Capitolo undici

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Camila si accertò più volte di aver messo in valigia tutto l'occorrente. Prima rilesse la lista da sola, dentro di se, e poi ad alta voce. Dinah la lesse per lei, enumerando ogni voce: "Shampoo", ok. "Balsamo", ok. "Dentifricio", ok. "Intimo", ok. "Caricabatterie", ok. "Profumo, vestiti formali e non, pettine, spazzola e giubbotto", ok. "Tacchi e non, libro, iPad, cuscino", ok.

«Mi spieghi che te ne fai del cuscino?» Innalzò un sopracciglio Dinah, interdetta.

«Non posso dormire sul cuscino dell'albergo, è scomodo.» Puntualizzò Camila, mentre premeva con tutte le sue forze la montagna di materiale dentro la piccola valigia.

Dinah la soccorse. Si sedette sopra di essa e la cubana richiuse la cerniera.

«Allora, come ti senti?» Domandò trepidante, come se stesse per prendere il volo con lei.

La cubana arricciò le labbra e scrollò le spalle, quasi indifferente.

«No, scusa... Non solo stai tornando a casa, ma lo stai facendo in grande stile. E non solo stai per rivedere la tua famiglia, ma lavorerai anche spalla spalla con una delle donne più ambite di America, e tu fai spallucce? Roba da non crederci.» Scosse la testa la polinesiana, indignata che certi lussi spettassero a chi poi li screditava.

«Sono felice, ovvio. Ma anche tanto nervosa. E lo sai che preferisco non esternare certi sentimenti, altrimenti mi faccio prendere dal panico.» Inspirò profondamente Camila, anestetizzando l'ansia già in circolo.

Dinah le mise una mano sulla spalla, le dedicò un sorrisetto rincuorante «Sono sicura che andrai benissimo. Non vedrei nessuno migliore di te a capo di questa situazione.» Dichiarò sdolcinatamente, provocando una reazione allergica della cubana che a quelle smancerie, soprattutto dall'amica, non era avvezza.

«Sto per starnutire.» La derise bonariamente la cubana, incassando un pugno sul braccio e una risatina.

«A parte le stronzate. Grazie Dinah.» Si concesse Camila, sorridendo affettuosamente.

La polinesiana annuì.

Finirono di aggiustare le ultime accortezze, poi la cubana le elencò la lista di favori che le lasciava per quelle settantadue ore: annaffiare le piante, spazzare, non far esplodere la cucina, ricordarsi di spegnere il gas, non lasciare il rubinetto aperto.

«Non sono mica una quindicenne.» Si risentì la polinesiana, che più una lista di favori, le pareva una numerazione di doveri.

«La prudenza non è mai troppa.» Sottolineò materna la cubana.

«Ah beh, detto da una che si porta il proprio cuscino in albergo.» Dilatò le pupille Dinah, come a sottintendere che per Camila la parola "prudenza" era un eufemismo.

«Non scordarti che sono sempre la stessa che ha investito tre milioni alla cieca.» Ammiccò Camila, rabberciando la sua reputazione.

La polinesiana alzò le mani in segno di resa.

L'accompagnò alla porta e si salutarono con un rapido abbraccio. Dinah le disse di salutare sua mamma, se ce ne fosse stata occasione. Camila le promise che l'avrebbe fatto. L'aveva promesso anche ad Ally che, saputa la notizia, era rimasta a bocca aperta per una manciata di minuti. Si, Camila era fortunata, decisamente. Con i loro impegni e le loro vite frenetiche, tornare a casa era fuori discussione durante l'anno. Solo Natali, Capodanni e Pasque erano, talvolta, celebrazioni di famiglia.

La cubana chiamò un taxi per raggiungere l'aeroporto. Mentre affrontava noiosamente l'ingorgo mattutino della grande Mela, ricevette una chiamata da Normani. Le chiese se si sentisse pronta, se fosse agitata o meno, e le ricordò che per Lauren la puntualità era tutto. Le scodellò anche qualche consiglio, come ad esempio "Niente prese di potere". Camila colse l'antifona e assentì. Normani le suggerì anche di non mangiare a bocca aperta, di non disturbare Lauren durante la notte, di drizzare le antenne se l'avesse vista bere, "Mai, e ripeto mai, effettuare pip-stop al bar prima di un incontro importante." Appuntato.
Infine, le confidò che Lauren beveva whisky quando qualcosa non andava, quindi un bicchiere di whisky era un allarme rosso, tutti alle scialuppe, si salvi chi può! Le ricordò anche che, in casi estremi in cui la corvina si ritrovasse con un bicchiere di whisky in mano, qualsiasi fosse stata la notizia, sarebbe stata Camila a doversene incaricare e risolvere. E sarebbe stata da sola.

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