Ania si svegliò di soprassalto e realizzò di essersi addormentata con la testa appoggiata al petto di Ermal. L'odore di fumo nell'aria le fece storcere il naso, così si sollevò appena e notò il suo braccio a mezzaria, con la sigaretta tra le dita.
- Ciao, bella addormentata! - esclamò il ragazzo con un sorriso.
- Ciao! - disse lei stropicciandosi gli occhi. - Quanto ho dormito?
- Circa un'oretta.
- E sei rimasto un'ora immobile ad aspettare che mi svegliassi? - Ania rise.
- Che potevo fare? - fece spallucce. - Eri stanca e non volevo disturbarti.
Ermal sorrise ed Ania si prese un momento per osservarlo meglio: lo sguardo dolce, la leggera traccia di barba, i capelli ormai asciutti e gli occhi forse un po' più stanchi. Era bello anche in quelle condizioni, stanco, ancora nudo, con un braccio che la stringeva a sé e il sorriso rilassato.
- Devi per forza fumare qui dentro? - si lamentò dopo un po'.
Ermal la osservò per qualche istante, ma non disse niente, si limitò a spegnere la sigaretta nel posacenere.
- No. - rispose semplicemente. - Senti Ania, va tutto bene? - aggiunse.
Lo guardò perplessa, a cosa si riferiva?
- Perché?
- Ieri eri strana al telefono e sei strana anche oggi. - spiegò lui.
- Te l'ho detto, mi ero appisolata sui libri. - distolse lo sguardo.
- Ania, guardarmi! - ordinò Ermal, ma Ania non lo fece.
Era delusa, più che da lui, da se stessa, per avergli permesso di essere una tra le tante. Non gliene faceva una colpa, magari lui era fatto così, ma lei no, lei non era affatto così e il solo pensiero che l'attrazione per quell'uomo avesse così tanto potere su di lei, la irritava non poco.
E poi c'erano i problemi con Luca, nonostante li avesse provvisoriamente accantonati, non poteva negare che fossero lì a girovagare indisturbati nella sua mente, ricordandole che sarebbero tornati nel momento esatto in cui avrebbe fatto ritorno a casa.
Ania non aveva alcuna intenzione di raccontare a Ermal ciò che le era successo, lui non era il suo fidanzato, non era tenuto ad ascoltare i suoi problemi e tantomeno a tentare di risolverli, quindi aveva scartato completamente l'idea di metterlo al corrente.
- Ania, devo chiedertelo: c'è qualcuno nella tua vita? - domandò Ermal inaspettatamente.
La ragazza alzò lo sguardo di colpo.
- Perché me lo chiedi?
- Perché, se così fosse, non sarebbe corretto da parte tua. - spiegò.
- È buffo che tu parli a me di essere corretti! - esclamò Ania senza nemmeno rifletterci.
- Che intendi? - il ragazzo aggrottò la fronte.
- Lascia stare. - disse lei scostandosi dal suo corpo ed evitando ogni contatto con lui.
- No, adesso spiegami perché io non sarei corretto. - si impuntò.
- Non voglio discutere, Ermal, non roviniamo questa cosa! - disse tirandosi su a sedere.
- "Questa cosa"? - ripeté stupito. - Pensi che sia una "cosa"?
- Come vuoi chiamarla, Ermal? Come dovrei chiamarla quando sono consapevole di essere solo una delle tante che visitano le tue camere da letto in giro per l'Italia?
- Chi ti mette in testa questa roba? - il ragazzo si mise a sedere a sua volta.
- Il tuo... Non so cosa sia, il tizio che mi ha portata qui. Ha detto che gli capita spesso di andare a prendere "le tue ragazze", il che non mi stupisce nemmeno, ma visto che parli di essere corretti, saresti stato corretto se mi avessi detto "Hey, Ania, vieni a trovarmi come fanno anche altre centinaia di donne". - Ania tirò fuori una valanga di parole incontrollate, con un'espressione di rabbia sul viso ad accompagnarle.
- Innanzitutto io non ho centinaia di donne, è vero, qualche ragazza è venuta a trovarmi in hotel, non lo nego, ma non erano delle fan e comunque... È diverso, Ania. - cercò di spiegare.
- Cosa è diverso?
- Tu sei diversa. - disse deciso davanti all'alzata di occhi di Ania.
- Non ti credo, Ermal, se pensi che tutto ti sia dovuto solo perché sei un cazzo di vip, sappi che non è così! - gli fece notare con tono alterato.
- Adesso stai esagerando. - la avvisò.
- Domani mattina me ne vado. - annunciò lei d'improvviso.
- Ah, pure! - rise di nervosismo. - Vediamo se ho capito bene: sono una persona di merda, "un cazzo di vip a cui tutto è dovuto", eppure vieni a letto con me e non mi è nemmeno sembrato di averti costretta, anzi, ho la sensazione che ti sia pure piaciuto, ma all'improvviso ti ricordi che sono quello che ti sta usando e quindi, dopo aver perfino dormito sul mio petto, decidi che domani mattina te ne vai. Adesso chi sta usando chi?
- Io non ti sto usando, non sei un trofeo per me. - replicò Ania.
- Ania, il tuo problema è che continui a vedermi come un cazzo di cantante. Non lo sono, ok? Sono un musicista, se Dio vuole. Coi soldi non mi compro la fiducia delle ragazze, non mi compro la tua, sei sempre stata libera di scegliere e hai scelto di passare del tempo con me perché, tutto sommato, forse ti piaccio. Allora adesso spiegami, che cavolo te ne frega di quello che ho fatto prima di te?
- Non mi va di sentirmi il pezzo di un puzzle, ok? Smettila di farmi sentire speciale per te!
- Tu sei speciale per me, Ania, apri gli occhi, cazzo! Sono venuto a cercarti sotto casa rischiando perfino di passare per uno stalker, ti rendi conto di quanto io mi stia esponendo? Tu non mi conosci, non sai un cazzo di me e ti permetti di sputare sentenze, è assurdo! - disse gesticolando arrabbiato.
Ania non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo e riflettere sulle sue parole.
Forse aveva ragione, forse aveva esagerato, ma non si pentì di ciò che aveva detto, solo del modo in cui lo aveva detto, di averlo accusato di essere in un modo senza nemmeno conoscerlo. Si sentì in colpa, un po' credette al suo interesse, ma allo stesso tempo nessuno avrebbe potuto garantirle che Ermal stava dicendo la verità, che davvero ai suoi occhi era speciale e a quel punto si sentì confusa.
Gli lanciò un'occhiata, lo vide lasciarsi cadere nuovamente sul cuscino e portarsi le mani sugli occhi, col petto nudo e il lenzuolo che non lo copriva quasi più.
Così Ania scivolò via dal letto.
- Dove vai? - chiese Ermal voltandosi.
- Ho bisogno di una doccia.
STAI LEGGENDO
Senza un Graffio e Senza Paure
FanfictionERMAL META FANFICTION ⚠️STORIA IN REVISIONE⚠️ Tengo molto a questa storia perché è la prima in assoluto che ho scritto. Mi rendo conto che alcuni fatti sono talvolta assurdi, ma tramite le mie storie potrete assistere alla piccola crescita di una s...