Normani si era occupata del lato burocratico, mentre Camila tentava di permeare qualche frontiera. Se arrivare alla Tyser era stato difficile, accaparrare un colloquio con la Cadillac era pressappoco impossibile.Anche Dinah le stava aiutando, tentando di smuovere qualche amicizia particolare che aveva collezionato grazie a previe frequentazioni in ambienti poco raccomandabili. C'era stato il periodo in cui usciva solo con ladruncoli da quattro soldi, un altro dove era affascinata dagli artisti di strada e uno in cui usciva solamente con hackers o broker. Insomma, aveva qualche aggancio favorevole, e perché non sfruttarlo?
Ormai era tornata a lavorare al ritmo febbrile dei primi tempi quando era subentrata in azienda: giorno e notte senza sosta. La miniera di caffè non era mai stata tanto opulenta.
Era quasi impossibile coordinare tutto senza perdere pezzi per strada. Camila si era preventivamente munita di pazienza, birra, coca-cola, tè e incenso che l'aiutava a concentrarsi. Normani invece non aveva bisogno di nessun sostegno particolare per concentrarsi, ma bensì necessitava che le fosse tolto qualcosa per fiscalizzarsi: le donne.
Le televisioni erano spente, i computer servivano solamente per il lavoro, così come i telefoni che entravano in modalità non disturbare e venivano utilizzati quelli aziendali, dove nessun numero di qualsivoglia amante lampeggiasse ogni tre per due. Riviste, giornali, foto... Tutto era sparito dalla circolazione. A parte Dinah, che per quanto Normani tentasse di ignorare, inutile negarlo, era una mera tentazione.
Una sera, quando tutte e tre erano impegnate a inviare email e tentare di scovare numeri di manager o persone influenti che potessero riceverle, quando Dinah si assentò per andare al bagno, Camila stuzzicò bonariamente Normani «Se vuoi la mando via.»
«Cosa? Chi?» Parve disorientata la donna, che per tutto il tempo aveva seguito l'andatura dinoccolata della polinesiana.
Camila inarcò un sopracciglio, senza soggiungere altro. L'espressione della collega era una testimonianza più che lampante.
«Ma figurati! Io e Dinah siamo amiche, le voglio molto bene e basta.» Si difese Normani, tornando a digitare sul computer.
«Certo... Pure io e te siamo amiche e mi vuoi molto bene, ma non fingere che non volessi portarmi a letto.» Asserì Camila, guadagnando lo sbigottimento plastico di Normani che la fece sganasciar dal ridere.
«Ok, ma solo per cinque minuti!» Si giustificò, accrescendo l'ilarità «Forse dieci... Diciamo finché non è entrata Lauren nella stanza!» Concluse Normani, risolvendola lapidaria.
Le risate della cubana cessarono, e lasciarono spazio ad una perplessità genuina «Che vorresti dire?»
«Oh, andiamo! Non hai avuto più occhi per nessuno.» Normani si calò in una recita che mimò l'espressione allucinata di Camila.
La cubana le lanciò un lapis, e poi una gomma, e poi ancora una penna «Non è vero!» Squittì risentita «Ero solo...»
«Eccitata.» L'anticipò Normani.
«...Impaurita!» Terminò la cubana, severamente.
Normani sogghignò sotto i baffi, scuotendo flebilmente la testa «Come desideri, meglio così.» Ci tenne a sottolineare Normani, scagliando un'allusiva raccomandazione.
Camila tornò ad immergersi nel suo lavoro, ma ricadeva nella distrazione a causa della stoccata velata che le aveva inferti Normani, così, quando udì i passi ovattati di Dinah nel corridoio, provvidenzialmente chiese «Perché "meglio così?»
Normani abbozzò un sorriso malfermo; sapeva che Camila non avrebbe tollerato la curiosità, è quello non facevo altro che acclarare la sua radicata tesi «Perché non avresti speranze, purtroppo. Lauren non vede altro che il suo lavoro, ed io e te sappiamo perché.» Ci tenne a motivare la donna, come per legittimare la visione universale della corvina.

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Towers
FanfictionLauren, 25enne pluripremiata, è a capo di una grossa azienda multinazionale che fattura miliardi di soldi annui. È molto quotata online, a tal punto che le sue azioni sono ripartite solo fra pochi fortunati. Camila, 23enne "allo sbando", riceve in...