Ciao a tutti.Ho terminato da poco il capitolo e ho deciso di pubblicarlo perché tengo tanto a questa parte e non vedevo l'ora di pubblicarlo.
Domani non assicuro aggiornamenti, ma ci proverò! Ci vediamo infondo al capitolo.
Buona lettura!
Intercettare qualcuno nella sala cerimoniale, era come ritrovare un ago nel pagliaio. Essendo l'androne il fulcro della festa, il fasto si annidava principalmente lì. Lo spazio era talmente grande da non dover soffrire "l'effetto sardina" che generalmente si ingenerava alle feste ad alto tasso partecipativo. Lauren aveva fatto le cose in grande, come piaceva a lei. O meglio: come piaceva ai suoi ospiti.
Camila si faceva spazio gentilmente fra gli invitati, seguendo il filo di coloro che si incanalavano verso una direzione più in voga. Facendo due più due si intuiva che fosse il sentiero per arrivare a Lauren. Camila si accodò dietro una coppia di logorroici affetti da disturbo ossessivo-compulsivo: il marito non la smetteva di spolverare il braccio della moglie e la moglie continuava a rassettare il nodo della cravatta del marito. Camila attese pazientemente, perdendosi nelle chiacchiere entusiaste e nervose della coppia, indubbiamente ansiosi di stringere la mano a Lauren.
La mano di Lauren ingolosisce molti. Rifletté la cubana, che solo per decenza non si schiaffò una mano in faccia per i suoi pensieri promiscui.
Dopo circa dieci minuti, finalmente giunse il suo turno. Lauren era oberata di chiacchiere e convenevoli, tanto che quando la cubana le si avvicinò la inquadrò solo una volta che il suo sguardo tornò in prima posizione.
La cubana le sorrise flebilmente, abbassando lo sguardo quando quello dell'altra la passò alla moviola con malcelato piglio malizioso.
«Ciao.» La salutò Camila, notando come l'affettata disinvoltura che caratterizzava ogni stretta di mano si fosse disciolta in un'attitudine nettamente più naturale.
«Ciao, Camila.» Anche il suo timbro era più spontaneo. La cubana non poteva non dirsene contenta e lusingata.
«Mi piace il tuo rossetto.» Azzardò Lauren, rasentando un linguaggio in codice che non sfuggì alla cubana.
Camila fissò dritta negli occhi Lauren e senza esitare replicò, «Anche a me piace il tuo vestito.»
Lauren incassò il complimento con compassata cordialità, annuendo fievolmente. Solo i loro sguardi conoscevano il segreto dietro gli angoli incurvati delle loro labbra dipinte.
Lauren non poteva intrattenersi più di tanto, ma approfittò del momento del saluto formale per stringere la mano di Camila e sporsi verso le sue guance, ricamando un momento di "intimità". L'altro palmo finì sul fianco della cubana, provocando una scarica di brividi che le rotolarono lungo braccia e schiena.
«Dopo il discorso, ti verrò a cercare.» Riuscì soltanto a dirle, anche se pizzicavano sulla punta della lingua fiotti di parole.
Presto. Gliele avrebbe dette presto.
Camila fece un breve cenno col capo e si congedò, lasciando che la fila scorresse. Quando si fu discostata abbastanza, lasciò che i brividi si trasformassero in un respiro grave. Era sempre più difficile ascoltarsi, lasciarsi permeare dal freddo che ancora avvertiva sui polpastrelli e nello sterno, ma che duellava sfrontatamente con quel calore che inevitabilmente le arroventava gambe e ventre.
«Tieni, mi sa che ne hai bisogno.» Normani si materializzò alle sue spalle, corriere di due calici di champagne.
Camila lo afferrò con riconoscenza, tracannando avida le bollicine effervescenti.

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Towers
FanfictionLauren, 25enne pluripremiata, è a capo di una grossa azienda multinazionale che fattura miliardi di soldi annui. È molto quotata online, a tal punto che le sue azioni sono ripartite solo fra pochi fortunati. Camila, 23enne "allo sbando", riceve in...