3 settembre 2001, ci eravamo appena trasferiti a Genova da Brescia. Ricordo i diversi scatoloni che riempivano il nuovo salotto: grandi, piccoli, alti, bassi, danneggiati e non. Pur essendo solo io, mia mamma e mia sorella Gaia, avevamo portato un numero estremamente alto di scatoloni per il trasloco, e che trasloco. Più di 200 km, più di 2 ore e numerose soste sulla via per svariati motivi tra cui la nausea di mia sorella. L'Odissea in confronto sembra una passeggiata. Il giorno prima di partire erano tutti in lacrime poiché avrebbero dovuto dire addio ad amici, familiari e ricordi. Dico erano perché io ero indifferente e poco mi importava. "Freddo come le montagne della Siberia" mi diceva sempre una prof. Ho passato l'ultimo giorno a Brescia come gli altri: fumando, ascoltando musica e riflettendo sulla mia vita specialmente in luoghi abbandonati dalla grazia di Dio. Non feci in tempo a guardare interamente il salotto che mia sorella mi abbraciò e mamma mi urlò di aiutarla a sistemare casa.
Mamma: Aiutami Nash, prima iniziamo prima finiamo!
Nash: ok...
Gaia: Fratellone voglio giocare!
N: Non ora...
G: Daiiii!! Disse mia sorella stringendomi la gamba come un boa stringe la sua preda.
N: per avere 6 anni sei forte....
Erano le 8 di sera, 6 ore a riordinare casa con mamma che spese diverso tempo a badare ai capricci di Gaia. Per essere un sedicenne che non giocava a calcio o praticava sport da 5 anni, non era andata cosi male con gli scatoloni.
N: Sarà che faccio esercizio fisico tutti i giorni... Dissi tra me e me.
In 6 ore di "lavoro" trovai per la maggior parte vestiti. Ero sorpreso da quanti vestiti colorati avevano mamma e Gaia in confronto al miei vestiti dove dominava il nero.
N: Da quanto non metto vestiti colorati? Pensai nella mia testa per poi essere interrotto da un urlo.
M: Nash che pizza vuoi? Domandò mia madre con un tono di voce simile a quello di un condor delle alpi.
N: Fai te....
La peggior risposta che potessi dare. Spinaci e ananas. Mamma ordinò spinaci e ananas per me. Mentre lei e Gaia si gustavano prosciutto e funghi. Quella sera mangiai con uno sguardo di disprezzo nei confronti di mamma. Non che gli altri giorni fossi allegro e sorridente. Mamma e Gaia andarono a dormire esauste, io continuai a frugare e riordinare scatoloni finché non mi imbattei in uno scatolone molto vecchio in confronto agli altri, lo aprii incuriosito. Dovetti strofinarmi gli occhi due o tre volte, non potei credere a tutto ciò.
N: Papà?..."Amo il Calcio" Quello era il titolo di un suo diario.
Appena presi in mano quel diario non avrei mai potuto immaginare quanto cruciale e importante sarebbe diventato per me.
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Amo il Calcio
Художественная прозаUn ragazzo appassionato di calcio si trasferisce in una nuova città con la sua famiglia. Vorrebbe giocare per la scuola ma a causa di un evento passato, non riesce.