Capitolo 26

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Elsa's pov

"Potrò mai piacerti, Lore?"-"Sei esattamente il mio tipo Elsa. Peccato che tu sia così ubriaca da non pensare veramente a queste parole-"
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"Allora ho provato a lasciare il mio ragazzo in tutti i modi e possibili, ma lui no ne ha voluto sapere nulla. Anzi, ha cercato di convincere mio padre a stare con lui e..."la voce di mia cugina Alessandra continuò a farmi venire un altro mal di testa, mentre Paulo e Mattia continuarono a tapparsi le orecchie per non ascoltarla più. Più passavano i minuti e più mi rompevo le palle di ascoltarla, ero peggio di mia madre con le sue solite lamentele su di me e Leonardo alle sue amiche. Per carità, Alessandra era davvero una brava ragazza, ma aveva una parlantina peggio di Rita.

Non ci vedevamo da anni, eppure mi aveva raccontato tutta la sua vita partendo dal principio: da quando aveva imparato a camminare fino alla rottura della relazione con il suo ragazzo. Per carità, mi faceva piacere parlare con mia cugina, ma per la testa avevo fin troppi pensieri e non riuscivo più a rimettere in ordine ogni cosa, sembrava che ogni cosa non stesse più andando per il verso giusto. Una parte di me era intenzionata a raccontare tutta la verità a Rinaldi, del bacio tra me e Lorenzo e sistemare ogni cosa con lui, invece l'altra parte aveva deciso di tenergli nascosto tutto, non potevo mandare a rotoli la nostra relazione per uno stupido bacio che per Lorenzo non aveva significato nulla.

Magari gli andava semplicemente di farlo. Ma non poteva trattarmi in questo modo, non ero un giocattolo inservibile che quando non era più utile poteva passare ad altro, avevo pur sempre dei sentimenti. Eh sì, ci ero rimasta male per il suo comportamento, ed anche per la sua incoerenza che mi mandava in confusione. Eppure non dovevo provare questo stato d'animo di delusione, lui non doveva significare nulla per me. Il nostro bacio doveva restare solo un lontano ricordo, ma allora perché significava così tanto per me? Perché non riuscivo a togliermelo dalla testa? Non potevo essermi presa una cotta per lui, a malapena ci sopportavamo e i suoi sbalzi d'umore non miglioravano il nostro rapporto. E poi quei baci mi mandavano in confusione. Mi respingeva per poi baciarmi per la continua attrazione che provava per me.

"Domani il Napoli gioca contro il Liverpool, speriamo che andrà benissimo."esordì Alessandra, mentre Paulo le schioccò un'occhiata truce. Dimenticavo, Alessandra era nata e cresciuta qui a Napoli, quindi il suo amore era per la squadra avversaria di mio fratello,ma non per questo gliene facevo una colpa. Solo perché tifavamo due squadre diverse non dovevamo essere nemiche, peccato che non tutti sembravano pensarla come me, e un esempio era mio fratello.

"Che ti costa tifare la nostra squadra? La Juve è la più forte di tutti i tempi, voi non riuscireste nemmeno a vincere uno scudetto, mentre noi andiamo in Champions."esordì Mattia De Sena, dando una piccola spinta a mia cugina, la quale gli rivolse un'occhiataccia.

"Sono nata a Napoli, genio. Mi pare logico che tifi questa squadra, e poi non bisogna avere una squadra del cuore solo per le numerose partite vinte o scudetti vinti, ma per l'impegno che ci mette. Peccato che voi non riuscireste a capirlo."mormorò sconsolata Ale. Lei non sopportava molto i compagni di squadra di Leo, li considerava delle teste vuote e degli arroganti, solo perché giocavano nella 'Rubentus'. Con questo nomignolo infastidiva anche me, non aveva il diritto di giudicare una squadra senza nemmeno conoscerla. Era come se adesso offendessi tutti i giocatori del Napoli-per quanto possa conoscerli-e sparassi merda sui loro conti. Anche a lei darebbe fastidio, eppure non doveva farlo alla mia squadra, specialmente se si trattasse quella di mio fratello.

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora