Capitolo 20 (Revisionato✔️)

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La luce del mattino illuminò il volto di Ania che sorrise percependo il contatto col corpo di Ermal appiccicato al suo.

Ermal stava dormendo alle sue spalle, il suo braccio le cingeva la vita chissà da quante ore ed Ania sentì la necessità di guardarlo dormire. Così si voltò lentamente, si sdraiò sul fianco opposto e fece molta attenzione a non svegliarlo, anche se, in realtà, quel movimento lo aveva un po' distratto dal sonno, motivo per cui, Ermal aveva ritirato il braccio verso se stesso.

Ania lo osservò dormire serenamente, con l'espressione totalmente rilassata, la bocca chiusa, il respiro regolare e alcuni riccioli adagiati sul cuscino. Non avrebbe mai voluto smettere di guardarlo, eppure decise che forse sarebbe stato meglio andare in bagno a sciacquarsi il viso, per rendersi almeno presentabile al suo risveglio.

Lentamente, si tirò su e fece per uscire dal letto.

- Dove vai? - le chiese Ermal con gli occhi ancora chiusi e la voce impastata dal sonno.

Ania fece per rispondere ma lui la tirò a sé.

- Andavo solo in bagno. - rispose ridendo.

- Devi proprio? - la strinse.

- Se mi stringi così non credo di poter andare lontano! - replicò lei rassegnandosi e rilassandosi nuovamente accanto a lui.

Ermal aprì gli occhi e li puntò sui suoi.

- Buongiorno! - disse sorridendole con lo sguardo ancora addormentato.

- Buongiorno, dormito bene? - gli scostò qualche riccio.

- Erano secoli che non dormivo così bene. - affermò lui. - Tu?

- Ho dormito bene, ero molto stanca.

- Stanca? Ti ho forse stancata io?! - le chiese con un mezzo sorriso.

- È notevole il tuo sarcasmo mattutino! - esclamò Ania alzando gli occhi al cielo.

Risero entrambi, poi Ermal le baciò l'angolo della spalla.

- Hai fame? - domandò.

- Un po', tu?

- Molta! - mormorò il ragazzo, ma il suo tono di voce le fece intendere altro.

- Ho l'impressione che tu voglia assaggiare me! - disse Ania ridendo.

- Che vai a pensare?! - Ermal si finse indignato. - Voglio solo portarti a pranzo, ma se proprio insisti... - le fece l'occhiolino.

In risposta, Ania gli premette un cuscino contro il viso, poi fece per alzarsi, ma lui la trascinò nuovamente sul letto e continuarono a giocare tra le lenzuola ancora per un po'.

Qualche ora dopo, la ragazza iniziò a chiedersi dove l'avrebbe portata. Di sicuro non in mezzo alla gente, Ermal non si sarebbe certo esposto così tanto, forse l'avrebbe portata in un posto poco frequentato o magari si sarebbero sistemati in un qualche privè.

Si stava giusto spazzolando i capelli davanti allo specchio quando vide Ermal apparire nel riflesso. Ania lo osservò camminare con calma verso l'armadio col solito asciugamano bianco in vita, aprirne le ante, dare un veloce sguardo all'interno e tirare fuori letteralmente la prima cosa che gli era capitata sottomano.

Poi si sfilò l'asciugamano, lo buttò sul letto con noncuranza ed Ania non poté fare a meno di notare quanto lui fosse totalmente a proprio agio in sua presenza. Pensò che fosse una cosa positiva, mostrare il proprio corpo a un'altra persona fuori dai momenti di intimità non era scontato, era sinonimo di fiducia oltre che di sicurezza personale.

Ania continuò a spazzolarsi i capelli per approfittare dello specchio, le piaceva guardarlo in momenti in cui lui era naturalmente se stesso. Così lo osservò tirarsi su i boxer e infilarsi un paio di jeans neri, finché non sollevò improvvisamente lo sguardo verso di lei, anzi, verso il suo riflesso.

Senza un Graffio e Senza PaureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora