Camila aveva trascorso la serata da sola, dato che le "inquiline" erano a far baldoria altrove. Fu una delle nottate più rilassanti della sua vita. La trascorre a bere tè, guardare serie tv su netflix e mangiare cioccolatini alla nocciola, al cioccolato bianco e al pralinato al cocco. Dialogò solo con la sua ombra e con Sarah Lance, che sicuramente era una miglior ascoltatrice di Dinah.La serata sarebbe andata a gonfie vele, se non fosse stato per un piccolo cavillo che la mandò a catafascio.
Normani le mandò un messaggio, coinciso ma efficace, proclamando che Lauren aveva pianificato una strategia paracadute, ma che voleva parlarne con tutti gli investitori in una riunione speciale. Il pomeriggio seguente.
Camila balzò in piedi, osservando lo schermo con lo stesso stupore e terrore che le si era propagato negli occhi qualche mese prima, quando Dinah aveva arbitrariamente confermato la sua presenza al tavolo.
Non c'era un motivo preciso per cui la cubana avesse tanta paura, o forse ce ne erano fin troppi. La verità era che, dopo quella serata "intima" in ufficio, non si erano più riviste. Erano passati tre giorni, ma se la cubana avesse potuto sarebbe volentieri scomparsa nell'etere, sottraendosi all'imbarazzo pressante di quell'inevitabile incontro.
Iniziò a prepararsi già alle otto della mattina (nonostante la riunione fosse prefissata alle diciassette), tanto era esigente l'ansia.
Forse andare a letto con il capo non è stata una buona idea. Si appuntò la cubana, iscrivendolo per la prossima volta, se mai ce ne fosse stata un'altra.
Alle tre in punto eseguì gli esercizi di meditazione, così da acquistare i nervi a fior di pelle. Corroborò la tecnica di respirazione ad un tè ai frutti di bosco -che fra l'altro teneva in dispensa solo per il profumo afrodisiaco.
Alle quattro uscì di casa, in largo anticipo. Si fece accompagnare da un taxi, e anche stavolta, quando chiese di fare la strada più beve, Le venne risposto "Non me esiste una. Un po' di musica?" Sembrava che i tassisti newyorkese fossero tutti coalizzati in un'associazione elitaria, nella quale servivano due requisiti per entrare: il primo, essere amanti della musica; il secondo, nutrire la passione di esasperare i clienti e farli arrivare in ritardo quando erano di fretta. Giungendo a questa brillante conclusione, Camila sancì con se stessa una promessa. È ora di comprarsi una macchina.
Fortunatamente, prevedendo la mentalità diabolica dei tassisti, il suo anticipo fruttò un'impeccabile puntualità. Riuscì ad arrivare in sala riunioni prima di qualche pigro investitore, e a scambiare qualche chiacchiera con Normani.
«Beh, com'è andata ieri sera?» Domandò la cubana, sorridendo salace.
«È inutile che fai quella faccia da pesce lesso.» Scattò sulla difensiva Normani, calando un tono tagliente «Io e Dinah siamo amiche. Lei è più etero di Jennifer Aniston.» Scrollò le spalle Normani, recitando indolenza.
«Lo so, stavo scherzando. Non scaldarti.» Issò bandiera bianca la cubana.
Normani sospirò, abbasso lo sguardo, si ricompose e riprese più mansueta «Siamo stati bene, anche se il locale era un po' affollato e la parcella un po' salata.» Recensì la collega, trastullando la lunga collana appesa al collo.
Camila annuì, seguendo distrattamente il movimento della biglia d'argento fra le mani dell'altra.
«Tu che hai fatto?» Ripropose la domanda Normani.
«Mah, ho oziato. È stato catartico dedicarmi un po' di solitudine.» Ammise la cubana, sorridendo spensierata.
Improvvisamente la porta si aprì, ma invece di materializzarsi Lauren o Lucy, presenziò un uomo dalla barba incolta, color sale e pepe, e la montatura degli occhiali squadrata sul viso ovale.

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Towers
Fiksyen PeminatLauren, 25enne pluripremiata, è a capo di una grossa azienda multinazionale che fattura miliardi di soldi annui. È molto quotata online, a tal punto che le sue azioni sono ripartite solo fra pochi fortunati. Camila, 23enne "allo sbando", riceve in...