Capitolo 10 (Revisionato✔️)

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Mentre Ania si accingeva ad aprire il cancello che la separava dal B&B in cui alloggiava, una luce lampeggiante attirò la sua attenzione. Si voltò di scatto, sembrava provenire dalla stradina che conduceva sul retro dell'edificio, dove vi era il parcheggio della struttura.

Le luci erano due e lampeggiarono ancora una volta, le sembrarono quelle di una macchina. Qualcosa, forse una speranza, la fece istintivamente muovere in quella direzione e camminò finché i fari di un auto nera, esattamente davanti a lei, lampeggiarono nuovamente.

Era la macchina della sera precedente, ma Ania non riusciva a vedere chi ci fosse alla guida e non aveva alcuna intenzione di salire su una macchina senza sapere chi ci fosse all'interno.

Si guardò intorno per un attimo, era un parcheggio malamente illuminato, perciò non si sentì a proprio agio, anzi, fu quasi sul punto di andarsene, almeno finché il finestrino si abbassò e rivelò un Ermal perplesso.

- Sono solo io. - disse con un sorriso rassicurante.

Quella frase la fece ridere, si sentì sollevata del fatto che fosse "solo" Ermal, come se la sua presenza non fosse nulla di particolare. Quindi lo raggiunse e salì in macchina, in imbarazzo come se fosse la prima volta che lo vedeva.

- Ciao! - la salutò lui. - Mi dispiace, riesco sempre a spaventarti in qualche modo. - si scusò.

- Non fa niente, è solo che a un certo punto ho pensato che non saresti più venuto. - spiegò lei.

- Di solito non mi piace dare buca, ho solo cercato di parcheggiare in un posto appartato, onestamente non ho nessuna voglia di essere riconosciuto, spero tu possa capire. - si giustificò il cantante.

- Di solito? - chiese la ragazza sollevando un sopracciglio.

- Hai ignorato il resto. - le fece notare.

- Ammetto che "di solito" è la parte che più mi ha colpita.

- Interessante, quindi dovrò stare attento a ciò che dico. - sorrise inclinando la testa lateralmente.

- Non mi sfugge niente. - Ania scosse la testa.

Poi rimasero a guardarsi per qualche istante, finché lei non si sentì talmente a disagio da dover distogliere lo sguardo.

- Dove andiamo? - chiese.

- In un posto. - rispose lui mettendo in moto l'auto e uscendo dal parcheggio.

- Molto generico! - commentò lei.

Ma Ermal si limitò a sorridere ed Ania si scoprì molto debole di fronte ai suoi sorrisi. Senza nemmeno rendersene conto, si perse a osservarlo alla guida: la sua elegante mano sul cambio, le unghie curate, la mano sinistra che teneva saldamente il volante e poi lo sguardo concentrato sulla strada che gli donava un'espressione incredibilmente sexy.

Inaspettatamente, Ermal sorrise.

- Mi stai ancora guardando? - la prese in giro.

- Io? - disse Ania letteralmente colta in flagrante. - Non ti sarai montato la testa!

- Può darsi, ma tu mi stavi fissando. - ripeté ridendo di lei.

- Piuttosto, dove siamo? - domandò la ragazza notando che aveva accostato.

- Facciamo due passi, ti va? - le chiese Ermal slacciandosi la cintura.

- Certo. - rispose lei facendo lo stesso e scendendo dall'auto.

Davanti a loro, un altro lungomare, molto diverso da quello principale e abbastanza distante dal centro. Un breve sentiero, attraverso un giardino con alti cespugli, portava a un largo marciapiede che costituiva il breve lungomare.

Senza un Graffio e Senza PaureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora