Capitolo sette

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«Si, stiamo riprendendo qualche punto in commercio con i motori per auto sportive, ma la X-101 rimane ancora seconda, se non terza.» Riportò minuziosamente Alan, un analista di mercato.

«Chris, hanno richiamato per quello spot?» Lauren manteneva un'attitudine austera e inaffondabile.

Tutti le portavano rispetto soprattutto per quella maschera di imperscrutabilità. Nessuno decifrava quello che si trascriveva dietro quegli smeraldi talvolta scuri talvolta diafani.

«Si, e hanno confermato la nostra auto.» Sorrise soddisfatto l'uomo da sotto la barba incanutita.

Lauren annuì lentamente. Sfogliò pagina, dedicandosi al prossimo argomento di discussione.

«Chelsea, hai "arruolato" qualche investitore in più?» Le ciglia svolazzavano sullo sguardo, conferendogli ancora più naturale sensualità e incanto.

«Due questa settimana, di quelli importanti. Gli altri sono anonimi, hanno versato cifre minime.» Appiattì le labbra in un sorriso umilmente insoddisfatto.

«Speriamo siano meglio dei precedenti acquisti.» Bisbigliò, ma non abbastanza sommessamente da non essere udita da tutti.

Lo sguardo di Normani guizzò verso Camila che aveva capito l'antifona. La cubana si passò una mano sulla fronte, sospirando inosservata... O quasi.

«Normani, questione principale. Come procedono gli accordi con la Tyser?» Si informò Lauren, planando verso l'altra ala, ma tenendo intenzionalmente la traiettoria fissa sulla sua interlocutrice e solo su di lei.

Lucy, seduta a sinistra, in prossimità di Lauren, si rianimò. A quanto pare la questione la toccava intimamente, e dal sogghigno che le increspò le labbra, parve quasi che avesse qualcosa che le frullava per la mente.

«Allora, ci sono i buoni propositi, solo che vogliono, anzi pretendono, una percentuale più alta e il loro nome sul tuo nuovo progetto.» Asserì timorosamente Normani, faticando sovranamente per arginare il battito accelerato.

«Come, prego?» Sgranò gli occhi Lauren, incredula. Un sorriso sardonico le colorò le labbra «Possono anche pregare in 1000 lingue diverse, ma col cazzo che diventano proprietari del nuovo progetto.» Dichiarò fermamente, mettendo in chiaro chi dirigeva l'orchestra.

«Lauren, io ho provato...» Erse una mera difesa Normani, che venne smantellata in men che non si dica dal tono stentoreo è inopinabile di Lauren.

«A quanto pare non sei in grado di condurre quest'operazione come speravo.» Per Lauren era sacra l'amicizia con Normani, ma ancora di più l'integrità e la reputazione della sua azienda.

«Esatto.» Si intromise Lucy, già pronta sul piede di guerra dall'inizio «C'è bisogno di qualcuno che abbia più polso.» Sentenziò audace, ovviamente candidandosi lei stessa.

«Ma sta' zitta.» La censurò Normani, sempre più stufa dei suoi lagnosi e screditanti appunti.

«Comportati da persona matura, almeno per cinque minuti.» La pregò Lucy, con quel tono che Normani reputava odioso.

«E tu tieni le gambe chiuse, almeno per cinque minuti.» Rimbeccò, sottolineando che se si trovavano in quella scomoda situazione era solo per colpa sua.

Lucy non scattò in piedi solo perché il suo rigore prevaleva sull'impulsività. Però lo sguardo si adombrò e la mascella si serrò.

«Non credo che Normani non sia capace di persuadere la Tyser.» Si aggiunse Lauren dopo una lunga riflessione, glissando sugli attriti personali che non aveva intenzione di approfondire «Credo solo che abbia bisogno di una mano.»

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