8 extra (Riferimento a Capitolo 13) (Revisionato✔️)

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Stasera sono venuto qui con la semplice intenzione di vederla, darle un bacio, stare un po' con lei e magari capire meglio le mie sensazioni a riguardo. Sicuramente non immaginavo che avrei ripercorso la strada che porta all'hotel in cui alloggio, con lei accanto.

In macchina c'è un silenzio carico di aspettativa e il suo profumo non fa che confondermi. Ce l'ho addosso, sui miei vestiti, sul mio viso, al punto che la immagino stretta a me, in preda al piacere e altre decine di immagini del genere attraversano la mia mente mentre sto guidando.

Mi guarda di sottecchi, mi chiedo a cosa stia pensando, se stia fantasticando come me o sono l'unico pazzo che sembra non toccare una donna da mesi.

Non è così, non mi mancano gli incontri occasionali, ma con lei è tutt'altra cosa: non ho solo voglia di averla fisicamente, ho voglia di esplorare la sua anima. Mi prende tantissimo sia mentalmente che fisicamente, una voglia fisica la si soddisfa e basta, ma quando è qualcosa di più profondo, solitamente, non ci si libera con facilità.

Finalmente arriviamo in albergo, non ricordavo che la strada fosse così lunga. Recupero la chiave in reception, entriamo in ascensore e la carica sessuale si amplifica. C'è ancora silenzio, non ci guardiamo, siamo distanti, eppure niente è perfettamente calmo come sembra, sento che basterebbe molto poco per far scattare una scintilla.

Qualche istante dopo arriviamo in camera, chiudo la porta e, quando mi giro, la vedo guardarsi intorno.

- Eccoci! - dico.

- Già! - mormora.

Cavolo, è tesissima ed io ho paura di sbagliare.

- Posso offrirti qualcosa da bere?

Magari la aiuterà a sciogliersi.

- Sto bene così, grazie! - sorride appena, poi si toglie il giubbotto. - Che silenzio c'è qui! - aggiunge lanciando un'altra occhiata alla stanza.

La prima risposta che mi viene in mente è "Se vuoi facciamo rumore", ma mi rendo conto che è squallida, quindi me la tengo per me.

- Vuoi parlare? - le domando invece.

- Non mi hai portata qui per parlare. - ribatte.

Questo è vero, ma nemmeno per obbligarla a venire a letto con me.

- Non c'è una ragione specifica per cui ti ho portata qui, quindi se ti va possiamo parlare, possiamo fare tutto quello che vuoi, Ania. - alzo le spalle.

Tutto, Ania, sono a tua completa disposizione.

- E di cosa parleresti? - mi domanda.

- Beh, non so, del tempo! - rispondo ironico mentre mi tolgo il cappotto, fa caldo qui dentro.

- Allora parliamo del tempo! - suggerisce banalmente.

- Ok, dunque: oggi c'era un po' di vento, io odio il vento. - reggo il gioco, ma non durerà molto.

- Non ci sono più le mezze stagioni! - esclama fintamente indignata, così mi metto a ridere.

- Ti prego, non i luoghi comuni! - faccio una smorfia e ride anche lei.

- Mi piace sentirti ridere. - afferma poi improvvisamente.

Ammetto che non me l'aspettavo, sono piacevolmente sorpreso da questa sua confessione.

- Ah sì? - cammino lentamente verso di lei, a cosa devo tutta questa dolcezza? - E così Ania, per la prima volta, mi dice qualcosa di carino! - le faccio notare.

- Non ti ci abituare. - abbassa lo sguardo, ma continua a sorridere.

- Non sia mai. - dico a bassa voce mentre stabilisco un contatto fisico, accarezzandole i fianchi sopra la stoffa.

Senza un Graffio e Senza PaureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora