Capitolo 58

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Elsa's pov

"C'è un pò di azzurro nel nero.
Ci sarà un pò di Napoli nella Juventus."
-Elsa.

La campanella segnò la fine dell'ultima ora. La sesta ora, quella di fisica era passata lentamente; l'unica cosa interessante era l'orologio e quella maledetta lancetta che segnava i minuti. Mi ero anche guadagnata un impreparato, d'altronde ci aveva fatto l'abitudine la mia insegnante ma sperava ugualmente che potessi studiare per migliorare. No. Non avrei studiato né ora né mai.
Non sarei più andata a scuola; lo studio non faceva per me e andare all'università era un azzardo dato che in cinque anni di liceo non avevo appreso niente.

Ed infine; avevo preso una decisione.
Una decisione mi avrebbe cambiato la vita, ne ero spaventata ma tentar non nuoce. Correre questo rischio forse mi avrebbe resa felice.
Rischiare era sinonimo di felicità, la mia felicità l'avrei rincorsa a tutti i costi. Sarei ritornata a Napoli.

Napoli. Casa mia. La mia seconda casa dopo Torino. A Torino sì che ero felice; apparte qualche piccolo inconveniente con mamma e papà, ma ero contenta. Ugualmente felice.
Ma la mia non era felicità, se Lorenzo non era al mio fianco.
Io volevo lui, per una volta dovevo imparare a correre il rischio di amare alla follia e a farmi venire le lacrime agli occhi.

Un tempo non credevo nell'amore.
Non credevo e basta. Non credevo che la sensazione dei tremolii alle gambe fosse piacevole, non credevo che l'ansia di perdere la persona a cui tenevi fosse bellissima. Non ero ubriaca. Probabilmente Rita e Manuela mi prenderanno per pazza, dato che fin da bambina avevo sempre avuto un'idea orribile e distorta sull'amore. Lo rinnegavo.

D'altronde Leonardo preferiva non legarsi a nessuna ragazza sentimentalmente e non l'avevo mai visto con una ragazza fissa. Invece i miei genitori erano divorziati; nulla da aggiungere che la fiamma si fosse già spenta e così, io non aveva nessun'idea chiara su quel sentimento. Pensavo che fosse colpa dell'amore se le coppie erano destinate a separarsi a lungo andare e non perché le persone cambiavano.
Quei brividi lungo la schiena che provavo quando Lorenzo era nei dintorni li giustificavo semplicemente come brividi di freddo. Se il freddo era il 'giocatore più forte del Napoli' allora potevo definirmi rovinata.
Con Rinaldi non era stato vero amore.

Apparte che la nostra relazione era nata da un mio periodo confusionario e lui costretto per proteggermi. Lo stesso non avevo provato emozioni forti con lui come con Lorenzo. Con Cristiano era stata semplicemente un'infatuazione, che a mio malgrado l'avevo scambiata per vero amore.

Non ci credevo. Eppure eccomi qui, con un cuore infranto e la speranza riaccesa per la persona che amavo.

Ma c'era ancora un dubbio che persisteva, un problema che avrebbe frenato la mia fuga al sud: Lorenzo come l'avrebbe presa? Mi avrebbe accolta a braccia aperte? E i suoi compagni di squadra sarebbe stati felici di rivedermi o per loro sarei stata una traditrice? Merda, la mia unica pecca era quella di non godersi il presente e pensare sempre al futuro
Scossi la testa e riposi i miei quaderni nello zaino, volevo andarmene il più presto da questa città che mi stava soffocando letteralmente.
Amavo Torino.

Amavo i cancelli di Vinovo dove si tenevano gli allenamenti. Amavo la mia casa. Amavo mio fratello. Amavo i ragazzi. Ma era arrivato il momento di cambiare un pò aria, mi sentivo soffocata. Cambiare un pò luogo mi avrebbe aiutata a sentirmi meglio.
D'altronde viaggiare era la giusta cura per chi sentiva di non appartenere più al suo posto, con un viaggio si preveniva la depressione.

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora