«Tu hai perso completamente la testa!» Sbottò in preda al panico Dinah, trafelata e sconcertata per l'aplomb che Camila aveva avuto nel dirle "Ho investito tre milioni di dollari in una società che non conosco e che non mi interessa conoscere."«Capisci che le persone normali non si comportano così?!» Dinah altalenava un timbro stizzito ad un tono più melliflue, come quando un genitore sgrida un bambino per una marachella. Uguale.
«Sono sicura di aver speso bene le mie risorse.» Camila le rispondeva con nonchalance, placida e recisa.
«Ma non sai nemmeno in quale attività le hai investite!» Stavolta stridette più del solito, chiudendo poi il pugno per morderlo fra i denti.
Camila si alzò dal divano per andare a prendere un succo dal frigorifero. Erano la sua prima scelta quando il caffè scarseggiava.
«Mila, ascolta. Non voglio farti la ramanzina, sono i tuoi soldi e decidi tu come impiegarli...» Esordì mite la polinesiana, mentre Camila era intenta a setacciare gli scoparti del frigo e le etichette dei succhi rigorosamente bio. Mela, pera, albicocca, pesc... Uh si, pesca!
«Quindi non intendo rimproverarti...Però cazzo!!» Eruppe Dinah infine, incapace di verbalizzare i suoi pensieri senza apparire saccente o dispotica.
Lei ci teneva soltanto all'amica e credeva che si trovasse in un periodo molto delicato della sua vita. Camila era stata sempre avvezza a risolvere i suoi conflitti interiori in completa e incondizionata autonomia, ma talvolta Dinah non si fidava dei meccanismi insiti alle persone mentre stavano attraversando periodi spinosi. Forse qualcosa aveva fatto cortocircuito nella mente di Camila, ecco perché invece di piangere sulla bara di suo padre aveva deciso di investire 3/4 della sua eredità in una società di cui conosceva solo le prime tre lettere.
«Mi ispirava fiducia.» Si giustificò Camila quando l'amica le chiese come avesse potuto agire tanto azzardatamente.
Per il resto del giorno non fecero altro che aprire e chiudere l'argomento, dal nulla. Ad esempio. Camila stava cucinando le patate arrosto e Dinah tentava di mordersi la lingua ogni volta che cavava quel ragno dal buco, ma a volte era più veloce la lingua. Tipo mentre la cubana stava sfornando le patate, Dinah si avvicinò per aiutarla e.. "Ma poi così? Dal nulla? Tre milioni, puff, ciao!", "Aiutami a metterle nei piatti", "Non me ne capacito...", "Hai visto la forchetta?". Oppure quando stavano mangiando e il telegiornale scorreva in sottofondo. "Certo che la crudeltà di certe persone mi meraviglia tutt'oggi", "Ma sono recuperabili i soldi, oppure no?", "Voglio dire, come si può arrivare a infliggere tanto dolore ad un altro essere umano?", "No perché se fossero recuperabili, potremmo ancora intervenire. Tu che dici?", "Vuoi ancora patate, Dj?". E andavano avanti così, l'una senza stancarsi di eludere l'altra.
Solo verso le nove di sera, quando ormai la notizia aveva attecchito nell'intelletto di Dinah, allora riuscirono a stravaccarsi sul divano, con due birre in mano e il telecomando fra di loro -che simboleggiava la libertà di entrambe di cambiare canale-, con la televisione sintonizzata su un programma di carrozzeria, la polinesiana arrestò la matrice dei suoi pensieri. "Che fanno a quest'auto?", "Boh, non me ne intendo di macchine", "Mi sa che devono ripararla e reinventarla", "Figo." E giù una manciata di pop-corn unti di burro.
La mattina dopo il discorso era archiviato. Dinah era ancora scioccata dalla notizia, ma non più esterrefatta. Insomma, pensandoci attentamente, Camila aveva sempre preso decisioni a lume di naso. Per esempio quando prima di partite per New York, Ally e Dinah avevano circoscritto un'area dove gli affitti erano più bassi per non gravare troppo sulle spalle dei loro genitori. Camila no. Camila aveva stirato la mappa davanti a se, si era portata una mano sugli occhi e aveva fatto cadere il lapis in maniera del tutto casuale. East Side. E si era trasferita lì, solo perché da bendata le era uscito quel risultato. Oppure quando era andata a letto con la sua prima donna. L'aveva rimorchiata ad un pub, non era nemmeno sicura che le potesse piacere il sesso con una persona del suo stesso genere, ma prima che si buttasse in pista per concretizzare una maratona di sguardi maliziosi scambiati fra le due, a Dinah aveva soltanto detto "Ha dei bei polsi, mi piacciono." Poi era tornata la mattina dopo a casa. O come dimenticare l'avventura alla centrale di polizia. Era stata arrestata non per aver derubato un piccolo supermercato in gestione privata, no! Bensì per aver aperto tutte le lattine e aver conservato le linguette in tasca. "Volevo fare un bouquet di alluminio", era stata la sua incrollabile difesa.
Capite bene che pattuire il proprio futuro solo in base ad una matita, o andare a letto con una donna per i suoi polsi, oppure impelagarsi con la giustizia per delle linguette non è il quadro clinico di una persona sana di mente.

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Towers
FanfictionLauren, 25enne pluripremiata, è a capo di una grossa azienda multinazionale che fattura miliardi di soldi annui. È molto quotata online, a tal punto che le sue azioni sono ripartite solo fra pochi fortunati. Camila, 23enne "allo sbando", riceve in...