Capitolo 47

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Lorenzo's pov

"Lately; I've been, I've been thinking. I want you to be happier.
I want you to be happier."
-Marshmello

"Notte movimentata presso lo stadio San Paolo di Napoli, una partita tra le squadre Napoli-Juventus che non si è risolta come speravano molti tifosi, ma ad attenderli ci hanno pensato fuoco e fiamme a causa di una bomba scoppiata in mezzo al campo, per opera di qualche tifoso napoletano sconosciuto. Ci sono stati molti feriti, tra cui il calciatore del Napoli Lorenzo Rizzi che è stato ricoverato in ospedale considerate le sue gravi condizioni e la sorella del difensore della Juventus Leonardo Rossi, Elsa. Della ragazza non sappiamo nulla e nemmeno della squadra. E adesso passiamo a..."

Spensi la televisione, non volendo sentire nient'altro. Adesso su Instagram sarebbero circolate tantissime notizie sulla nostra città 'malavitosa', che a Napoli si muore e che non fosse mai esistito il rispetto. Solo per qualche tifoso stupido la mia città doveva essere infangata in questo modo. Bella merda.

La gente sapeva solo sputtanare, invece di approfondire e magari scovare la verità. Mi sarei aspettato anche un attacco simile da un tifoso juventino, ma mai uno napoletano.
Certo, gli haters non perdevano mai occasione per insultarmi della mia prestazione durante una partita (per mancanza di un gol o di un palo preso). Ma non credevo che potessero arrivare a far esplodere una bomba.

Provai a muovere di nuovo la gamba, almeno non avevo subito nessun danno permanente. C'erano solo piccole cicatrici lungo il ginocchio e il braccio, cicatrici di bruciature a causa dell'esplosione. I medici dissero che si trattasse di un'ustione di primo grado, quindi non troppo grave.

Ero stato fortunato, altrimenti avrei rischiato un intervento urgente alla mia gamba o ancora peggio, avrei rischiato di non giocare più a calcio. Avrei gettato il mio sogno all'aria, per sempre.
Il dolore fisico era passato, quello psicologico un pò meno, ancora cercavo una persona fuori quella porta: Elsa Rossi. Dovevamo risolvere la mia questione amorosa, invece le fiamme mi avevano avvolto, il respiro mi stava mancando e sembrava di veder passare la mia vita
Temevo di perdere la vita.

I minuti passavano lentamente, e di Elsa non c'era traccia. Direi una bugia se dicessi che non la stessi aspettando. Avevo bisogno del suo sostegno, sapere almeno di avere un'amica al mio fianco. Invece lei non era lì. Forse era impegnata e sarebbe passata dopo, o magari avrà avuto qualche problema con suo fratello.

Tra me e Leonardo non scorreva buon sangue. Inizialmente era tranquillo, durante le nazionali ridevamo e scherzavamo come compagni di vecchia data. Ma durante il soggiorno a Torino si era rivelato il perfetto stronzo che era. Non lo perdoneò mai: lui e la sua squadra per aver distrutto i nostri spogliatoi, facendo ricadere la colpa su di noi. Mi sarebbe piaciuto tenere le distanze da lui, ma c'era di mezzo l'amore che provavo per sua sorella.
Per sua sorella, lo facevo per lei.
Nonostante la friendzone provavo ancora qualcosa di forte per lei.

La porta fu spalancata da mia sorella Alessia, con un vassoio pieno di ciotole con riso e una bottiglia d'acqua. Il mio stomaco brontolava, ma il cibo dell'ospedale era immangiabile. Avrei digiunato, bene.
Era sempre sorridente, come faceva a trovare il lato positivo delle cose? Anche prima del mio intervento per salvarmi la vita, lei era sicura che ce l'avrei fatta.

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora