Cavolo, mi sento stanchissimo.
Non so perché, non è di certo stata una delle più lunghe performance della mia vita, direi per lo più di media durata, ma l'energia che ci ho messo mi ha stancato più di quanto immaginassi.
Mi appoggio meglio al cuscino rialzato e lancio un'occhiata ad Ania, accoccolata sul mio petto mentre disegna dei cerchi immaginari sulla mia pelle.
Le accarezzo distrattamente la schiena e ripenso a quello che è accaduto poco fa. È stato travolgente e l'intesa tra noi è potente, i nostri occhi si parlano senza aprir bocca e le nostre anime si toccano prima ancora che lo facciamo noi stessi. Dopo stasera, ho l'impressione che dimenticarla sia totalmente fuori questione.
Ma ragionandoci meglio, continuo a chiedermi se seguire il mio istinto sia stata la scelta più giusta, considerando i miei buoni propositi di stamattina di essere cauto e andarci piano. Questo non è "andarci piano", sono andato a mille e adesso ho paura di farle del male.
Ma l'istinto prevale anche sulla ragione, me ne rendo conto quando prendo in considerazione l'idea di chiederle di rimanere a dormire, anche se in realtà non posso. Domani devo alzarmi presto, quindi dovrò riportarla a casa tra qualche minuto e la sola idea di lasciare questo letto, vestirmi, riaccompagnarla e tornare qui da solo, mi deprime.
Una cosa è certa: ho bisogno di rivederla, non so come, non so quando, ma necessito di un altro po' di tempo insieme a lei.
Ania solleva la testa, si volta verso me ed è bella con l'aria stanca e il corpo completamente nudo appiccicato al mio.
- Vorrei chiederti di rimanere a dormire. - dico con tutta sincerità.
- Allora fallo. - risponde baciandomi dolcemente il petto.
Lo farebbe, resterebbe a dormire con me se solo glielo chiedessi, se solo potessi concedermi una notte lunga.
- Non posso, domani sera ho un concerto, il mio volo è domattina presto. - spiego.
Non risponde, fa un sospiro e mi sembra delusa. Forse pensa che voglia mandarla via, che raggiunto il mio scopo io voglia liberarmi di lei il prima possibile, ma è il contrario.
- Vuoi sapere a cosa stavo pensando? - le domando.
- Mi piacerebbe saperlo. - risponde sollevando la testa e guardandomi di nuovo.
Sospiro profondamente, consapevole dell'importanza delle parole che sto per dire.
- Vorrei rivederti. - confesso.
Prende a fissarmi, come fa ogni volta che dico qualcosa che non si aspettava.
- Davvero? Perché? - chiede sorpresa.
- Ania, come posso spiegarmi? - le accarezzo una guancia. - Ieri sera, quando te ne sei andata, ho pensato che era stato bello conoscerti e che tutto sarebbe finito lì, ma... Stamattina mi sono svegliato e ho cambiato idea. Non so esattamente come tu ci riesca, ma mi fai bene ed io in questo periodo ne ho un gran bisogno. - tiro fuori tutto quello che ho dentro.
I suoi occhi sono lucidi, credo che le mie parole l'abbiano colpita. Ciò nonostante non parla, mi guarda per un po', cercando di capire se sono sincero, ma qualche istante dopo si arrende e sposta lo sguardo.
- Di' qualcosa. - la incito, vorrei capire cosa ne pensa.
- Senti, Ermal... - e questo non è un buon inizio. - ...In questi due giorni con te ho scoperto che, nonostante tutto, il mio cuore funziona ancora e che batte anche abbastanza forte. Ciò che voglio per me stessa è provare a mantenerlo tutto intero.
Si difende e lo trovo lecito, solo che non è il caso, non è mia intenzione illuderla.
- Ania, non voglio farti del male. - le spiego.
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Senza un Graffio e Senza Paure
FanfictionERMAL META FANFICTION ⚠️STORIA IN REVISIONE⚠️ Tengo molto a questa storia perché è la prima in assoluto che ho scritto. Mi rendo conto che alcuni fatti sono talvolta assurdi, ma tramite le mie storie potrete assistere alla piccola crescita di una s...