Capitolo trentasette

6.2K 310 90
                                        



«Il giorno. Più bello. Della mia. Vita.» Scandì entusiasta Dinah. «Avevo una superstar davanti agli occhi, capite? L'ho toccata, ho sentito il suo profumo! È stato così magico che non sembrava nemmeno lei.» Sospirò trasognata.

«Ah! Benvenuta nel club.» Replicò ironica la cubana, inoltrando un email a Jonathan, il capo assistenza pubblicitario della ditta.

«Da vicino è ancora più bella.» La polinesiana Si lasciò cullare dalla reminiscenza sensoriale della corvina, distendendosi sul divano.

Era passata una settimana e Dinah non aveva ancora smaltito l'euforia per il recente incontro con la rampolla americana. Era anche la prima effettiva volta che incontrava faccia a faccia una celebrità. La prima volta che aveva avuto la fortuna di intravederne una, era stato per la festa del 4 luglio, al supermercato. Sistemava di aver "intravisto la nuca di Richard Gere." Non aveva avuto la prontezza di raggiungerlo e confermare o confutare le sue teorie, dato che la ressa di persone che come lei si riducevano all'ultimo minuto per espletare le mansioni culinarie l'aveva invalidata e non poco. Insomma, per lei era una vera Epifania.

«Dimmi un po', ha quel profumo sempre?» Scalpitò la polinesiana, appollaiandosi allo schienale del sofà per rimirare la cubana, posizionata al tavolo della cucina.

«Su ogni vestito.» Testimoniò Camila, mandando in estasi Dinah che pretese di svenire.

«Credo di essermi innamorata.» Confessò assorta, spaparanzata a pancia in sù.

«E per la seconda volta, benvenuta nel club.» Mormorò la cubana, continuando tranquillamente a digitare sulla tastiera.

La polinesiana guizzò a sedere, studiando Camila dietro un folto cipiglio «Perché tu sei innamorata di lei?»

La cubana alzò di scatto la testa, corrugando la fronte «Cosa? No! Assolutamente no! Non intendevo in quel senso... intendevo dire sotto forma di "piacere", capito? Nel senso che.. insomma, ci siamo capite.»

«Io non ho capito niente, ma sorriderò e annuirò.» E così fece, guadagnando sì una risata da parte dell'amica, ma anche un lapis in faccia.

«Normani non viene?» Chiese la polinesiana, stranita dall'assenza dell'amica che solitamente ingombrava il divano.

Le loro litigate erano focalizzate tutte su Risiko e l'egemonia del sofà. Quando Normani non c'era però, Dinah ne soffriva la mancanza di quei battibecchi, e non trovava nemmeno gusto a stendersi interamente.

«No, oggi sarà chiusa in casa a lavorare. Strano ma vero.» Constatò Camila «La collaborazione con la Ford diventa man mano un traguardo più vicino, quindi Lauren ha istituito una task force per consolidare i vari stadi. Normani si sta occupando di divulgare la pubblicità sui cartelloni stradali, mentre Chelsea sta pensando ai siti internet, infine io mi occuperò di quella televisiva. Altri "plotoni" poi coadiuveranno per rinsaldare altri reparti della campagna, come brand, interviste eccetera.» Istruì la cubana, concentrata sullo schermo.

«Uh, uh, uh! Idea, idea!» Alzò la mano Dinah, come se fosse ancora reclusa fra i banchi scolastici.

«Si, Dinah?» La secondò Camila, adottando il ruolo da profesoressa.

«E se scegliessi me per la tua pubblicità? Guarda che sorriso, non lo trovi facilmente questo eh. Prodotto originale, mia cara.» Si pavoneggiò la polinesiana, sfoggiando come meglio poteva le sue armi.

La cubana dovette arginare l'ilarità per non scoppiare maleducatamente a riderle in faccia.

«Dj, mi spiace, lo farei volentieri, ma i provini sono già stati completati e i candidati scelti. La prossima volta, che dici?» Tentò di sollevarla e incoraggiarla la cubana, notando un leggero accento di sorriso dell'amica.

TowersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora