«Non troverai niente.» Sbuffò Camila, con le braccia tese alla libreria e con le mani di Lauren addosso.«Sei un po' inquieta o sbaglio?» Insinuò la corvina, tastando le tasche della cubana dall'esterno.
«Sono indispettita perché non ti fidi di ciò che dico da mezz'ora.» Puntualizzò seccata la cubana, che si stava sottoponendo alla perquisizione da più di venti minuti.
«Sono solo molto meticolosa.» Scandì lentamente Lauren, con tono leggermente piccante, facendo scivolare la mano sull'addome della cubana.
«Non nascondo niente.» Deglutì Camila, aggrappandosi allo scaffale della libreria per reprimere i brividi che le folgoravano la pelle.
«Chissà. Sei brava a nascondere le cose.» La pungolò spudoratamente Lauren, facendo una chiara allusione che fece ribollire il sangue alla cubana.
Prima che la mano di Lauren potesse scendere verso il suo ventre o salire verso il suo seno, Camila si voltò di scatto e incrociò le braccia, squadrandola turpemente «Ora basta. Ho seguito le regole. Tocca a te.» Sentenziò inflessibile, e Lauren, divertita da quella vena sul collo che si stava ingrossando, acconsentì.
Prese il posto della cubana: braccia tese contro la libreria, gambe appena divaricate.
Camila poggiò le mani sulle sue spalle e tastò in cerca di qualcosa che crepitasse, ma invece si imbatté solamente nella muscolatura possente della corvina. Deglutì ancora una volta, scacciando dalla mente immagini impudiche.
Scese lentamente verso le braccia e le percorse "a passo d'uomo", dato che non stava cercando un'arma, quindi un oggetto palpabile a primo impatto, ma bensì era alla ricerca di un foglietto. Un po' più difficile come esplorazione.
Lauren sbuffò, sentendosi letteralmente messa al muro. Camila allora, la ripagò con la stessa moneta «Che c'è, Lauren? Ti sento un po' inquieta?» La sbeffeggiò palesemente.
Lauren dovette stringere lo scaffale della libreria per non permettere al suo orgoglio ferito di prevalere.
«Sono solo molto scocciata perché ci stai mettendo tanto.» Precisò a denti stretti, ruotando appena la testa.
«Da che pulpito vien la predica.» Ridacchiò sarcastica Camila, strappando un grugnito insofferente a Lauren che non replicò.
Le mani della cubana scivolarono verso le tasche alte del cappotto della corvina, all'altezza dei seni. Camila le sfiorò appena, sentendosi avvampare quando le prosperità di Lauren lambirono i suoi palmi. Deglutì. Ancora. Rapidamente si diresse verso le tasche laterali e con il permesso della corvina frugò anche all'interno, trovando solamente un biglietto da visita -che fra l'altro era il suo-, il telefono, un accendino.
«Non sapevo fumassi.» Commentò la cubana, riponendo l'oggetto dove l'aveva trovato.
«Storia vecchia.» Scrollò le spalle la corvina, dando ad intendere che non voleva parlarne.
Camila non fece ulteriori supposizioni.
Del biglietto nemmeno l'ombra, così le sue mani calcarono anche i fianchi della corvina e ridiscesero verso le tasche dei pantaloni, dove non trovò niente all'interno.
«Te ne sei convinta adesso?» Chiese tagliente la corvina, e la cubana fece un passo indietro, permettendole di voltarsi.
Lauren la fissò dritta negli occhi, con sguardo vittorioso e arrogante. Lo stesso che aveva da una vita. Si rassettò il cappotto e sorrise perversamente sotto i baffi, incassando una piccola vittoria.
«Non riderei tanto se fossi in te.» La cubana consultò l'orologio «Mancano venti minuti al taglio della torta e noi non abbiamo ancora trovato l'ultimo indizio.» Sospirò Camila, pensando ad un piano alternativo per raggiungere la meta, ma era praticamente impossibile azzeccare il luogo esatto dove avrebbero celebrato senza avere niente in mano.

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Towers
FanfictionLauren, 25enne pluripremiata, è a capo di una grossa azienda multinazionale che fattura miliardi di soldi annui. È molto quotata online, a tal punto che le sue azioni sono ripartite solo fra pochi fortunati. Camila, 23enne "allo sbando", riceve in...