Normani stava razziando la dispensa della cubana: quando era nervosa si innescava la fame da stress, peggio di quella chimica. Camila le raccontò per filo e per segno come si era svolta la serata, ci tenne a precisare che Lauren l'aveva quasi perdonata, ma che poi, una volta che era scesa dall'auto, sembrava che il livore nei suoi confronti si fosse riprodotto, invece di estinguersi.«Tranquilla,» Biascicò Normani mentre leccava il cucchiaio, assicurandosi di pulirle tutto il gelato alla fragola spalmato sopra «Lauren fa così con tutti. Anzi, è già una buona vittoria aver goduto di una transitoria tregua.»
«Spero che presto cesserà questo malumore.» Sospirò Camila, che da sempre era un po' suscettibile al malcontento altrui nei suoi confronti.
«Non cesserà mai. Lauren è così di natura. Com'è che dicono oggi? Mood. È il suo mood perenne.» Fece balzare le sopracciglia, mantenendole in aria per qualche tempo, giusto per enfatizzare il concetto.
«È che non vorrei sprecare quest'opportunità.» Esternò apertamente la cubana. Il suo pensiero non poteva far a meno di rasentare il ricordo di suo padre.
«Non lo farai. Lauren non licenzia qualcuno per un evento isolato di insubordinazione. Quello a cui tiene di più è l'azienda. E basta. Chiaro che se dovessi dimostrarti recidiva, allora ci sarebbero scottanti conseguenze. Ma fino ad allora, puoi dormire sogni tranquilli.» La rassicurò Normani, edotta ormai sul temperamento della corvina, rigido e inflessibile, ma accondiscendente se in funzione dell'azienda.
«E poi, hai fatto un buon lavoro, per essere il tuo primo impiego.» Sorrise solidale Normani che, dopo aver rovistato con il cucchiaio fino a metà barattolo, si ritenne soddisfatta e lo ripose al suo loco.
«Se lo dici tu.» Si auto-incoraggiò la cubana, sospirando.
«Eccome. Adesso perdonami, devo assolutamente scappare. Ci vediamo lunedì, ok? Passa un buon weekend, hasta pronto chica!» La salutò con un bacio della mano, tirandosi poi dietro l'uscio che si serrò con un tonfo sordo.
Lauren aveva indetto un meeting straordinario, per mettere al corrente gli investitori dei progressi ottenuti. Normani non vedeva l'ora di spiattellare in faccia a Lucy il suo encomiabile operato. Già immaginava la sua espressione, è solo così ne traeva un gran soddisfacimento.
Camila organizzò una serata fra lei, Dinah ed Ally durante il weekend. Passarono il sabato sera a ragguaglierai sugli avvenimenti. Ally aveva conosciuto un ragazzo al negozio, sì proprio al sexy shop. Diceva che era carino e che stava vagando fra gli scaffali alla ricerca delle manette pelose. Un punto a suo favore, insomma. Dinah le disse che era strano sentirla parlare così spudorata, dato che prima del trasferimento era una ragazza casa e chiesa. Ally si difese con un'alzata di spalle e un semplice ma efficace "Tutti cambiano".
Quasi tutti. Pensò la cubana, riflettendo sul fatto che, secondo lei, Lauren non aveva mai indossato maschera diversa da quella che sfoggiava ora.
Dinah raccontò loro quello che era successo con Siope. In poche parole lui le aveva confessato di avere un debole per lei, ma aveva anche precisato che non sarebbe scoppiato niente fra loro perché la differenza d'età lo metteva in soggezione. La polinesiana non si era comunque arresa, e avrebbe continuato a corteggiarlo finché non si fosse avveduta di aver raggiunto il capolinea.
Camila si divertì a riepilogare gli eventi cruciali della festa. Le due, incuriosite e stuzzicate dall'idea di sbirciare fra i segreti dei vip, la bersagliarono di domande. "Ma Ryan Reynolds c'era?", "È uscita una donna dalla torta?", "Uh,uh! Lady Gaga era presente, spero. Non si fanno feste senza Lady Gaga", "Io ho fatto il mio compleanno senza Lady Gaga", "Ma che c'entra!? Intendo dire fra di loro". E così via.

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Towers
FanfictionLauren, 25enne pluripremiata, è a capo di una grossa azienda multinazionale che fattura miliardi di soldi annui. È molto quotata online, a tal punto che le sue azioni sono ripartite solo fra pochi fortunati. Camila, 23enne "allo sbando", riceve in...