Capitolo 28 (Revisionato✔️)

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Il profumo dei vestiti di Ermal fu la prima cosa che Ania notò una volta entrata nella sua camera d'albergo. Sorrise tra sé e sé, era profumo di buono e, come al solito, la stanza era piena della sua roba, sembrava che a Ermal piacesse rendere suo ogni posto che occupava, spargendo le proprie cose un po' ovunque.

Mentre Ania tirava fuori qualche indumento dalla propria borsa, sentì le mani di Ermal infilarsi delicatamente sotto la stoffa della sua felpa e proseguire lentamente fino al ventre, mentre un leggero bacio si posava sulla sua guancia.

- Stai cercando di farti perdonare per aver rifiutato un mio bacio prima? - gli chiese lei.

- Qualcosa del genere. - mormorò il ragazzo vicino al suo orecchio.

Ania si voltò verso lui con tutto il corpo e appoggiò le mani al bordo del comò dietro di sé.

- È troppo tardi! - disse.

Ermal allora sorrise, si avvicinò e sfiorò il suo naso col proprio, tenendo gli occhi socchiusi.

- Ah, se la tua amica non ci avesse interrotti... - sussurrò.

- Cosa avresti fatto? - domandò Ania, curiosa di sapere come sarebbero andate le cose.

- Se vuoi te lo spiego! - disse lui a bassa voce.

Il ragazzo la baciò e non fu per niente un bacio casto, anzi, fece scivolare la lingua nella sua bocca e tentò di sfilarle la felpa, ma lei si irrigidì.

- Aspetta, prima ho bisogno di una doccia. - mormorò.

Lui la guardò per qualche istante, poi sembrò illuminato da una delle idee migliori che avesse mai avuto e fece un mezzo sorriso.

- Anch'io. - rispose e bastò guardarsi negli occhi un solo momento per capirsi a vicenda.

Si diressero verso il bagno e una volta giunti davanti alla doccia si fermarono. Ania abbassò lo sguardo sulla sua camicia e iniziò lentamente a sbottonarla, mentre gli occhi di lui seguivano tutti i movimenti delle sue mani, bottone dopo bottone, finché non ebbe finito e poté toccare finalmente il suo petto caldo. Scivolò piano sull'addome, per poi risalire e percepire i capezzoli del ragazzo contro i palmi delle proprie mani. Ania accarezzò la sua pelle fino alle spalle, lasciando scivolare la sua camicia sul pavimento.

Ermal allora desiderò fare lo stesso, le sfilò lentamente la felpa, poi la fece voltare di spalle, le slacciò il reggiseno ed Ania se lo lasciò scivolare giù. Poggiò le mani sui suoi seni e, stringendoli delicatamente, la avvicinò a sé e cominciò a lasciarle dei piccoli baci sulla spalla, spostandosi poco a poco fino al collo, mentre lei inarcava istintivamente la schiena e percepiva il corpo di lui già attivo.

- Stai buona... - le sussurrò vicino all'orecchio.

La ragazza chiuse gli occhi e obbedì, lasciando che lui infilasse le dita sotto i bordi delle sue mutandine e le tirasse lentamente giù insieme ai jeans, fino a raggiungere il pavimento.

A quel punto, Ania si voltò e fece la stessa cosa con lui: lo privò di ogni indumento che copriva la parte inferiore del suo corpo e osservò per un attimo l'evidente desiderio che lo stava facendo fremere. Poi si raccolse i capelli, entrò in doccia e lui la seguì, attivando il getto d'acqua.

Si bagnarono i corpi e, mentre Ermal si tirava indietro i ricci bagnati, Ania si versò del bagnoschiuma sulle mani e se le strofinò, per poi avvicinarsi a lui e appoggiare nuovamente le mani sul suo petto. Cominciò lentamente a lavarlo, a far sì che la schiuma iniziasse a coprire la sua pelle grazie alle sue carezze. Le fece scorrere sulle spalle, sulle braccia, poi si spostò sui fianchi, continuando a bearsi della bellezza di quella pelle liscia senza mai guardarlo realmente negli occhi, consapevole che il suo sguardo fosse fisso su di lei, attento ad ogni suo singolo movimento.

Senza un Graffio e Senza PaureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora