«Non voglio più giocare con te! Sei un'imbrogliona.» Si imbronciò Dinah, piccandosi come una bambina afflitta.«Solo perché perdi non significa che io stia barando.» Sbuffò Normani, roteando gli occhi al cielo, muovendo la pedina anche se la polinesiana non stava più partecipando attivamente al gioco.
«Non è possibile che io perda sempre! Usi sicuramente un trucco.» Si impuntò l'amica, per niente intenzionata a cedere.
«Può essere solo che tu sia scarsa.» Notificò Normai, raccogliendo il gioco in una scatola.
«Allora gioca con qualcun altro. Pfff.» Dinah si alzò irritata dalla sedia, marciò fino al divano e ai sedette accanto a Camila, che aveva perso l'ennesima disputa fra le due perché abissata nel suo lavoro.
La polinesiana fece zapping fra i canali, mentre Normani ripose il gioco in scatola in uno scaffale a portata di mano: sapeva che prima o poi la "bizza" sarebbe passata a Dinah e allora avrebbero ripreso le redini di Risiko. Anche la collega andò a sedersi accanto a Camila. La cubana era talmente assorta nel suo lavoro che non si accorse nemmeno della presenza delle due amiche. Pareva quasi che lavorasse con un paraocchi che consentisse uno scorcio solo sullo schermo del pc e la tastiera. Dinah si sporse per intercettare lo sguardo di Normani. Entrambe sollevarono un sopracciglio.
«Camila!» Gridarono all'unisco, facendola sobbalzare per lo spavento.
«Dio. Perderò 10 anni di vita una volta di queste.» Portò la mano al cuore, riprendendo fiato.
«A che cosa stai lavorando?» Si incuriosì la polinesiana, sbirciando la pagina fittamente stilata dalla cubana.
Camila abbassò lo schermo, oscurando scampoli sulle sue bozze alle due «Niente da fare. Top secret.» Sentenziò la cubana, sgomberando lo spazio di lavoro per aggregarsi alle "chiacchiere da bar" delle amiche.
«Come sei criptica.» La studiò interessata Dinah, convinta a scoperchiare il vaso di Pandora.
«Sono solo scaramantica.» Ammiccò la cubana, incassando le spalle.
«Si, ma noi siamo tue amiche.» Sottolineò Normani, ingraziandosela.
«No. Io sono sua amica!» Rettificò Dinah, ancora infuriata con Normani per la sconfitta immeritata di prima.
Normani scosse impercettibilmente la testa e alzò gli occhi al cielo, evitando di replicare.
«Mi dispiace, non voglio rivelare niente a nessuno.» Si intestardì la cubana, sfoggiando un sorriso malizioso.
Aveva intenzione di recuperare la fiducia di Lauren, ma non sapeva bene come. Si era lambiccata a lungo per foggiare un'idea che si plasmasse alla corteccia smerigliata della corvina, ma dato che niente sembrava adattarsi alle corde di Lauren, Camila decise di elaborare una forma più artistica per riconquistare la fiducia della corvina. Dato che a breve avrebbe gareggiato per una delle competizioni più importanti della sua carriera, Camila stava tentando di raffinare il logo della sua scuderia, dandogli un tocco più elegante e moderno, svecchiandoli dalle forme rurali di un tempo.
Non vedeva l'ora di mostrarlo a Lauren, anche se, per come si era conclusa l'ultima sera che si erano viste, non sapeva in che rapporti fossero rimaste lei e Lauren. Ma poco importava!«Si, ma...» Prima che Dinah potesse obiettare, qualcuno bussò alla porta, insistentemente.
«Aspetti qualcuno?» Domandò Normani, corrugando la fronte.
«No. E voi? Dato che ormai siete praticamente affittuarie, senza pagare l'affitto, chiaro.» Pungolò sardonica la cubana, cimentandosi in quel sorriso tendenzioso che voleva sottintendere la presenza indesiderata e indebita delle due. Ovviamente entrambe fecero finta di non aver colto la stoccata.
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Towers
FanficLauren, 25enne pluripremiata, è a capo di una grossa azienda multinazionale che fattura miliardi di soldi annui. È molto quotata online, a tal punto che le sue azioni sono ripartite solo fra pochi fortunati. Camila, 23enne "allo sbando", riceve in...