Capitolo 01

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Elsa's pov.

A volte ci sembra che la vita ce l'abbia con noi, semplicemente perchè non siamo abituati a guardarci attorno....

"Sicura che la Prof.Bianchetti non ci sgridi per il tema?"mi chiese per l'ennesima volta la mia migliore amica Rita, mentre si mise le mani tra i capelli e si affacciò fuori la porta, per accertarsi che la professoressa non fosse ancora entrata.

"Fidati di me. E poi un 3 in italiano non è la fine del mondo. Fidati di me, chica!"le feci un occhiolino incoraggiante, mentre lei mimò con le labbra un "sei incorregibile".

"La mia media scolastica potrà calare, ed io non posso permetterlo!"sbuffò ancora una volta la ragazza mora dagli occhi grigi, guardava ogni minuto l'orologio come se accadesse tra poco la fine del mondo. Tentò in tutti i modi di autoconvincersi che quell'orario non l'avrebbe segnata in quelle ore: 8.15, i professori entravano a quell'ora.

"Lo hai appena permesso."risposi a mia volta sorridente, mentre Rita si limitò a lanciarmi un'occhiataccia.

Ero andata a trovare mio padre nel week-end, allogiava in una bellissima casa sul Lago Nero. Mi sarebbe piaciuto restarci a vita con lui, ma la sua fidanzata non rendeva le cose facili, specie se riguarda il mio out-fit o i miei modi di fare e di approcciarmi con le persone. Così avevo pensato di chiamare Rita, lei è l'unica che riesce a risollevarmi il morale. Solo che mio padre non mi aveva riferito i suoi piani per un week-end padre e figlia: il campeggio. Avevamo passato tre giorni in mezzo alla natura, abbiamo dormito in una tenda e siamo andati a pesca. A parte il tragico episodio dell'esemplare di un Orso Bruno che ci stava inseguendo, è andato molto bene. Rita continuava ad insistere che dovessimo studiare letteratura e svolgere il tema, ma io avevo continuato a rinviare e siamo arrivate a questa mattina senza compiti.

Non era una novità per me. I compiti non li avevo mai svolti, soprattutto quelli di italiano. Grazie alle amicizie di mia madre riuscivo a passare l'anno senza debiti. Rita, invece, era sempre stata una studentessa modello, con voti ottimi compresi tra l'otto e il nove. Mia madre diceva che avrei dovuto esserle amica così avrei avuto l'opportunità di apprendere allo studio, ma io non ero solita usare le persone, le ero amica per avermi aiutata in un momento difficile della mia vita: la separazione dei miei genitori... . Fortunatamente Rita non era una di quelle secchione che non passava i compiti a nessuno, alle volte diceva che non avesse aperto nemmeno libro a casa e lo stesso prende 8. Invece io adottavo questo metodo di studio: aprivo il libro, non capivo un cazzo, chiudevo il libro.

"Elsa, affacciati fuori e vedi se arriva la professoressa!"mi ordinò Luisa Clarke, la mia amica originaria degli Stati Uniti.

"Vai tu."risposi con fare annoiato.

"Sei al primo banco, vacci tu."

Purtroppo io e la mia migliore amica eravamo arrivate in ritardo questa mattina e tutti i posti migliori sono già stati occupati. Così ci siamo dovute arrangiare al primo banco. Questo vorrà dire che non potrò usare il telefono e nemmeno scrivere in pace la mia storia. Oltre alla mia passione per il calcio, occupavo la maggior parte del mio tempo a scrivere storie un pò...particolari. Ero solita sempre storie del genere Fantasy o Thriller, o piccole One Shot Horror. I romanzi d'amore non facevano per me, i clichè non facevano per me. Non avevo mai provato il vero amore, come potrò esprimere questi sentimenti su carta?

Ero anche riuscita a realizzare la mia ultima opera facendo un contratto con una casa editrice. A tutti sembrava strano il fatto che andassi male in italiano e poi scrivo storie. La verità era che in italiano fossi un asso, così come nelle lingue e in geostoria, tranne in matematica. Quella materia era il mio incubo! Ma con la professoressa non andavo molto d'accordo, perciò mi beccavo sempre un bel 3. Peccato che mia madre avesse bruciato il mio libro, secondo lei avevo scritto cose stupide e si vergognava della mia passione. Il futuro ideale per me-secondo lei- è una brillante carriera da avvocato, un marito e quattro figli(con uomo che deve scegliere lei e di affari) ecc... . Ma io non volevo niente di tutto questo. Peccato che lei non lo capisse.

"Buongiorno ragazzi, sedetevi."fece il suo ingresso la professoressa di lettere, indossando i suoi soliti cappotti e le sue calze di lana. Eravamo all'inizio di ottobre e abitando in una città abbastanza fredda, non avvertivo nessun brivido di freddo. Magari si trattavano dei termosifoni della classe che rendono l'aria calda o il bel sole che c'era là fuori.

"Avete svolto i temi?"in volto le si dipingeva la stessa espressione annoiata e stanca degli altri quattro anni, a giudicare dai suoi occhi azzurri e spenti e con delle occhiaie e dal suo viso pallido e annoiato, pareva che volesse dire "eccomi, sono pronta al martirio!"

Rita mi rivolse un'occhiata preoccupata, notai una piccola gocciolina lungo il suo viso e le tremò la mano. Invece, i miei compagni mostravano una calma apparante. Avevano tutti quanta la stessa aria annoiata, sonnolenta e la testa tra le nuvole, chi invece pensava ancora alle vacanze e chi come me non vedeva l'ora di uscire da quest'inferno. Ma nessuno prestava attenzione alla lezione.

"Rita Miller ed Elsa Rossi?"chiese nuovamente la donna dai quaranta anni portati una merda, mentre si rimise gli occhiali e ci fissò imperterrite. Fissò particolarmente Rita, lei era sempre stata una ragazza dedita allo studio e le sembrò strano che la sua alunna preferita non facesse il primo passo.

"Prof, ho dimenticato a casa il quaderno. Mi perdoni, la prego!"gridò in preda al panico la mia amica, si aggrappò alle gambe della professoressa, la quale sembrò molto turbata. Su una cosa potremmo essere d'accordo: la mia amica aveva perso la testa.

"Si, ho capito Miller. Ma adesso mi lasci!"urlò l'insegnante in preda alla rabbia. Provò a far scollare quel koala di nome Rita Miller di dosso, ma non riuscì nel suo intento.

"1, 2, 3... devo stare calma, DEVO STARE CALMA!"ripetè quella frase all'infinito nella speranza di restare calma. Le si avvicinò il compagno più idiota nella classe che abbia mai avuto: Alessandro! Era un ragazzo simpatico, ma non riusciva a non far stronzate per più di 5 secondi.

"Prof, si calmi. Faccia un bel respiro ed esegua questo bellissimo passo: uno, due e tre, una piroetta, uno, due tre e faccia un'altra piroetta."il mio amico danzò in un modo buffo, Luisa doveva assolutamente fare un video e pubblicarlo sui social.,

"Evangelisti Alessandro, vada a posto!"tuonò la professoressa Giulia Bianchetti in preda alla rabbia. Se i suoi occhi potessero emanare fuoco, ci avrebbe incenerito su colpo. Continuò a fissare i miei compagni, in particolar modo Mary, Erika, Luisa e Mary-Anne(sorella di quest'ultima)intente a fare video e non prestavano attenzione a nessuno. Vivevano tutt'ora in un mondo proprio e non sembravano intenzionate a uscirne. Poi esordì un:"stanotte ho sognato che il primo giorno di scuola andasse bene. Speravo davvero di trovare una classe buona e diligente, ma tutte queste aspettative si sono sgretolate! Questo è il karma!"

"Occidentali's Karma. "cantò a pieni polmoni Luisa Clarke, oh no, non ancora!

Lei e Mary-Anne erano due gemelle, condividevano lo stesso aspetto ma non il carattere. Una era più riservata, mentre l'altra sembrava che avesse qualche rotella fuori posto. Inizialmente erano venute qui, in Italia, dall'America per uno scambio culturale. La nostra città ci permetteva di studiare in un altro paese all'estero, facendo così uno scambio con gli stranieri che entrano qui in Italia. Ora ospitavamo più americani e inglesi che torinesi. Che tristezza.

"Se avessi l'occasione di ritornare indietro e cambiare vita, lo farei."mormorò sconsolata, ormai si era convinta dell'idea che non andremo da nessuna parte così stupidi come siamo.

E come darle torto.

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora