Capitolo 21

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Elsa's pov

"Un dispetto o un'offesa infastidisce una persona, ma l'indifferenza brucia ancora di più."

A causa della sconfitta i ragazzi erano ancora giù di morale, soprattutto mio fratello che continuava a camminare a testa bassa e non proferiva parola con nessuno. Paulo era ancora un pò deluso per il risultato 3-1, George invece era amareggiato con la Joya credendo che non avesse svolto bene il suo ruolo da capitano e Bruno e Marchetti tentavano in tutti i modi di rassicurare i ragazzi, anche se fallendo. Io invece ero tranquilla.

La mia non era solo apparenza, ero davvero tranquilla, non potevamo abbatterci in questo modo per una sconfitta, le sconfitte servono a migliorare e a crescere, non a farci abbattere. Non ero per niente preoccupata per la prossima partita che avrebbero tenuto, avremmo sicuramente rimontato e una sconfitta ogni tanto non ci avrebbe fatto male. Certo, ero amareggiata anche io un pò per il risultato, ma non potevamo abbatterci per un risultato. Peccato che la squadra non la pensava come me: camminavano mogi e a testa bassa, senza proferire parola con nessuno e senza ridere o scherzare com'erano soliti fare.

"Ragazzi, non serve a nulla essere tristi. Non fatevi abbattere solo da un risultato, presto rimonteremo; ve lo assicuro. Ma non dovete camminare a testa bassa per una sconfitta, le sconfitte servono a crescere e a migliorare e voi dovrete fare altrettanto. Ma vi prego, togliete questo muso e venite questa sera in discoteca a festeggiare con noi."il discorso di Marchetti fece ritornare il buonumore dei ragazzi, i quali si diressero subito negli spogliatoi per prepararsi per questa festa.

Non sapevo che stasera ci fosse una festa, forse Leonardo non voleva dirmelo per non farmi partecipare, considerati gli innumerevoli guai che combinavo nei locali e la quantità innumerevole di alcol che ingerivo; mio fratello non voleva altri guai. Almeno voleva trascorrere questo tour a Napoli tranquillo, la città non gli piaceva per niente e non volevano avere problemi con i giornalisti e con gli abitanti che non ci conoscevano.

Ad ogni modo mi sarebbe piaciuto partecipare lo stesso, le feste mi sono sempre piaciute e non ne avevo scansata mai una, nemmeno quando mia madre mi metteva in punizione. In quel caso, la notte sgattaiolavo via dalla finestra e tornavo prima delle quattro di mattina, ovviamente mi assicuravo che mio fratello dormisse per non fargli fare la spia. Era successo una volta, così da quel momento decisi di fargli bere sempre un sonnifero per farlo dormire come un ghiro ed ero libera di sgattaiolare la notte come un gatto.

"Davvero c'è una festa?"chiesi; spalancando gli occhi come una bambina felice di aver ricevuto una caramella.

"Sì, ma tu non ci andrai. Rischieresti di fare qualche casino o di avere problemi con l'alcol, quindi ti accompagneremo in albergo e noi andremo a quella festa."sviò il discorso mio fratello, mentre mi avvicinai a lui e gli mostrai il labruccio sperando di ottenere la sua compassione.

"Non fare quella faccia,non verrai."

"Dai, farò la brava sorellina, ti prego fammi partecipare, ti prego!"mio fratello provò a scansarmi, mentre io ostacolavo i suoi passi come una bambina di sei anni.

"Eddai Leo. Fai partecipare anche ad Elsa. Ormai non è più una bambina, saprà cavarsela da sola e una festa ogni tanto non farà del male a nessuno."lo rassicurò Bruno, mentre Leonardo sembrò pensarci su ed esclamò:"la farò a venire, a patto che ci siate voi a controllarla. Sa essere davvero una peste."

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora