Ania spalancò gli occhi, la luce del giorno, proveniente dalla finestra che l'amica aveva appositamente aperto, l'aveva svegliata d'improvviso, provocando un suo sbuffo. Odiava essere svegliata così.
- Sono in vacanza, voglio dormire... - borbottò infilando la testa sotto le coperte.
- Si può sapere dove sei stata ieri sera? Mi hai fatto preoccupare! - disse Marta mettendosi a braccia conserte.
Ania sbucò da sotto le coperte e le lanciò un'occhiataccia, voleva solamente continuare a poltrire per un'altra oretta.
- Lo sai che odio quando mi svegli così! - le ricordò.
- E io odio quando mi molli! - replicò l'altra.
- Io non ti ho mollata, Marta, eri con quel tipo, pensavo di farti un favore e... Cavolo, mi hai chiamata ventisette volte. - constatò controllando il proprio cellulare.
- Sono tornata in camera e non c'eri. Ti rendi conto? E se quello lì fosse stato uno squilibrato, come avrei fatto a contattarti? - chiese infastidita.
- Ok, hai ragione, scusami, è che ho perso la cognizione del tempo. - si giustificò la ragazza sbadigliando e sollevandosi fino ad appoggiare la schiena al cuscino. - Era uno squilibrato? - domandò poi.
- No, Davide è fantastico. - rispose Marta. - Ma non provare a distrarmi, tu dov'eri?
- Io? - chiese prendendo tempo.
Marta avrebbe dato di matto se le avesse detto che era stata in giro con Ermal Meta, avrebbe assolutamente voluto incontrarlo e ciò avrebbe potuto compromettere l'incontro della sera stessa. Non le andava di rovinare la vacanza né a se stessa né all'amica che, a quel punto, non avrebbe pensato ad altro, così decise che glielo avrebbe rivelato solo una volta tornate a casa.
- Sì, tu. - la guardò con sospetto. - Lui chi è?
- Lui chi? - Ania aggrottò la fronte.
- Il tipo, te lo leggo negli occhi che eri con qualcuno.
- Ehm, niente di particolare, solo uno che ho incontrato sul lungomare. - spiegò.
- Niente di particolare? Cavolo, se ti brillano gli occhi in questo modo, ce l'avrà qualcosa di particolare! - la bionda la prese in giro.
- Cosa? Mi brillano?
- Direi anche più del dovuto. - l'amica si sedette sul bordo del letto, curiosa. - Dai, parlami di lui. - disse.
Ania si trovò in difficoltà, non era mai stata brava a mentire e non aveva granché fantasia nel farlo, senza contare che Marta la conosceva molto bene e che l'avrebbe sgamata nel giro di due minuti. Si impose, allora, di essere il più convincente possibile.
- Cosa vuoi sapere? - prese tempo.
- Tutto. Che lavoro fa? Ha i soldi? - chiese Marta.
- Lui fa... Beh, sai, sembra che guadagni bene in effetti. - spiegò cercando di non agitarsi.
- E poi? Quanti anni ha? - continuò l'amica sorvolando, fortunatamente, sulla questione del lavoro.
- Trentasette. - questa era facile.
- Caspita, undici anni in più! - la bionda sollevò entrambe le sopracciglia.
- Beh, non si direbbe, li porta molto bene.
- L'avete fatto? Com'è a letto uno di trentasette anni? - domandò ammiccando.
- Cosa? Marta, ci siamo conosciuti solo ieri sera. - le fece notare Ania.
- E allora? Siamo in vacanza, ricordi?
- Stai dicendo che sei già andata a letto con quel Davide?
- Certo che no, ma non escludo di farlo. - rispose Marta. - Dai, fammelo conoscere! - propose poi.
- Non se ne parla. - la mora scosse la testa.
- Cosa? Perché? - insistette l'altra.
- Perché l'ho conosciuto ieri, non mi va di presentargli la mia migliore amica il giorno dopo. - spiegò Ania.
Grazie al cielo, Marta sembrò comprendere, le diede ragione e raccontò la propria serata con Davide.
A quanto pare era un semplice studente di giurisprudenza, avevano passato la maggior parte del tempo in quel pub a chiacchierare, dopodiché erano usciti sul lungomare e lui l'aveva baciata, un bacio molto passionale a detta di Marta, che ripeté più volte di non essersi concessa per creare in lui delle aspettative e la voglia di rincontrarla.
Così, le due ragazze dovettero confessare di avere entrambe un appuntamento la sera stessa e ne furono sollevate, nessuna delle due avrebbe voluto lasciare sola l'altra, ma in quel caso non c'era da preoccuparsi. Insomma, erano andate in vacanza per rilassarsi e passare un po' di tempo insieme, ma erano finite per incontrare qualcuno che aveva stravolto totalmente i loro piani.
Le due amiche passarono l'intera giornata insieme, andarono a pranzo, poi per negozi e Ania si stupì di come Marta si fosse quasi dimenticata di Flavio, al punto di non nominarlo nemmeno una volta. Per Ania era sempre stato diverso, le sue cotte erano state molto meno leggere, era difficile che un'altra persona catturasse il suo interesse quando era presa da qualcun altro, per questo motivo non riusciva a capire come facesse, la sua amica, a prendere le relazioni con così tanta leggerezza.
Quella sera, Ania trascorse circa un'ora davanti alla propria valigia, cercando di decidere cosa indossare. Ogni cosa le sembrava troppo elegante, troppo casual o semplicemente inadatta, finché non si ricordò di un vestito bordeaux che aveva acquistato nel pomeriggio. Lo indossò e le parve subito perfetto sopra un collant scuro e un paio di stivaletti neri.
Truccò le proprie palpebre con una leggera linea di eye-liner e allungò le ciglia con un po' di mascara. Lasciò che i capelli restassero mossi, in modo da apparire il più naturale possibile, si infilò il cappottino nero e si guardò allo specchio soddisfatta.
Un pensiero le sfiorò la mente, facendola sorridere davanti alla propria immagine: si era appena fatta bella per Ermal. Notò, sul riflesso, il luccichio dei propri occhi, quello che Marta le aveva descritto la mattina stessa e si chiese cosa avrebbe dovuto aspettarsi da quella serata.
Poi si fece coraggio, afferrò la borsa, scese le scale e, ad ogni gradino, il suo cuore accelerò i battiti. Uscì dal cancello, si guardò intorno per un po' e non si stupì di non vederlo, essendo scesa in anticipo di qualche minuto, era naturale che lui non fosse ancora arrivato.
Ma qualche minuto più tardi, Ania cominciò a farsi delle domande. Nessuna auto aveva accostato davanti a quel cancello, tutto sembrava tranquillo, le macchine scorrevano sulla strada senza il minimo accenno a fermarsi e allora cominciò a chiedersi se mai sarebbe arrivato.
Tra l'altro iniziava a fare freddo e, per quanti imprevisti avesse potuto avere, quel ritardo iniziava a essere sempre meno giustificabile.
L'entusiasmo si trasformò ben presto in delusione, forse Ermal aveva cambiato idea e non aveva avuto modo di avvisarla perché non si erano nemmeno scambiati il numero di telefono, ammesso che, in quel caso, avesse avuto il buonsenso di chiamarla.
Si sentì molto stupida, come poteva anche solo pensare di uscire con qualcuno che non le aveva neanche chiesto il numero di telefono? Cosa si era messa in testa, che sarebbe davvero uscita col proprio idolo?
Non era più una ragazzina oramai e il fatto che si fosse lasciata abbindolare da lui, la fece sentire un'ingenua, lei che si era sempre ben guardata dal fantasticare, si era illusa di qualcosa di praticamente impossibile.
L'aria gelida accarezzò il suo viso quasi volesse consolarla, il sole era ormai tramontato da un pezzo e le stelle avevano iniziato a riempire il cielo, esattamente come la sera precedente, quando lo aveva incontrato per caso tra le strade di quella cittadina.
Le macchine continuarono a scorrere sulla strada, ma il suo sguardo non le seguì più. Ania smise di cercarlo tra la gente e, col cuore a pezzi, decise di tornare nella sua camera, togliersi quei vestiti di dosso e smetterla di credere alle favole.
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Senza un Graffio e Senza Paure
FanfictionERMAL META FANFICTION ⚠️STORIA IN REVISIONE⚠️ Tengo molto a questa storia perché è la prima in assoluto che ho scritto. Mi rendo conto che alcuni fatti sono talvolta assurdi, ma tramite le mie storie potrete assistere alla piccola crescita di una s...