Camila tentò di mettersi in contatto con Carlos per tutto il giorno, ma venne perennemente ignorata, slittata ad altri punti ufficio, rimandata di almeno tre settimane solo per una chiamata. La sua pazienza era esaurita.Non aveva le risorse adeguate, tantomeno l'esperienza o la competenza elevata che serviva per un ingaggio tanto arduo. Era tentata di contattare Normani e di dare forfait, ma arrendersi non era un verbo del suo vocabolario.
Si ingegnò pur di ottenere quantomeno un appuntamento telefonico con Carlos, ma puntualmente qualcosa nei suoi ragionamenti faceva acqua. Poteva anche presentarsi direttamente all'ufficio e pretendere un incontro con Carlos, ma se non c'era riuscita Normani, la vedeva difficile.
Avevano avuto uno scambio telefonico, e già quello sembrava lontano anni luce alla cubana. Ma giustamente c'era bisogno di discutere della questione fattivamente, a quattr'occhi.
A Camila non restava che aspettar e sperare.
E aspettò e sperò per due giorni, dopodiché venne finalmente messa in linea con Carlos e riuscì a fissare un appuntamento nel suo ufficio la mattina di giovedì. I tempi erano molto ristretti, visto che poco più di 24 ore dopo si sarebbe dovuta presentare nell'ufficio di Lauren con qualcosa di concreto in mano, ma quello era il massimo che era riuscita ad ottenere.
Normani le disse che doveva assolutamente andarci da sola. Se in così poco tempo era riuscita a combinare un incontro mentre lei non aveva avuto successo in due mesi, allora era segno che fosse Camila l'unica a doversi occupare della faccenda, almeno per ora. Normani era molto scaramantica. Camila non era contenta e tantomeno sicura che fosse l'approccio più efficace, ma Normani era troppo testarda per poterle remare contro.
Camila si affinò zelante per quell'importante incontro. Ogni minuto che passava, sentiva l'ansia montarle dentro. Sarebbe entrata nel sancta sanctorum della Tyser, tutta sola, e sprovveduta di una preparazione accademica.
Si chiedeva ancora come fosse arrivata lì. Sembrava tutto un gioco all'inizio, ma man mano stava diventando un vero e proprio lavoro. Quasi quasi si convinceva che il piano divino di Dinah non fosse così surreale.
Scosse la testa e si francò di quei pensieri mistici, incanalando tutte le sue energie nel lavoro. Terminò di scrivere attorno a mezzanotte. Si sarebbe trattenuta oltre, ma non era consigliabile presentarsi davanti al CEO di un'azienda internazionale con le occhiaie.
Si addormentò di sasso, dormendo per otto ore ininterrotte.
I primi raggi di sole la baciarono prematuramente. Camila era ancora mezza assonnata quando scivolò fuori dal letto. Dinah non riuscì a raggiungerla perché era stata chiamata per imbandire e servire un tavolo di 40 invitati al ristornate. Camila doveva ammettere che ormai l'in bocca al lupo di Dinah era prezioso, quasi profetico avrebbe sottoscritto, ma cercò di scansare lo scetticismo di Normani. Forse avrebbe dovuto purificare l'ambiente per eliminare le scorie.
Prima di lasciare la casa, accese qualche candela per aromatizzare e bonificare il salotto.
Il viaggio fu più breve del solito, essendo l'azienda situata in un'area più prossima. Venne accolta con una smorfia dalla guardia all'ingresso che evidentemente non gradiva molto gli esterni. Questo la mise un po' a disagio e mentre varcava la soglia dell'azienda si sentiva più diffidente che mai.
Raggiunse l'ascensore e arrivò al 60esimo piano, deputato solamente all'ufficio di Carlos.
Ma perché hanno tutti manie di grandezza? Si chiese mentre lo schermo segnalava il numero 58.
Pochi attimi dopo le porte si schiusero sul corridoio e Camila fu quasi accecata dal candore delle pareti, dei pavimenti, di qualsiasi oggetto fornito da ornamento. A quanto pare Carlos aveva un debole per il bianco.

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Towers
Fiksi PenggemarLauren, 25enne pluripremiata, è a capo di una grossa azienda multinazionale che fattura miliardi di soldi annui. È molto quotata online, a tal punto che le sue azioni sono ripartite solo fra pochi fortunati. Camila, 23enne "allo sbando", riceve in...