Capitolo 7 (Revisionato✔️)

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Le lezioni erano ricominciate da appena un mese e le due amiche sentivano già il bisogno di staccare la spina e concedersi un po' di relax dagli impegni e le preoccupazioni della vita quotidiana.

Così, quando Sara annunciò la propria assenza per un paio di giorni, Ania e Marta decisero di passare il weekend fuori città, in un posto di mare che non fosse troppo distante da casa. Era autunno inoltrato, di certo non avrebbero potuto andare in spiaggia a prendere il sole, ma avevano tanta voglia di godersi il rumore delle onde e di respirare aria marina, stando per un po' lontane dal caos della città.

Era venerdì quando arrivarono a destinazione e la sera stessa decisero di uscire a fare due passi sul panoramico lungomare di quella località, finendo inevitabilmente per andare a bere qualcosa in uno dei piccoli pub della zona.

- Marta, non ti girare ma c'è uno che ti sta fissando! - annunciò Ania a bassa voce, mentre se ne stavano sedute a un tavolo col loro bicchiere tra le mani.

- Cosa? Dove? - Marta alzò la voce.

- Ma sei scema?! - scoppiò a ridere. - Ti dico di non dare nell'occhio e ti metti a urlare?!

- Almeno è carino? - sussurrò l'amica divertita.

- Molto! - affermò l'altra ammiccando.

- Ok, dimmi qual è.

- Camicia azzurra e jeans, dietro di te, al bancone.

Marta lasciò cadere la sua borsetta sul pavimento in maniera teatrale, esclamando ad alta voce un "Mannaggia!" talmente comico che Ania si dovette voltare dall'altra parte per nascondere una risata che non aveva potuto trattenere.

Con quel trucchetto, però, Marta si era creata una scusa per voltarsi e così poté vedere in viso il tipo in questione, che le sorrise prontamente.

- Oddio, è bono! - esclamò girandosi nuovamente verso l'amica.

- Sì, ma ricordati di Flavio.

- Flavio chi? Non so di che parli! - affermò facendo la vaga e tornando a bere il suo drink.

- Avete litigato? - Ania aggrottò la fronte.

- Certo che no, ma siamo in vacanza, lontane chilometri, quello che facciamo qui, rimane qui! - disse Marta con leggerezza.

- Che stronzate! - osservò la mora alzando gli occhi al cielo. - Oddio, sta venendo qui! - la avvisò un attimo dopo e l'amica non ebbe neppure il tempo di agitarsi che il tizio le raggiunse.

- Ciao! - esordì.

Le due ragazze lo salutarono quasi contemporaneamente.

- Sono Davide. - disse stringendo la mano prima a una e poi all'altra.

- Io mi chiamo Ania e lei Marta - fu costretta a prendere parola, avendo notato che l'amica sembrava essersi ammutolita.

- Di dove siete? Non vi ho mai viste qui. - domandò il ragazzo.

- Noi viviamo a... - ci pensò un attimo e decise di non dare troppe informazioni personali a quello sconosciuto. - Beh fuori città!

- Siamo in vacanza! - aggiunse Marta e Davide le sorrise.

- Davide, perché non ti siedi? - lo invitò Ania.

Marta la guardò sgranando gli occhi.

- Certo, volentieri! - si sedette vicino alla bionda, prestando attenzione solo a lei.

- Marta, che bel nome, cosa fai nella vita? - le chiese.

A quel punto, Ania capì di essere di troppo.

- Scusate, io vado un attimo fuori a... Fumare! - disse trattenendosi dal ridere per ciò che aveva appena detto.

- Fumare? - l'amica aggrottò la fronte.

- Sì Marta, vado a fumare! - ripeté sperando che afferrasse il concetto.

Non aveva mai fumato una sigaretta in vita sua e di certo non aveva intenzione di iniziare adesso, era solo la prima scusa che le era venuta in mente per lasciarli soli.

Così uscì dal locale e sorrise di fronte allo scenario che le si presentò davanti: un mare blu chiaro e calmo, ancora colorato dal sole, di cui non era rimasto altro che una luce rosea e fioca all'orizzonte. Un tramonto giunto quasi al termine la fece sentire serena e respirò profondamente quell'aria fredda che profumava di sabbia e di salsedine. Poi si incamminò sul lungomare, coprendosi per bene con la sciarpa e godendosi quel momento di libertà, sgomberando la mente da ogni pensiero negativo.

A un tratto, sentì qualcuno strillare in lontananza, sembrava un gruppo di ragazzini che giocavano tra loro ed Ania continuò la sua passeggiata senza farci troppo caso. Percorse tutto il lungomare fino ad arrivare alla strada e si guardò intorno per decidere che direzione prendere.

Fu attratta da un negozio di caramelle che stava dalla parte opposta e decise di raggiungerlo, dal momento che era rimasta sola, non sarebbe stato male addolcire un po' la sua serata.

Ma mentre stava per attraversare la strada, una macchina arrivò in velocità e lei fece un passo indietro, aspettando che l'auto passasse per poter attraversare in tranquillità. Quest'ultima, invece, frenò bruscamente per permetterle di attraversare e uno dei finestrini posteriori si abbassò.

- Ma allora mi segui! - disse una voce.

Ania alzò lo sguardo verso la persona che le aveva appena rivolto la parola e rimase letteralmente pietrificata. Non credeva ai suoi occhi, l'unica parte del suo corpo che continuò a muoversi fu il cuore, velocemente, all'impazzata.

Ermal Meta continuò a fissarla in attesa di una risposta, ma lei non riuscì a tirar fuori una sola parola, completamente paralizzata e incredula.

- Scusami, ti ho spaventata? - le chiese cambiando espressione.

Ania deglutì e cercò di dire qualcosa, con scarsi risultati.

- N-no... Io... Sto bene. - farfugliò.

- Sei sola? Hai bisogno di un passaggio? - domandò il cantante.

- No, stavo solo attraversando la strada. - rispose lei con un po' di incertezza.

- Allora ti va di fare un giro? - le chiese Ermal con un irresistibile sorriso.

Era surreale, Ania non riusciva a crederci. Ermal Meta era lì, di fronte a lei, si era preoccupato per averla spaventata e adesso voleva farsi perdonare offrendole un passaggio o un giro con lui in macchina.

La ragazza non rispose subito, in fondo non lo conosceva, era un estraneo e lei non aveva mai accettato passaggi dagli estranei. Ma lui era Ermal, il suo Ermal e stava aspettando una risposta che sentì di dovergli dare prima che si stancasse di aspettare o che, addirittura, cambiasse idea.

Incerta, si mise la mani in tasca, guardò le proprie scarpe, poi alzò lo sguardo verso lui che le regalò il sorriso più bello del mondo.

- Mi piacerebbe fare un giro! - rispose infine.

Senza un Graffio e Senza PaureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora