul serio, pensò a questo mentre osservava le nuvole bianche coprire il paesaggio sottostante. Capì che il suo cuore non aveva mai battuto così forte prima, la sensazione di calore che sentiva nel petto quando stava accanto a lui, non era mai stata così intensa con nessun altro.
Sorrise ripensando alle cose positive che aveva vissuto in quei tre giorni, ma il suo sorriso si spense lentamente ripensando alla sensazione di vuoto che aveva provato salutandolo prima di partire, così Ania riavvolse tutto ciò che era successo dopo l'ultima discussione, dopo il suo "Allora lasciami andare".
Ermal non aveva detto niente, aveva sospirato e poi annuito, successivamente era andato a farsi una doccia e al suo ritorno l'aveva osservata in silenzio sistemare le proprie cose in valigia. Poi si era messo il giubbotto, "Ti accompagno io" aveva detto cogliendola di sorpresa.
Ania aveva pensato che qualcuno l'avesse portata in aeroporto, forse il tizio che era venuta a prenderla e si era ricollegata alla frase "Ermal non va a prendere le ragazze, a meno che non siano importanti per lui". Si chiese se la stessa cosa valesse anche al ritorno, ma non aveva nemmeno avuto il tempo di starci a pensare perché qualcos'altro l'aveva colpita: in macchina non avevano parlato, ma lui le aveva preso la mano, gliel'aveva accarezzata col pollice e quel silenzio le era sembrato pieno di parole non dette.
Poi Ermal si era fermato al parcheggio dell'aeroporto, erano rimasti qualche minuto in macchina, si erano guardati negli occhi e lei si era sporta verso di lui per abbracciarlo. Il loro abbraccio era stato dolce, sincero, stretto, lui le aveva lasciato un bacio sulla guancia, poi le aveva sistemato i capelli dietro le orecchie e le aveva sorriso. A quel punto Ania l'aveva baciato e aveva cambiato idea.
"Non voglio che mi lasci andare" aveva sussurrato e lui, che non se l'aspettava, aveva semplicemente sorriso. Non era stata una vera risposta, Ania non aveva capito se lo avrebbe rivisto o meno, ma aveva deciso di non chiederglielo, in qualunque caso, lo avrebbe scoperto da sola.
Qualche minuto dopo erano in piedi, Ermal aveva indossato gli occhiali da sole e aveva appena richiuso il portabagagli, mentre Ania stringeva in mano il manico della propria valigia. Non si erano baciati, all'aperto non potevano, ma lei gli aveva preso la mano e lui d'istinto aveva alzato lo sguardo per dare un'occhiata allo spazio circostante. Il parcheggio non era affollato, così si era lasciato stringere la mano sussurrando un semplice "Buon viaggio, Ania" alla quale lei non aveva avuto la forza di rispondere.
Le loro mani si erano lentamente staccate, lei aveva trascinato la valigia a sé e si era diretta verso l'entrata dell'aeroporto. Non si era voltata a guardarlo, aveva preferito immaginarlo mentre la guardava andare via, piuttosto che rendersi conto che magari era già salito in macchina ed aveva già messo in moto.
Chiuse gli occhi Ania, trattenendo la lacrima che aveva appena minacciato di scivolare sul suo viso e li riaprì di colpo a causa di un leggero vuoto d'aria. Smise di guardare fuori, si mise composta sul sedile e provò a deviare i suoi pensieri in altre direzioni.
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Senza un Graffio e Senza Paure
FanfictionERMAL META FANFICTION ⚠️STORIA IN REVISIONE⚠️ Tengo molto a questa storia perché è la prima in assoluto che ho scritto. Mi rendo conto che alcuni fatti sono talvolta assurdi, ma tramite le mie storie potrete assistere alla piccola crescita di una s...