Capitolo 40

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Elsa's pov

Rilessi il messaggio più volte, per accettarmi di non aver sbagliato utente. Magari avevo sbagliato nickname o nome, magari aveva indirizzato il messaggio alla persona sbagliata. Quanto mi sarebbe piaciuto mantenere il mio autocontrollo, ma il suo nome e il messaggio letto dal display mi aveva mandata in confusione.

Ok, dovevo restare neutrone. Magari Rinaldi non voleva dirmi nulla d'importante, dovevo restare un neutrone, senza fuoriuscire la parte stridula e irrazionale di me. Anche sarebbe stato difficile mantenere il mio autocontrollo, bastava solo pronunciare il suo nome e il mio cuore andava in tilt. No ne sarei uscita completamente viva da qui.

"Ma dai, ma non è possibile che nessuno voglia spendere i tre euro per un fruttino. Ti prego, comprali. Se non ti piacciono regalali anche alla tua famiglia, magari a tua nonna."ribattè Gigi, agitando la bevanda per aria davanti il giocatore della Roma, che non sembrava per niente convinto dell'offerta.

"Mi spiace, non posso comprarli. Chi caccerebbe davvero tre euro, frate? Sei impazzito."mormorò El Shawn, muovendo la cresta in modo buffo e scaturendo una risata in me.
In fondo aveva ragione, chi si sarebbe comprato davvero una bevanda dalle dimensioni piccole a quasi cinque euro?

"Piccola Elsa, ti piacerebbe fare affari con me? Ti prego compralo!"mi supplicò l'ex portiere, mi faceva un pò pena ma lui non sapeva che tutte le volte che mi aveva offerto quella bevanda il mio stomaco ne risentiva così tanto da rigettare tutto nel cesso.

Scossi la testa, inventando la prima scusa che potesse venirmi al momento, "non ho i soldi appresso."

"Te la regalo gratis, ma ti prego prenditene una perché ne ho troppe a casa."replicò ancora una volta Gigi, scaturendo l'ira nell'altro calciatore.

"Ehi, ma non avevi detto che le vendessi a tre euro? E perché a lei gliele regali gratis?"

Ok, questa situazione stava degenerando e stavamo solo facendo discorsi senza alcun senso, così mi allontanai definitivamente da quel bancone di fruttini. Nessuno dei due aveva notato la mia assenza, troppo impegnati a discutere animatamente ed era l'occasione giusta per scappare a gambe levate.

Raggiunsi gli spogliatoi dei ragazzi, in modo da poterli avvisare del mio allontanamento, ma mi ritrovai davanti ai piedi proprio il CR7. Vestito in giacca e cravatta, camicia super aderente da fargli intravedere gli addominali, a momenti potevo sbavare io stessa sulla sua figura e Bruno sarebbe venuto in mio soccorso per regalarmi una ciotola per cani.

Di solito, dopo le partite, il loro out-fit comprendeva solo pantaloncini sporchi e una maglietta usata, ma non giacca e cravatta. A meno che non ci fosse stata un'occasione speciale come un matrimonio o una comunione, o una battesimo o una festa.

"Asciugati quella bava,"mormorò con in ghigno, lo guardai subito male per il suo solito atteggiamento da bambino immaturo. Voleva parlarmi, magari risolvere ogni cosa, ma in che modo lo avrebbe fatto se si sarebbe comportato solo da ragazzo presuntuoso? Si accorse subito della mia smorfia stampata in volto e si affrettò a scusarsi: "scusami nena, non volevo. Scherzavo! Scherzavo! Comunque dopo dobbiamo parlare, adesso no perché è troppo tardi."

Tardi per cosa? Non feci in tempo a chiedere che dallo spogliatoio uscirono tutti i ragazzi della Juve, compreso mio fratello. Mi sarei incamminata volentieri con loro, se solo non fossero vestiti con abiti eleganti da cerimonia.

Due Battiti Cardiaci In Un CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora