Mi sveglio decisamente tardi, oggi non ho niente da fare e credo che tornerò a casa a passare quest'ultimo giorno libero in santa pace.
Così mi trascino fuori dal letto, faccio una doccia, sistemo le mie cose in valigia e mi sforzo di non pensare. In realtà ho già deciso, c'è poco su cui riflettere, è solo che da quando mi sono svegliato non mi sono messo a pensarci neanche per un secondo e forse dovrei provare a capire se l'averci dormito su mi abbia aiutato a vederci più chiaramente.
Il primo impulso è quello di evitare del tutto di tornare a rifletterci, così faccio per afferrare la valigia e andarmene, ma la mia parte razionale mi ordina di fermarmi, di sedermi e prendermi qualche minuto per assicurarmi che stia facendo la cosa giusta.
Allora lo faccio, mi siedo sul bordo del letto, appoggio i gomiti sulle ginocchia e inizio a giocherellare con gli occhiali da sole che ho in mano.
Cerco di mettere le cose in chiaro con me stesso: questa ragazza mi piace molto più di quanto voglia ammettere e se adesso me ne andassi da qui senza nemmeno provare a rivederla, mi sentirei un gran coglione!
Rivederla non costituirebbe solamente un piacere personale, mi servirebbe a capire fino a che punto m'interessa perché onestamente inizio a non capirci più un cazzo!
Il posto in cui vive è a solo un'ora di distanza, che cazzo ci faccio ancora qui seduto?
Mi alzo di scatto e, senza più fermarmi a pensare, vado alla stazione, prendo un treno diretto verso la sua città, mi siedo vicino al finestrino e osservo il paesaggio scorrere sotto i miei occhi. Starò facendo la cosa giusta? Mi piacerebbe sapere quale diavolo sia la cosa giusta.
Ma soprattutto, come farò a darle appuntamento? Non posso mica suonare il citofono così, senza preavviso, ammesso che io riesca a individuare il palazzo esatto in cui vive.
Mi viene un flash: potrei farle recapitare un'altra rosa e magari allegare un biglietto, se tutto va bene riesco a farla scendere sotto casa e a quel punto dovrebbe essere facile, almeno spero.
*****
21:02, sono sotto casa di Ania, l'indirizzo è questo e l'appuntamento era per le nove, ma ancora non la vedo. Magari è un vecchio indirizzo, forse non vive più qui ed io ho rinunciato a tornare a casa mia praticamente senza motivo. Cazzo, non ne combino una giusta!
E poi non le ho mai chiesto se ha un ragazzo, magari ce l'ha e, con ogni probabilità, lo ha mandato qui a controllare che sia tutto apposto. Insomma, se io fossi una ragazza lo farei, quale persona sana di mente si presenta a un appuntamento senza sapere chi glielo ha dato?
Bravo Ermal, noto con piacere che ti sei rincoglionito!
21:07, mi guardo velocemente intorno e decido di andarmene, questa cosa era una stronzata già in partenza. Giro la chiave e, nel momento esatto in cui si accende il quadro, sento un rumore che mi fa alzare lo sguardo verso lo specchietto retrovisore: è lei.
Si guarda intorno, sembra confusa, poi il suo sguardo si sposta nella mia direzione e si blocca. Si insospettisce e si avvicina lentamente, così abbasso il finestrino quanto basta a farle vedere i miei occhi. Mi riconosce all'istante, sorride stupita e si dirige verso il lato passeggero, per poi salire in macchina.
Ci guardiamo senza dire niente per un tempo molto lungo, ma mi sento nervoso, non riesco a capire il suo stato d'animo: è contenta? Arrabbiata? Ho sbagliato?
- Immagino tu voglia sapere come faccio a conoscere il tuo indirizzo. - esordisco.
- In effetti me lo stavo chiedendo. - ribatte.
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Senza un Graffio e Senza Paure
FanfictionERMAL META FANFICTION ⚠️STORIA IN REVISIONE⚠️ Tengo molto a questa storia perché è la prima in assoluto che ho scritto. Mi rendo conto che alcuni fatti sono talvolta assurdi, ma tramite le mie storie potrete assistere alla piccola crescita di una s...