1 extra (Riferimento a Capitolo 2) (Revisionato✔️)

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La pioggia continua a scorrere sui finestrini oscurati di quest'auto, attraverso i quali non riesco a vedere nulla. Non che il paesaggio sia questo granché, ma almeno guardare fuori avrebbe potuto distrarmi da questo noioso tragitto.

Tiro fuori il mio telefono, ci attacco gli auricolari, spingo sul tasto play e parte una canzone dei Radiohead. Mi rilasso, mi appoggio meglio allo schienale e guardo avanti, seguendo distrattamente il movimento dei tergicristalli.

Quella che stiamo per raggiungere è una bella cittadina, ci sono passato qualche volta per lavoro, ma non ho visto granché e credo che non avrò tempo di vederlo neanche stavolta. Oggi un instore, domani un concerto e mi sembra di non avere mai un attimo per respirare.

Intendiamoci, sono contento, è la vita che ho sempre sognato, ma ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro, anche se questi ultimi spesso me li dimentico tutte le volte che incontro gli occhi della mia gente. Non mi piace chiamarli fan, per me è semplicemente un grande gruppo di amici che ascolta la mia musica e mi supporta in ogni modo possibile.

Ognuno di loro stamattina si è svegliato e ha viaggiato verso me, anche facendo pochi isolati, ma ha fatto in modo di raggiungermi ed io sono grato per questo.

Devo ammettere, però, che oggi non ero proprio in vena. È uno di quei giorni in cui avrei di gran lunga preferito restare in hotel a dormire e strimpellare la chitarra, per di più quel caffè di merda non è nemmeno riuscito a tirarmi su granché.

Arriviamo a destinazione, nient'altro che un centro commerciale come un altro e quando entro mi rendo conto che ci sono tantissime persone. Attendo di essere annunciato, dopodiché salgo sul palchetto e agito le mani salutando tutti... Anzi, tutte. Diciamo che il pubblico che attiro è composto per lo più da donne, anzi, diciamo proprio che non c'è quasi nessun uomo, se non qualche povero cristo costretto ad accompagnarle. L'idea mi diverte, cosa non si fa per vedere felice la propria compagna e, soprattutto, farla stare zitta?!

Penso che le donne siano esseri meravigliosi, con una particolare sensibilità e un intuito pazzesco. Credo che sentano le emozioni in maniera più profonda, forse è questo il motivo per cui la maggior parte della gente che viene a vedermi è di sesso femminile. Di certo non mi ritengo un sex symbol, anche se sono consapevole del fatto che molte siano realmente attratte da me a livello fisico.

L'evento ha finalmente inizio, come al solito incontro tantissime persone, leggo l'emozione nei loro occhi e ascolto tutto ciò che decidono di condividere con me, per poi firmare le loro copie ed esprimere tutta la mia gratitudine nei loro confronti, ringraziandole per ogni singola parola carina nei miei riguardi.

Una bionda mi si avvicina col seno ben in vista, dice di chiamarsi Marta e comincia a farfugliare qualcosa su quanto io sia bravo, cercando continuamente di abbassarsi per mostrarmi la scollatura. Sorrido tra me e me, perché alcune di loro si ostinano a provarci spudoratamente? Insomma, belle tette, per carità, ma non so cosa credesse di fare sbattendomele quasi in faccia.

Ignoro totalmente il suo tentativo di flirtare e, grazie a Dio, l'incontro finisce prima che me ne accorga. Che fatica, ragazzi!

Un attimo dopo, un tizio dell'organizzazione mi distrae, mi giro alla mia sinistra e ci scambio due parole, mentre con la coda dell'occhio, mi accorgo della presenza di un'altra ragazza.

Il tipo se ne va, così mi volto e incontro due occhioni castani che penetrano immediatamente i miei. Rimango quasi folgorato, improvvisamente non so che dire, sono in difficoltà, ma lei è in imbarazzo e mi affretto a dire qualcosa per metterla a suo agio.

- Ciao! - sorrido.

- Ciao. - mi risponde timidamente.

- Tutto ok? - le domando, mi sembra molto tesa e vorrei si sciogliesse un attimo.

Senza un Graffio e Senza PaureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora