Capitolo 43

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Elsa's pov

"Always forgive your enemies, nothing annoys them so much."
-Elsa

"Certo che quel bacio potevano risparmiarselo."esordì Lorenzo tutto a un tratto, fissando con insistenza una vecchia foto di una donna posta sullo stereo.

"Lo so, però hanno esagerato e in fin dei conti era un semplice gioco. È stato divertente comunque e abbiamo passato una serata divertente. No?" chiesi, lui annuì distratto ma continuava a fissare quella foto.

Sapevo di dover tenere a bada la mia curiosità, in fondo eravamo diventati amici da poco e una singola parola sbagliata magari avrebbe fatto ritornare il vecchio Lorenzo Rizzi, quello freddo e insopportabile.

Però più fissavo quella foto e più la curiosità cresceva in me, forse eravamo entrati in confidenza, gli avevo anche raccontato della rottura tra me e il CR7, e lui a sua volta ha fatto lo stesso con Jenny.

"E lei chi è?"chiesi, ottenendo come risposta un sorriso appena accennato e fugace, pensavo peggio a dirla tutta. Pensavo che mi avesse insultata o intimata di star zitta.

"Lei è Jenny,"ci fu un momento di pausa tra noi e la macchina si spense subito, eravamo bloccati nel traffico e saremmo rimasti qui per un bel pò. Ma adesso non mi importava nulla di arrivare in albergo, volevo ascoltare Lorenzo e godermi gli ultimi minuti assieme a lui. "Era mia moglie."

Lo fissai insistentemente, sapevo che ci fosse dell'altro in questa storia, non ero invadente ma solo curioso di ascoltarlo. Magari questo spiegava i suoi continui sbalzi d'umore e il perché non riuscisse a stare accanto a una donna.

Da come mi aveva raccontato David, stasera, lui non aveva mai amato nessuna donna prima di Jenny; capitava qualche scappatella occasionale con qualche ragazza conosciuta per i locali, la maggior parte interessate al suo denaro, ma nulla di serio. E poi arrivò Mary, ma allo stesso tempo aveva contribuito a farlo chiudere in se stesso. Per molti risultava uno stronzo, ma chi lo conosceva per davvero sapeva che fosse di cuore.

"Ok, mettiti comoda che ti racconto dell'altro. Vedo la stessa curiosità dei giornalisti. Però tu sei diversa, vuoi ascoltarmi e non raccontare la mia storia a chiunque."le sue parole mi confortarono, per la prima volta avevo fatto bene a seguire il mio istinto senza aver paura di parlare.

"Quando eravamo piccoli abitavamo nello stesso quartiere."fissai il suo volto e non sembrava scosso o rammarico dal suo racconto, ma sembrava più felice, come se il racconto avesse potuto ravvivare il ricordo di sua moglie. "La prima volta che la vidi fui subito incuriosito dal suo volto, dalle sue iridi nocciola con qualche sfumatura arancione. Le chiesi se avesse voluto giocare con me e Roberto, anche se partii prevenuto che avrebbe subito rifiutato."

Alzai un sopracciglio, più confusa che mai. Ma poi mi ricordai che Alessia mi raccontò che durante la loro infanzia la loro famiglia non navigasse affatto nell'oro, essendo poveri nessuno voleva averci a che fare. Erano sempre soli e senza un amico che giocasse con loro a pallone.

Io mi lamentavo della mia vita, così spesso, mi lamentavo che non avessi avuto vita facile a causa del divorzio dei miei e della loro strafottenza nei miei confronti. Nemmeno lui aveva avuto vita facile, ma allo stesso tempo ha realizzato un sogno assieme ai suoi fratelli. Ci voleva coraggio... .

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora