Capitolo 11 (Revisionato✔️)

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Dopo quei baci appassionati, una sorta di chimica tra loro fece sì che non riuscissero quasi più a parlare senza che uno dei due si soffermasse a fissare la bocca dell'altro e così finirono, inevitabilmente, per baciarsi ogni volta, senza mai terminare un discorso.

La serata era andata decisamente meglio di quanto Ania avesse immaginato: avevano passeggiato, parlato, scherzato, osservato insieme la luna, si erano abbracciati, baciati, le loro mani si erano sfiorate e a lei sembrava uno di quei film romantici troppo smielati che non amava guardare.

Era felice, talmente felice da essere triste. Un paradosso, ma niente di anormale, considerando la sua natura fin troppo riflessiva.

Quanto sarebbe durata quella felicità? E cosa le sarebbe rimasto di tutto ciò?

Se solo fosse stato tutto normale, se solo lui fosse stato un ragazzo qualunque, forse sarebbe potuto esserci qualcosa di concreto, forse lei non avrebbe sofferto. Ma non lo era e tutto ciò che Ania poteva fare, era mantenere un certo distacco mentale, tenere sempre presente quale fosse la realtà e non perderla di vista neanche un attimo.

Quando Ermal la riaccompagnò al suo alloggio, svariati minuti di silenzio riempirono lo spazio intorno a loro. Non sapevano cosa fare, cosa dire, quella serata era terminata senza che loro se ne rendessero conto, in un attimo era notte fonda e Ania si era chiesta com'era possibile che quelle ore se ne fossero andate via senza nemmeno darle il tempo di realizzare.

-  Quando parti? - Ermal ruppe il silenzio.

- Domani.

- Quindi dobbiamo salutarci. - rispose lui con un debole sorriso.

Il cuore di Ania si strinse nel suo petto, avrebbe voluto dirgli tante cose: che era stata incredibilmente bene, che quei baci avevano significato tanto, che era contenta di averlo conosciuto... Ma sentì le lacrime bagnarle prepotentemente le pupille e prima che potessero scivolare sul suo volto, si affrettò ad andarsene.

- Ciao Ermal. - mormorò aprendo la portiera e facendo per scendere, ma lui le prese velocemente il polso.

- Ania.

- Ermal... - disse senza guardarlo. - Grazie, è stata una delle serate più belle della mia vita. - ammise.

- Non mi dai un ultimo bacio? - le chiese.

Era pronta a cedere, era pronta a darglielo, a dargli qualsiasi cosa lui potesse mai chiederle, ma a quel punto le lacrime sarebbero scese contro il suo volere e questo lei non poteva permetterlo.

- Non rendermi le cose più difficili. - sussurrò la ragazza, poi sorrise debolmente.

Ermal annuì incerto, abbassò lo sguardo e le lasciò il polso, così lei scese dall'auto e si diresse verso il cancello senza voltarsi.

Quando chiuse la porta della camera in cui alloggiava, appoggiò le spalle contro di essa e lasciò finalmente che le lacrime scivolassero sulle sue guance.

Quanto può fare male il ricordo di una magnifica serata e la consapevolezza che non si ripeterà mai più?

Marta aveva ragione, "Quello che facciamo in vacanza, resta in vacanza" e sarebbe stato senz'altro così.

Rifletteva su questo mentre ascoltava distrattamente il racconto della serata di Marta e Davide, sul treno che le riportava in città.

Era evidente che Ania avesse qualcosa che non andava, la bionda questo l'aveva capito ma, nonostante morisse dalla voglia di chiederle cos'era successo, le aveva lasciato il tempo necessario per elaborare ciò che le passava per la testa, sapeva che gliene avrebbe parlato quando si sarebbe sentita pronta.

Senza un Graffio e Senza PaureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora