Ania incollò lo sguardo sul finestrino oscurato alla sua destra. Era troppo in imbarazzo per voltarsi a guardarlo, troppo emozionata per dire qualcosa, così se ne stava a debita distanza, stretta contro lo sportello, quasi avesse paura di occupare troppo spazio.
- Come stai? - chiese Ermal dopo svariati minuti di silenzio.
- Bene. - Ania si voltò e gli sorrise timidamente. - Tu?
- Bene. - rispose lui semplicemente. - Un po' scocciato in realtà, un gruppo di ragazze prima mi ha riconosciuto, ma stasera non mi andava di incontrare gente. - disse, probabilmente tirando fuori il primo argomento che gli veniva in mente.
- Non si direbbe. - rispose lei riferendosi al fatto che, se l'aveva invitata a salire in macchina, probabilmente non aveva poi così tanta voglia di stare solo.
- Il fatto è che sanno che sono in zona, non mi piace quando mi stanno così addosso. - affermò distogliendo lo sguardo.
- Che ci fai qui in zona? - gli chiese allora lei, curiosa.
Ermal la guardò, si morse il labbro inferiore e, tirandolo, sorrise come se non volesse dirglielo.
- Tu? Vivi qui? - ignorò la sua domanda, ma Ania non glielo permise.
- Te l'ho chiesto prima io. - gli fece notare.
- Non posso dirtelo! - fece spallucce e sorrise con fare misterioso.
- Segreti di stato?! - lo prese in giro.
- Tu perché sei qui? - il ragazzo ripeté la domanda stringendo appena gli occhi.
- Sono in vacanza.
- Non ci credo, sei qui per seguirmi! - affermò.
- Davvero pensi che il mondo giri intorno a te?! - Ania sollevò entrambe le sopracciglia e lui scoppiò a ridere.
- Dai, sto scherzando! - disse. - Comunque sono in vacanza anch'io, sono in barca con degli amici.
- E li hai mollati, a quanto vedo!
Ania cominciò lentamente a sentirsi a proprio agio.
- Anche tu avrai mollato qualcuno, non sarai venuta in vacanza da sola!
La ragazza notò che Ermal aveva l'abitudine di rigirare le domande che gli venivano poste, soprattutto quando non gli andava di rispondere.
- Sono con un'amica, è lei che ha mollato me perché ha incontrato un tipo. - ammise voltandosi verso il finestrino.
- Beh, guarda il lato positivo, nel frattempo hai incontrato un tipo anche tu. - le fece notare.
Allora si girò ancora verso lui, poi abbassò lo sguardo e sorrise in imbarazzo. Nonostante Ermal si fosse accorto di averla messa a disagio, continuò a fissarla ed era uno sguardo importante il suo, erano due occhi che sembravano voler decifrare ogni suo pensiero, così si ammutolì e il silenzio calò ancora tra di loro.
- Ti va se beviamo qualcosa? - esordì lui.
- Sì. - rispose senza neanche pensarci e si pentì immediatamente di quella risposta affrettata, l'ultima cosa che voleva era dargli la percezione che pendesse dalle sue labbra.
L'auto accostò, Ermal indossò gli occhiali da sole nonostante fosse sera e scese dalla macchina senza che l'autista gli aprisse la portiera, cosa che Ania aveva dato per scontato che facesse. Si sentì stupida per aver pensato a una cosa del genere e lo raggiunse mentre lui, galante, apriva la porta del locale per farla entrare.
Ania fece ingresso in un locale semivuoto, dalle luci soffuse e il soffitto di legno. Si voltò indietro e vide Ermal parlare a bassa voce con un cameriere che, un secondo dopo, li condusse in un angolo appartato, diviso dal resto del locale grazie a due grandi tende bianche semichiuse che rendevano l'atmosfera molto intima.
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Senza un Graffio e Senza Paure
FanfictionERMAL META FANFICTION ⚠️STORIA IN REVISIONE⚠️ Tengo molto a questa storia perché è la prima in assoluto che ho scritto. Mi rendo conto che alcuni fatti sono talvolta assurdi, ma tramite le mie storie potrete assistere alla piccola crescita di una s...