Capitolo 29 (Revisionato✔️)

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I due si addormentarono abbracciati, dormirono per almeno un'ora e quando Ermal si svegliò, lamentò una gran fame e costrinse Ania ad alzarsi e rivestirsi, per cercare insieme un posto in cui poter comprare qualcosa da mangiare nonostante l'ora tarda.

Così si ritrovarono in macchina, in giro per la città, alla ricerca di un'insegna ancora accesa, ma l'unico locale che trovarono ancora aperto, fu un fast food che sembrava fare decisamente al caso loro.

Fu Ania a scendere dall'auto e recarsi al suo interno per ordinare qualcosa da portare via, mentre Ermal la aspettò in macchina, osservando attentamente tutto ciò che accadeva dentro, data l'ora e la situazione, non c'era da fidarsi a lasciarla scendere da sola senza controllare che tutto andasse liscio.

Quando la ragazza ricevette ciò che aveva ordinato, tornò in macchina e si beò del profumino di cibo che aveva iniziato a riempire lo spazio intorno a loro.

- Questo è profumo di vita! - esclamò sognante.

Ma il silenzio di Ermal la preoccupò, così si voltò a guardarlo, era rimasto impassibile e pensieroso.

- Tutto ok? - gli chiese.

- Sì. - le sorrise brevemente e mise in moto l'auto, lasciandola perplessa.

Il ragazzo guidò silenziosamente sulla strada del ritorno, Ania non disse una parola, capì che qualcosa non andava e che non era pronto a parlarne, quindi decise di lasciargli del tempo.

I due tornarono in camera, Ania si sedette sul divanetto e appoggiò i sacchetti sul tavolino, dai quali cominciò a tirare fuori il cibo. Ermal si sedette sulla poltroncina, distante da lei, osservò distrattamente le confezioni senza quasi interessarsene e a quel punto la ragazza si stancò di aspettare.

- Che ti prende, Ermal? - chiese.

- Ti ho detto che non ho niente. - rispose lui.

- Beh, stavi scherzando e ridendo, poi sono scesa, sono tornata in macchina ed eri diverso. È successo qualcosa durante la mia assenza?

Ermal rimase in silenzio, scosse la testa e prese dal tavolino il suo bicchiere di Coca Cola, bevendone un sorso.

- Da quanto tempo conosci quel Mauro? - domandò poi senza guardarla.

- Dio, Ermal, siamo tornati a Mauro?! - la ragazza aggrottò la fronte.

- È solo una domanda. - rispose lui guardandola.

- Beh, lo conosco da qualche settimana, perché?

- Sembravate intimi in quella foto, sai, col vestito blu, alla festa. - fece spallucce.

- Intimi? - Ania sollevò entrambe le sopracciglia. - Non capisco dove vuoi arrivare.

Ermal posò il bicchiere con calma.

- Ci sei andata con lui a quella festa? - le chiese.

- No. Cioè, non esattamente.

- Che significa "non esattamente"?

- Ermal... - la ragazza provò a parlare.

- Non potresti semplicemente rispondere? - la interruppe.

Ania lo osservò per qualche istante, era stanca e l'unica cosa che voleva era mangiare e tornarsene a letto, litigare era sicuramente in fondo alla lista, così decise di rispondere alla sua domanda per farla finita.

- Non sono andata insieme a lui, l'ho incontrato lì e abbiamo passato la serata insieme. - spiegò.

- Perché? - le chiese allora lui.

Senza un Graffio e Senza PaureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora