Il resto del pranzo era trascorso in maniera piacevole, i due avevano parlato molto, avevano riso, ne avevano approfittato per conoscersi meglio ed erano rimasti su quella terrazza a lungo, anche dopo aver terminato di pranzare.
Ania non pensò a niente per tutta la mattinata, al punto che si dimenticò perfino di dover studiare, almeno finché tornarono in camera, allora lanciò un'occhiataccia ai propri libri che aveva precedentemente sistemato in un angolo.
- Beh, allora io vado! - disse Ermal improvvisamente.
Ania si voltò di scatto.
- Cosa?
- Ti avevo promesso che ti avrei lasciato studiare. - il ragazzo fece spallucce.
- Non mi va. - rispose lei con una smorfia.
Ermal sorrise intenerito, poi si avvicinò a lei e poggiò le mani sui suoi fianchi.
- Non voglio che trascuri le tue cose per me. - disse.
- Non voglio che tu te ne vada. - replicò Ania.
- Starò via solo qualche ora.
- E dove andrai? - gli domandò.
- Devo vedere i ragazzi, sono arrivati stamattina e vogliono parlarmi di qualcosa che riguarda la scaletta di dopodomani. - spiegò lui.
- C'è niente che io possa fare per convincerti a restare? - sorrise maliziosa.
Ermal sollevò lo sguardo pensieroso.
- Beh, dipende! - la provocò.
Ania si slacciò il primo bottone della camicia, mostrandogli una leggera scollatura.
- Tutto qui? È un po' poco! - le fece notare.
La ragazza allora si sbottonò tutta la camicia e allargò la stoffa per lasciargli vedere il reggiseno azzurro. Ermal allora sorrise, sembrava che l'idea di restare lo allettasse.
- Ti stai comportando male! - disse con tono di rimprovero, contraddicendosi mentre infilava le mani lateralmente, sotto la stoffa della camicia, accarezzandole la pelle. - Ma non cederò! - concluse.
Ania sbuffò, provocando la risata del ragazzo che un attimo dopo le lasciò un leggero bacio sulle labbra.
- Torno presto, Ania! - sussurrò e lei non poté fare altro che annuire.
Lo osservò uscire dalla stanza, l'idea di allontanarsi da lui per qualche ora non le piacque affatto, ma in effetti avrebbe dovuto portarsi un po' avanti con lo studio e la sua presenza l'avrebbe solo distratta e costretta a rimandare.
Si guardò intorno, la camera adesso era silenziosa, il letto che lei stessa aveva rifatto era rimasto intoccato, mentre il resto della roba era stato riassettato da qualcuno.
Non le rimase che togliersi le scarpe, prendere i libri e mettersi comoda sul letto. Sfogliò qualche pagina in cerca di una buona concentrazione, ma il profumo di Ermal aleggiava nell'aria e a quel punto capì che si sarebbe comunque distratta. Era il profumo dei suoi vestiti, dei suoi capelli, lo stesso profumo della sua barba che stranamente non aveva ancora deciso di radere.
A un tratto Ania scosse la testa, doveva smettere di pensare, doveva concentrarsi e per un po' ci riuscì. Passò qualche ora a scrivere e sottolineare, poi iniziò a chiedersi che fine avesse fatto e si lasciò distrarre dai propri pensieri.
Non le piaceva il fatto di non avere alcun modo per contattarlo, sembrava come se lui continuasse a mantenere le distanze, nonostante si comportasse in modo dolce e premuroso con lei.
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Senza un Graffio e Senza Paure
FanfictionERMAL META FANFICTION ⚠️STORIA IN REVISIONE⚠️ Tengo molto a questa storia perché è la prima in assoluto che ho scritto. Mi rendo conto che alcuni fatti sono talvolta assurdi, ma tramite le mie storie potrete assistere alla piccola crescita di una s...