Due Battiti Cardiaci In Un Cuore

Capitolo 31

Elsa's pov

"Quella gelosia che si cela dietro la tua faccia, è la dimostrazione di quanto sia disposto a tenermi."
-Elsa

Avevo un grandissimo mal di testa allucinante, eppure la sera prima non avevo partecipato a nessuna festa per cui avessi preso una bella sbronza. La mia fronte scottava, mentre dei bruttissimi dolori s'impossessarono della mia schiena, avrei saltato un'altra volta l'allenamento, oggi, a causa di questa bruttissima influenza.
Beh, pazienza li avrei ripreso due giorni dopo. Adesso non avrei giocato nemmeno bene a causa dei numerosi pensieri negativi che occupavano la mia testa e il calcio questa volta non mi avrebbe aiutata.

Almeno non mi sarei mossa dal letto tutta la giornata e me lo sarei potuta godere, a casa rarissime volte potevo dormire il pomeriggio, ne potevo approfittare solo quando mia madre era intrattenuta a lavoro per qualche riunione o per far 'compagnia' ad un suo collega di lavoro. Se a casa mi trovava a poltrire come una ricotta sopra il divano o il letto si arrabbiava tantissimo, dando posto alla grandissima Mamma Satana.

Per prima cosa partivano le sue urla, i suoi rimproveri sull'essere troppo pigra e una buona a nulla che non avrebbe combinato nulla nella vita, poi mi ordinava di andare a studiare-anche se facevo tutto tranne che studiare-, mentre lei prendeva posto sul divano. Se avessi provato a ribattere si sarebbe giustificata sempre in questo modo:'amore, ma io lavoro e sono stanca. Tu vai solo a scuola e non è così stancante.' No, certo che no. Stavo solamente inchiodata su una sedia rossa per 5 o 6 ore, cacciandomi nei guai continuamente e attendendo il fatidico suono della campanella che interrompesse le lezioni.

Accanto al letto era posto ancora il mio zaino con tutti i compiti delle vacanze non ancora svolti, più dei compiti extra assegnati dalla professoressa Bianchetti e quelli di francesi. Tutto questo sotto ordine del preside Carlo Riemma. Beh, che mi aspettavo? Che mi facesse un applauso per l'ennesimo guaio che avevo combinato nell'arco di 4 anni? Quell'uomo era davvero bizzarro, ma allo stesso tempo severo e dopo tre volte a chiuderci un occhio non la faceva passare liscia. Sicuramente non avrei svolto nessuno di questi compiti, per me erano solo una perdita di tempo. Nelle materie scolastiche ero piuttosto brava, ma la mia voglia di studiare era pari a zero e questo non mi permetteva di ottenere una pagella eccellente, oltre ai professori stronzi e al mood del 'mai una gioia' di mia madre che mi facevano passare la voglia di studiare.

E poi non sarei riuscita a concentrarmi in nessun modo: nella mia testa avevo ancora un discorso preparato da fare a Rita, sempre se una volta tornata a Torino avesse avuto voglia di starmi a sentire e che non si comportasse come un asino cocciuto. E continuavo a pensare a quel litigio tra la mia squadra e del Napoli a cosa fosse dovuto, visto che nessuno sembrava così disposto a parlarmene. Sicuramente Leo si era cacciato in qualche guaio, magari io sarei riuscita ad aiutarlo e avrebbe potuto chiedere consiglio o alla mamma o a papà. Forse si trattava di qualcosa di veramente grave e non poteva o voleva coinvolgere nessuna di noi. Eppure lui era grande, sarebbe riuscito a cavarsela come aveva sempre fatto, ma non volevo che mio fratello si fosse cacciato in qualche guaio, quindi mi sarebbe piaciuto aiutarlo. In questo momento era nella doccia; quindi avrei potuto approfittare per scavare nelle sue cose, nella sua valigia, magari avrei trovato qualcosa di interessante e non mi sarei più preoccupata per nulla.

"Oh mia bella madonnina!"continuò a cantare mio fratello a squarciagola, mentre io mi alzai di malavoglia dal letto a causa dei numerosi brividi di freddo che mi percorrevano la schiena. Indossai la felpa di mio fratello per trasmettermi più calore, anche se ero consapevole che avrei potuto mischiarlo in questo modo.