Capitolo 25

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Elsa's pov

"Non sono cattiva, ma onesta. Non sono severa, ma onesta, non sono gelosa o esagerata, ma onesta. Non sono stronza, ma...ah no, quello lo sono. Fottiti!"
-Elsa Rossi


Fortunatamente l'allenamento e la partita erano finite in fretta, non sopportavo più l'idea di dover restare in panchina ancora per molto tempo, con un cubetto di ghiaccio alla testa e una pomata sulle gambe(alla fine avevo scoperto di avere anche un grosso livido sulla fronte, benissimo, poteva andar meglio di così questa giornata?). Era davvero straziante vedere i ragazzi giocare ed io seduta su una stupida panchina per una  distorsione alla caviglia.

Ora avevo capito come ci si sentiva a restare in panchina per interminabili minuti senza giocare, anche Leonardo ci era passato e lo comprendevo a pieno. D'altronde non poteva fare una colpa a Fabian, era stata pura fatalità, ma almeno lui si era mostrato un ragazzo d'oro, era anche sull'orlo di piangere quando Lorenzo era ritornato in campo incazzato come una belva. Del resto non avevo trascorso un bruttissimo pomeriggio, se solo non si fosse trattato del bacio di Insigne-passionale e ardente-che mi aveva mandata in confusione per la milionesima volta.

Mi sentivo ancora una merda per aver fatto un brutto torto al CR7 , aveva ricambiato il bacio di Rizzi e mi era anche piaciuto. Perché la mia vita sentimentale doveva essere così complicata? Perché non potevo vivere una bella relazione con Rinaldi, invece di baciare un giocatore sbucato dal nulla? Mi era anche piaciuto il suo bacio, nonostante entrambi avessimo continuato a sviare la faccenda e a non ricascarci più! Forse mi ero infatuata di Lorenzo, non c'era nessun'altra spiegazione, e la rabbia che provavo adesso per Rinaldi aveva complicato tutto.

In un certo senso si era trattato di vendetta, ma mi ero comportata come una bambina. Ed ora come risolvevo la faccenda? C'era anche il rischio che qualche giocatore mi abbia vista pominciare con Lorenzo, nonostante tutti fossero stati impegnati per la partita.

"Alla prossima, ciao hermanos."ci salutò Raúl, che a quanto pare faceva ancora una gran difficoltà a formulare una frase in italiano e faceva un miscuglio tra italiano e spagnolo.

"Parl potabil(parla potabile)"rispose Rizzi , mentre si affrettò a salutare l'amico con un caloroso abbraccio. Una cosa che avevo imparato in questo mese era che i napoletani sapevano essere molto calorosi con gli amici. Per quanto mi dispiaceva ammetterlo, a Torino molti abitanti se si scambiavano un bacetto tra di loro era molto. Invece il calore del sud si faceva sentire molto.

Mi affrettai a raggiungere l'uscita dal campetto; Leonardo con il pullman sarebbe passato lì a momenti, insieme alla sua squadra passeremo una serata fuori casa andando a trovare nostra cugina al Vomero. Per mia fortuna verrò con la maglietta e i pantaloncini da calcio che avevo addosso, senza fare un salto in albergo per cambiarmi.

Detestavo gli abiti eleganti, mi sentivo a disagio con una gonna o un vestito abbastanza corto-lo indossavo solo per alcune occasioni, come le feste, per rendermi almeno presentabile-, in un certo senso era come se mi togliesse la libertà di movimento: non potevo correre che mi si stringeva attorno ai fianchi, non potevo accavallare le gambe e nemmeno fare qualche mossa strana che si evidenziavano le mie forme. Per questo adoravo l'abbigliamento sportivo, peccato che mia madre non accettatava questo stile 'da maschiaccio' definito così.

"Ciao ragazzi."li salutai timidamente, mentre Lorenzo si limitò a fissarmi e potei notare un pò di rossore sulle sue guance. Adesso arrossiva se per sbaglio incontravo il suo sguardo? La cosa che mi rendeva triste era il suo silenzio: sviava le faccende come se non avessero alcune importanza, peccato che la faccenda del bacio mi era rimasta impressa per molti giorni, il suo silenzio non aiutava per niente, mica potevo leggergli nel pensiero?

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora