Camila non era abituata a fare le ore piccole, o, meglio, era abituata a fare le ore piccole solo in presenza di caraffe di caffè. Lauren l'aveva riaccompagnata a casa in ore antelucane, e Camila era scivolata sotto alle coperte all'incirca alle cinque della mattina. Appena quattro ore dopo aveva puntato la sveglia, perché, anche se esonerata dalla giornata di lavoro grazie all'intercedere del weekend, doveva lavorare. Aveva delle pratiche burocratiche da svolgere, e alcune email da leggere. Il suo appartamento era stranamente immerso nel silenzio. Non era così scontato destarsi circondati dalla tranquillità, dato le visite serrate di Normani e Dinah che mettevano puntualmente a repentaglio la requie mattutina. A quanto pare nessuna aveva usufruito del suo appartamento per spendere la notte.«Uhm.» Produsse un suono monocorde la cubana, chiaramente sorpresa.
Era una cultrice della solitudine, ma doveva ammettere che non le dispiaceva nemmeno il baccano che originavano le due inquiline.
Camila riempì il silenzio con il fischio della macchinetta del caffè. Ne bevve un sorso mentre accedeva il pc, approntandosi a spulciare la cartella di posta ristagnante. Alcuni erano spam, altre email provenienti dallo studio ma che confermavano o rimandavano alcune riunioni, un'altra invece era un annuncio pubblicitario che l'azienda inviava ogni mese. Vi erano solo quattro email importanti a cui rispose celermente, dopodiché rimasero altre due inosservate. La prima trattava di una riunione importante indetta per il giorno seguente, l'altra invece, inviata chiaramente precedentemente alla prima, comunicava che la collaborazione con la Ford avrebbe decollato di lì ad una settimana, e che erano pronti.
Camila era relativamente tranquilla. Dopo tutti quei mesi di travaglio, era contenta di poter finalmente tirare un sospiro di sollievo. Sapeva che per Lauren non era così automatico, dato che la corvina conservava uno spiacevole è infelice ricordo della sua prima collaborazione, sapeva anche quanto dietro quella facciata di tranquillità si celassero ombre di paura per l'hacker, che erano riuscite a battere una prima volta, ma non a togliere di mezzo definitivamente. Lauren stava prendendo tutte le precauzioni del caso, cavillava così intensamente su ogni probabilità di manomissione che ormai sembrava esser diventata lei stessa un hacker. Camila tentava come poteva di tranquillizzarla, senza però entrare nel dettaglio -quello l'avrebbe innervosita ancora di più-, ma la corvina non sembrava propensa a lasciarsi blandire e quindi a rasserenarsi.
La cubana si mise in contatto con Normani, la quale non era impegnata solamente con i preparativi per l'azienda, bensì stava investendo doppiamente le sue energie, essendosi cimentata nel progettare il suo compleanno.
«La mia collega preferita.» Rispose frizzante come sempre, strappando un sorriso a Camila.
«Dovresti svelarmi il tuo trucco: metti qualcosa nel caffè, oppure passi le nottate a fare meditazione?» Domandò la cubana, stupita dal buonumore incrollabile di Normani.
«Nel caffè non metto niente, e se devo passare la nottata sveglia certamente non la trascorro a fare meditazione. Non so se ci siamo intese.» La sua voce assunse un tono malizioso in più, volutamente calcolato, e ciò fece arrendere i buoni propositi di Camila.
«Hai ricevuto l'email?» Chiese la cubana di getto, osservando il desktop illuminato.
«Si, l'ho ricevuta. Be', finalmente direi, no? Almeno la smetteremo di stare sulle spine e coglieremo i frutti del duro lavoro.» Replicò schietta Normani, la quale viveva di una filosofia alquanto distensiva: prima si toglie il dente, meglio è.
«Non so. Credo di essere stata contagiata dallo stato d'animo di Lauren.» Si mordicchiò nervosamente le unghie, senza distogliere lo sguardo dalla lettera digitale davanti a lei.

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Towers
FanfictionLauren, 25enne pluripremiata, è a capo di una grossa azienda multinazionale che fattura miliardi di soldi annui. È molto quotata online, a tal punto che le sue azioni sono ripartite solo fra pochi fortunati. Camila, 23enne "allo sbando", riceve in...